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Su Doladorgiu, la fortezza nuragica nel Supramonte di Baunei

Dominata dall’altopiano del Golgo ogliastrino, la costruzione fu eretta con funzione difensiva e in origine era corredata di torri per vegliare sulla vallata circostante

di Chiara Medinas
4 Gennaio 2023
in Archeologia
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
2.1k 21
Ricostruzione della fortezza nuragica di Doladorgiu di Elio Aste

Ricostruzione della fortezza nuragica di Doladorgiu di Elio Aste

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Dal punto di vista turistico, la Sardegna è una perfetta sintesi del detto “l’apparenza inganna”: sebbene sia circondata da un mare mozzafiato, essa può vantare l’esistenza di zone montane di notevole imponenza e bellezza. In particolare, la catena montuosa del Supramonte è una tra le più conosciute; collocata nella parte centro-orientale dell’isola, si estende su una superficie di 350 chilometri ed attraversa alcuni paesi del nuorese, come per esempio Baunei. Proprio in territorio baunese è presente Su Doladorgiu, complesso fortificato situato nel cuore della Valle del Golgo (NU). Arroccato su un colle stretto e roccioso, esso risalirebbe all’età nuragica, in un periodo compreso tra il 1800 a.C. e il III sec a.C.

L’appellativo con cui la fortezza è nota deriva dal suo scopritore, lo scrittore e fotografo naturalista Elio Aste, originario di Bolotana (NU); egli mostrò un’inclinazione all’arrampicata fin da giovane, fattore che lo condusse a dedicarsi alla speleologia e a scalare diversi rilievi in Sardegna. Nel maggio 1985, l’uomo si imbatté nei resti di una fortificazione nella località di Doladorgiu, nel Supramonte di Baunei; pertanto, decise di denominare l’edificazione “Fortezza di Doladorgiu”.

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Successivamente, lo studioso realizzò anche una ricostruzione ideale del luogo originario: stando a questo progetto, il meccanismo fortificato fu eretto a scopo difensivo e per tenere sotto controllo la vallata, spesso minacciata da rappresaglie nemiche provenienti dal mare. Per sopperire a tale bisogno, in principio erano presenti anche un nuraghe e delle torri, che rinforzavano ulteriormente il sistema di mura.

Altopiano del Golgo. 📷 Marcin Krzyzak
Altopiano del Golgo. 📷 Marcin Krzyzak

Al di là dell’aspetto peculiare del forte, altro elemento da considerare è la sua ubicazione nel territorio del Golgo: in origine, probabilmente esso costituiva il centro nevralgico di un’articolata rete di difesa. Oltre al Doladorgiu, essa comprendeva un insieme di nuraghi con i relativi villaggi, nei quali sono stati rinvenuti resti ceramici potenzialmente riconducibili all’età del Bronzo (1855-900 a.C.); col tempo, le strutture nuragiche subirono vari danni a seguito dell’impiego dei propri materiali per la creazione di ovili.

Tra gli esemplari prossimi al sito battezzato da Elio Aste, spicca il nuraghe Genna ‘e Sarmentu, noto anche come nuraghe Alvo. Realizzato in basalto,la sua complessa conformazione è ancora visibile entro la macchia mediterranea circostante; attualmente, è possibile ammirare una torre centrale alta 5 metri, attorno alla quale si sviluppava un corpo secondario con cortile. Un elemento interessante è legato alla presenza di 12 parti sporgenti dalle svariate forme, che prendono il nome di “mensole”, “beccatelli” o “mensoloni”; tali entità aggettanti caratterizzano le strutture nuragiche complesse e ciò è dimostrato anche da alcuni reperti, quali modellini e testimonianze decorative.

A meno di 2 chilometri di distanza da Doladorgiu trova collocazione il nuraghe Orgodùri, altro snodo dell’ipotizzato sistema difensivo. Il nome deriverebbe dal paleosardo, lingua parlata nell’isola in epoca preromana e riscontrabile nella radice “org-”, cioè “sorgente”. Dal punto di vista costruttivo, esso si identifica con il modello “a tholos”, ossia con pianta circolare e forma tronco-conica; oltre ad un edificio centrale, in passato l’area era protetta da un bastione e almeno 2 torri aggiunte più tardi. Inoltre, tutt’intorno sono stati rilevati i resti un villaggio, comprendente circa una ventina di capanne dalla foggia rotondeggiante.

Nuraghe Orgodùri
Nuraghe Orgodùri

Nonostante le suggestive ipotesi formulate, tuttora non si conosce il reale ruolo della fortezza e degli adiacenti nuraghi. La tesi difensiva trova riscontro nel fatto che il lato sud-ovest della vallata – in corrispondenza del varco naturale “Bacu Dolcòlce” – era più esposto e facilmente valicabile. Tale pericolo comportò la nascita di recinti fortificati ad est, all’interno dei quali potessero trovare riparo milizie, nuclei abitativi limitrofi e il bestiame; l’espediente avrebbe permesso di resistere agli attacchi esterni fino all’arrivo dei soccorsi. A riprova ulteriore della questione intervengono anche i numerosi ritrovamenti murari, realizzati con pietre calcaree.

La fortezza nuragica di Doladorgiu si trova presso l’altopiano del Golgo a Baunei (NU) ed è raggiungibile solo a piedi; giungendo da Cagliari o da Sassari, è possibile arrivare nelle vicinanze percorrendo la Strada Statale 125. Riguardo ai nuraghi, per informazioni su eventuali visite guidate ed orari di apertura si può consultare il sito del comune di Baunei oppure contattare il relativo InfoPoint.

Tags: archeologiaBauneiciviltà nuragicaElio AsteGolgoSu Doladorgiu
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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