Se il matrimonio è da sempre considerato uno degli eventi più belli ed emozionanti da vivere e a cui assistere, celebrarlo con un antico rituale del passato, richiamando tradizioni e simboli cari alla Sardegna, rende l’evento ancora più solenne e carico di significato.
È quanto succede ogni anno, la seconda domenica del mese di settembre, nel comune di Selargius, in provincia di Cagliari, dove, dal lontano 1962, si ripete il rito de “Sa Coja Antiga Cerexina”, l’antico sposalizio selargino, che riproduce fedelmente il rituale, davvero unico al mondo, dello storico matrimonio campidanese.
La Regione Sardegna ha inserito il matrimonio selargino tra le 11 feste tradizionali più importanti dell’Isola. A curare la manifestazione, giunta ormai alla sua 56esima edizione, è la Pro Loco di Selargius insieme al Gruppo Folk Kellarious. Dopo un 2020 in cui Selargius e tutta l’Isola hanno dovuto rinunciare a questo importante evento identitario, e con un’edizione 2021 ridimensionata a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, quest’anno il rito e la festa ritornano ai fasti del periodo pre-Covid. Le celebrazioni, che si svolgeranno dal 6 all’11 settembre 2022, vedranno come protagonista la coppia formata da Martina Rundeddu, 32 anni, selargina doc, e Samuele Zucca, 36 anni, di Cagliari ma residente ormai da anni a Selargius, che pronunceranno il fatidico sì, dopo quasi 15 anni di fidanzamento, dinanzi ad un’intera comunità pronta a fare da testimone al giorno più importante della loro vita.
I preparativi dell’antico sposalizio selargino cominciano, generalmente, da qualche giorno prima del matrimonio, con le vie del centro storico e le antiche case campidanesi che fanno da palcoscenico.
Già a partire dal giovedì o dal venerdì, l’atmosfera si fa magica con il rito de Sa cantada a is piccioccas (la serenata alle giovani ragazze), durante il quale le donne e gli uomini del Gruppo Folk Kellarious si recano nelle case campidanesi messe a disposizione dal Comune o da altri cittadini e qui, mentre le donne si affacciano alle finestre, gli uomini intonano canti d’amore in sardo.
La festa prosegue nel sabato che precede la cerimonia con il rito de Su trasferimentu de is arrobas, durante il quale i carri trainati dai buoi, is traccas, accompagnati da un corteo festante che sfila in abito tradizionale e da un gruppo di suonatori, trasportano il corredo e i mobili nella casa dove andranno ad abitare i futuri sposi.
Il grande giorno comincia già dalla domenica mattina presto con la vestizione dei due sposi nelle pollas, le antiche case campidanesi. Lo sposo, all’interno della Casa Canonico Putzu di via Roma, si prepara indossando un costume elegante della tradizione selargina, i cui colori principali sono il bianco e il nero, mentre la sposa, nella Casa Luigi Ligas di via Rosselli, si veste con un abito tradizionale di Selargius ricco e variopinto. Subito dopo i futuri consorti, pronti a lasciare la casa d’origine, ricevono la toccante benedizione da parte delle loro madri. Le due donne, infatti, lanciano sui loro capi del sale e del grano, in segno di buon auspicio e di prosperità, e poi frantumano il piatto che li conteneva secondo il rito de sa razia. Lo sposo può così raggiungere la casa in cui si trova la futura sposa, seguito da parenti ed amici e accompagnato dai suonatori delle launeddas, tipico strumento musicale a canne della tradizione isolana, e da un lungo corteo di gruppi folkloristici provenienti da tutta la Sardegna che indossano i coloratissimi abiti tradizionali, cavalieri e calessi addobbati a festa trainati da cavalli.




Inizia finalmente il vero corteo nuziale lungo le strade della città, ricche di decorazioni e gremite di partecipanti, che conduce i futuri sposi fino alla chiesa. Il rito religioso si svolge nella Chiesa Parrocchiale Maria Vergine Assunta e viene celebrato completamente in lingua sarda. Il momento più importante è quello dello scambio degli anelli: lo sposo infila il mignolo della mano destra in un piccolo anello collegato all’estremità di una catena d’argento che cinge la vita della sposa, sa cadena, simbolo dell’indissolubilità e dell’eternità del loro legame. All’uscita dalla chiesa un volo di colombe bianche e gli applausi del pubblico salutano i novelli sposi che raggiungono poi la piccola Chiesa romanica di San Giuliano, poco distante, per la promessa d’amore che viene trascritta su una pergamena, firmata dagli stessi coniugi e custodita in una teca dove vi rimarrà per 25 lunghi anni, trascorsi i quali potrà finalmente essere riaperta e letta.
La giornata di festa culmina con il banchetto nuziale, su cumbidu, ma l’evento in città prosegue anche durante la serata con uno spettacolo di canti e balli dei gruppi folk presenti. I numerosi visitatori che ogni anno arrivano da tutta l’isola e non solo, possono cogliere, inoltre, l’occasione per passeggiare tra le viuzze del centro storico, visitare mostre di artigianato e intrattenersi nelle bancarelle di prodotti e dolci tipici locali.
Durante le celebrazioni de Sa Coja Antiga Cerexina il comune di Selargius riesce così a rappresentare il fulcro delle tradizioni della Sardegna che sono riuscite a sopravvivere e ad essere tramandate di generazione in generazione, al confine tra passato e presente.
Per conoscere il programma completo e aggiornato dell’evento consultare è possibile consultare il sito ufficiale della Pro Loco di Selargius.