Viaggio nell’universo femminile – attraverso le storie di intellettuali, artiste, politiche e attiviste che con le loro battaglie ideali, il loro pensiero e le loro opere hanno contribuito a cambiare il mondo – con “Donne Guerriere”, uno spettacolo del Teatro Popolare d’Arte (in collaborazione con Luce appare e Funambulo), da un’idea di Francesco Magnelli, con Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, protagoniste sulle note di Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni) e Andrea Salvadori (chitarre, tzouras e elettronica) per la regia di Gianfranco Pedullà, che firma anche la drammaturgia insieme con Manuela Critelli, in cartellone oggi (martedì 28 febbraio) alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia, mercoledì 1 marzo alle 21 al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri e infine giovedì 2 marzo alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale sotto le insegne della Stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una performance raffinata e intrigante per rievocare, in un alternarsi di monologhi, dialoghi e canzoni originali o attinte al vasto repertorio della musica popolare, figure emblematiche del passato ma anche del tempo presente, dalla scrittrice Virginia Woolf a Rosa Parks, divenuta simbolo del movimento per i diritti civili, da Nilde Jotti, combattente partigiana e prima presidente della Camera dei Deputati, a Anna Magnani, icona del cinema italiano nel mondo, accanto alla badante Ludmilla e Luciana, giovane operaia licenziata prima della nascita di un figlio. Nel vivido affresco della società, tra riflessioni sul ruolo e la condizione delle donne, tra difficili conquiste e impegno quotidiano per raggiungere una parità che spesso resta ancora un miraggio, almeno in Italia, affiorano elementi autobiografici: Ginevra Di Marco e Gaia Nanni parlano anche di sé, delle proprie esperienze e della propria vita, delle proprie aspirazioni e dei propri sogni.
Focus sulla cantautrice siciliana Rosa Balistreri, straordinaria cantastorie dalla voce indimenticabile, arcaica e vibrante, capace di raccontare il dolore e la rabbia degli ultimi e dei diseredati e sull’etnomusicologa e cantante Caterina Bueno, ricercatrice e attenta interprete dei canti tradizionali e del folklore, dal Nuovo Canzoniere Italiano a “Bella Ciao” a Spoleto, fino ai “Canti di Maremma e d’Anarchia”: due artiste diversissime, per formazione e temperamento, che hanno entrambe fortemente contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione della musica popolare.
«“Donne Guerriere” parla di chi si batte – con le armi delle parole, del racconto, del canto, dei gesti esemplari – contro le violenze e le discriminazioni subite dalle donne» – sottolinea nella presentazione il regista Gianfranco Pedullà. «Lo spettacolo, che intreccia continuamente musica e teatro, non è scritto in forma di teatro canzone o di teatro di narrazione; piuttosto è un caleidoscopio di frammenti scenici che tendono alla ricomposizione dei linguaggi: il canto, il monologo, il dialogo, la musica, il ritmo, la poesia. Una cosa nuova ma, in realtà, molto antica».
Sotto i riflettori Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, una cantante e un’attrice che a tratti si “scambiano” i ruoli, alternandosi nella recitazione e nella narrazione, come nel canto, in una pièce che è un inno alla sorellanza e all’amicizia, alla comprensione e alla solidarietà: in scena la fragilità e la forza, la delicata sensibilità, il coraggio e la determinazione, il desiderio di riscatto, le antiche e nuove lotte per l’emancipazione femminile e per l’eguaglianza.
Voce dei CSI accanto a Giovanni Lindo Ferretti, e poi nel nuovo progetto dei PGR, Ginevra Di Marco (Premio Maria Carta 2016) porta avanti parallelamente la sua carriera solista, con album come “Trama tenue” (Targa Tenco e il Premio Ciampi come miglior disco di esordio) e “Disincanto”, “Donna Ginevra” (Targa Tenco 2009) e “Canti, richiami d’amore”, lo spettacolo “Stazioni Lunari” e il prezioso sodalizio con Margherita Hack da cui nasce “L’Anima della terra vista dalle Stelle”. E ancora il recital “Poesie senza patria” con Luis Sepúlveda e la moglie, la poetessa Carmen Yanez, poi il disco “La Rubia canta la Negra” dedicato a Mercedes Sosa, l’album “Ginevra Di Marco & Cristina Donà” e ancora “Quello che conta – Ginevra canta Luigi Tenco”.
Attrice di teatro e di cinema, Gaia Nanni, una nomination al Premio Ubu con “La Meccanica dell’Amore” di Alessandro Riccio, vincitrice del Premio per il Cinema Renzo Montagnani 2019, ha all’attivo un’intensa carriera, in cui ha collaborato tra gli altri con Ferzan Ozpetek, Gianfranco Pedullà, Claudio Morganti, Maurizio De Giovanni, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani e Leonardo Pieraccioni, che l’ha voluta in “Se son rose”. Artista eclettica, spazia tra diversi genero e registri, dalla commedia al dramma: tra “Il Metodo Grönholm”, “Addiction” e “Fiabe Nocive”, “Caffè Santiago de Cuba”, “Sottobanco”, “Nozze di Sangue”, “La Meccanica dell’Amore” e il musical “La Sposa Cadavere”, anche i “Dialoghi sulla Repubblica” con Sandro Lombardi e una commedia di Massimiliano Bruno, “Gli Ultimi saranno Ultimi”.
“Donne Guerriere” è uno spettacolo intessuto di emozioni, sul filo delle note e delle parole, per esprimere le molteplici sfaccettature e la complessità dell’universo femminile, riscoprendo il valore dell’impegno e della responsabilità, della coerenza e delle scelte personali nel disegnare un destino comune, attraverso un racconto a due voci, impreziosito dalle musiche originali e dalla drammaturgia musicale di Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli e Andrea Salvadori, con scene di Franco Venturi e costumi di Alessandrajane, disegno luci di Gianni Pollini e suono di Vladimir Jagodic (con la collaborazione ai movimenti attoriali di Paola Vezzosi – foto di Alessandro Botticelli): un lavoro denso di suggestioni sonore, tra echi della cultura popolare e brani inediti, dedicato, come ricorda il regista Gianfranco Pedullà, «a tutte le donne che creano e ricreano simbolicamente la vita».
Un ritratto “corale” per rendere omaggio «alle “donne guerriere” del nostro tempo, vere combattenti che, con le loro scelte e la loro stessa vita, sono diventate pagine autentiche e indelebili della nostra memoria» – si legge nella presentazione –. In scena «le vite di chi ha saputo costruire il proprio futuro e di chi, come molti, cerca di immaginare e il proprio. Donne operaie, militanti della parola e della canzone, passando da Rosa Balistreri a Caterina Bueno, per tornare a Ginevra e Gaia e, tramite loro, a tutte le donne di oggi. Un racconto collettivo ironico e profondo che lega “noi” e “loro” con tante parole e musiche dal vivo, che ci facciano ancora ballare e ritrovare insieme».