Conservare, studiare, e divulgare, attraverso la scrittura e l’insegnamento, quanto appreso durante la sua attività di storica e archivista: questo è ciò che fa Alessandra Derriu.
Nata e cresciuta ad Alghero, dopo aver conseguito la Laurea in Beni Culturali a Sassari, si è specializzata a Roma alla Scuola di Archivistica dell’Archivio Segreto Vaticano e presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Cagliari. L’interesse per i processi di stregoneria e superstizione, l’hanno portata a raccontare sui libri ciò che più la colpiva delle sue scoperte. Tra i suoi lavori troviamo Il tribunale dell’Inquisizione di Alghero. Storie di donne e di uomini attraverso documenti inediti del XVIII secolo, 2015 (Edicions de L’Alguer). Magia e stregoneria dal Logudoro alla Barbagia. Le denunce dell’Inquisizione vescovile settecentesca nella diocesi di Alghero, 2016 (Edicions de L’Alguer). Maura, l’indovina di Orotelli. Streghe nella Sardegna del ‘700, 2018 (Nemapress Edizioni).
L’ultima pubblicazione è del 2020 e si intitola L’eredità di Angela. Magia e stregoneria in Sardegna tra ‘800 e ‘900 (Nemapress Edizioni). Il libro racconta la vicenda, realmente accaduta, che ha come protagonista Angela Piroddi, una donna di Orotelli processata nel 1902 dal Tribunale di Nuoro, per “truffa” ed uso del “gioco delle carte”. Il libro è frutto di un lavoro di ricerca storica finanziato dall’Amministrazione di Orotelli e curato dalla Casa Editrice Nemapress di Neria De Giovanni, e rientra nelle attività di valorizzazione e tutela della storia e delle tradizioni locali.
Il fascicolo processuale è conservato nell’Archivio di Stato di Nuoro. Angela Piroddi è accusata di truffa, ma non solo. Alla donna si contesta l’uso di arti magiche e di medicamenti superstiziosi. In L’eredità di Angela viene ricostruita l’intera vicenda processuale, unita al racconto delle vicende familiari della protagonista, la quale ripercorre la storia delle sue antenate. Alla realtà storica si unisce una parte romanzata, alla storia vera, la storia verosimile. Arricchisce il lavoro un’appendice con dei mini saggi che riguardano l’arte della divinazione, la medicina popolare, le pratiche magiche-devozionali e antichi riti. Abbiamo chiesto ad Alessandra Derriu di raccontarci qualcosa di più di questa sua ultima opera.
Quando è stato il momento, durante il corso dei tuoi studi, in cui hai deciso di dare voce alle protagoniste processate per stregoneria in Sardegna?
Solitamente i fascicoli processuali ricostruiscono la vicenda giudiziaria, senza dare spazio a quella personale, vi si trovano le informazioni utili alle diverse fasi (es. denunce, testimonianze, dichiarazioni). Il ritrovamento di documenti che dessero informazioni anche sulla vita privata delle “protagoniste”, molto rari, mi ha spinto a raccontare al di là delle denunce e delle accuse, la storia, i pensieri di queste donne, dando spazio alle loro voci attraverso quanto su di loro avevo appreso in anni di studi e ricerche.
Come è stato accolto questo tuo ultimo saggio dalla comunità di Orotelli? Sei riuscita a organizzare qualche presentazione pubblica?
La comunità di Orotelli ha accolto il mio ultimo lavoro con entusiasmo e orgoglio, sono stata sostenuta nella mia ricerca dall’Amministrazione Comunale e dal sindaco Nannino Marteddu, che sta portando avanti tante iniziative di recupero e valorizzazione della propria storia e delle proprie tradizioni e dai cittadini che sono custodi attenti della memoria dei propri antenati e fieri di poterla recuperare e farla conoscere. Molta attenzione e stima ho ricevuto anche dai sardi e dagli orotellesi che vivono in altre regioni d’Italia e all’estero. Attendo, come tutti, che le restrizioni dovute al contenimento del Covid19 mi permettano di tornare tra la gente in sicurezza, con eventi pubblici, per poter presentare il libro, condividere le mie ricerche e confrontarmi con i lettori.
In Sardegna, specie in alcuni paesini dell’interno – ma non solo – l’arte della divinazione, il ricorso alla medicina popolare e alle pratiche magiche sono ancora diffuse. Che idea ti sei fatta in merito? Cosa porta le persone, ai tempi d’oggi, a sperare di alleviare le proprie sofferenze in tal modo?
La Sardegna è, anche per conformazione geografica, una regione dove l’isolamento ha sicuramente incentivato la conservazione e la sopravvivenza di tradizioni, pratiche e credenze antiche che, soprattutto nei paesi dell’interno, sono state meno intaccate dalla modernità e dal progresso, sono rimaste più genuine. A questo si aggiunge un grande rispetto per la nostra storia passata e per gli insegnamenti che ci vengono dagli anziani e da chi ci ha preceduto, nonché una grande attenzione per la natura che ci circonda e che cerchiamo di preservare nella sua unicità. Il ricorso a pratiche di medicina popolare, a riti, preghiere e orazioni trasmesse dalle nostre nonne, madri, zie, credo si sia mantenuto, in parte, perché legato alla religiosità popolare e a forme di devozione che fanno parte della nostra cultura, in parte per abitudine e senso di appartenenza. Resta poi, insito nell’uomo di qualsiasi provenienza territoriale e culturale, nel profondo del suo animo, il desiderio di trovare conforto nelle difficoltà della vita, rimedi oltre la medicina ufficiale, risposte ad eventi e domande alle quali non sappiamo dare risposta in altro modo.