Nuoro. Anche quest’anno torna in città l’appuntamento con la stagione teatrale de La Grande Prosa e Danza organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, in collaborazione con la compagnia Bocheteatro, il patrocinio e il sostegno del Comune di Nuoro, della Regione Sardegna e del ministero della Cultura e il contributo della Fondazione di Sardegna.
L’evento è stato presentato stamattina in Comune dall’assessore alla Cultura Salvatore Picconi, dall’assessora al Bilancio Rachele Piras, dalla direttrice artistica del CeDac Valeria Ciabattoni e dal direttore artistico di Bocheteatro Giovanni Carroni.
Otto i titoli in cartellone che dall’8 novembre al 7 maggio 2024 saranno messi in scena sul palco del Teatro Bocheteatro. Una programmazione variegata che spazia tra differenti generi e stili, dal registro ironico della commedia a quello intimistico di un diario privato, dalle cronache dal fronte alla presa della Bastiglia con la caduta dell’ancien régime, da un ritratto di famiglia a un viaggio nelle periferie tra vite ai margini, tra nuovi esodi e relazioni complicate all’inizio del terzo millennio.
Ouverture con brio – mercoledì 8 novembre alle 20:30 – con “Il marito invisibile”, divertente commedia scritta e diretta da Edoardo Erba e interpretata da Maria Amelia Monti e Marina Massironi, nei ruoli rispettivamente di Fiamma e Lorella, con scene di Luigi Ferrigno, costumi di Nunzia Russo, musiche di Massimiliano Gagliardi, disegno luci di Giuseppe D’Alterio e realizzazione video a cura di Davide Di Nardo e Leonardo Erba – produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo. La pièce racconta le vicende di due amiche, Fiamma, imprigionata nella routine di un matrimonio senza più slancio né passione, con un marito assente e Lorella che invece si è appena sposata, contraddicendo la sua proverbiale sfortuna in amore, con un uomo apparentemente perfetto, affascinante e gentile, che però ha «… non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile». Fiamma preoccupata per la salute mentale dell’amica, decide di aiutarla ma – si legge nelle note – «non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità».
Racconti dal fronte – mercoledì 6 dicembre alle 20:30 – con “Bachisio Spanu / L’epopea di un contadino sardo alla guerra”, libero adattamento di Marco Parodi, che firma anche la regia, da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu, con inserti tratti da “Roccu ‘u stortu” di Francesco Suriano (tradotti in campidanese da Rossana Copez) – produzione Bocheteatro. Sotto i riflettori, Giovanni Carroni presta volto e voce a uno dei soldati inviati in prima linea in un conflitto sanguinoso. «Il protagonista è un fante della Brigata Sassari, un contadino della Sardegna che è al tempo stesso uno storico che espone, con i suoi poveri mezzi, in una lingua semplice, la terribile cronaca della Grande Guerra» – spiega Marco Parodi –. Il monologo è integrato da frammenti di “Roccu ‘u stortu”, tra «continui flash-back frutto di una memoria ingolfata da immagini terrificanti di morte e distruzione». Una narrazione coinvolgente, tra lo sgomento dei soldati e la lucida consapevolezza degli ufficiali, «esacerbati dalla continua e immediata visione di una morte certa e infeconda».
Il fascino della danza contemporanea – domenica 4 febbraio alle 20:30 – con il “Trittico” firmato da Adriano Bolognino, uno dei più talentuosi e apprezzati giovani coreografi italiani, per Körper / Centro Nazionale di Produzione della Danza: in programma tre creazioni dell’artista partenopeo, tra l’incantevole “Come Neve”, l’abbraccio de “Gli Amanti” e la riflessione sulla condizione femminile sottesa a “Your Body is a Battleground”. Si ispira al candido manto dell’inverno, “Come Neve” con Rosaria Di Maro / Roberta Fanzini e Noemi Caricchia su musiche di Olafur Arnalds/Josin, con i costumi del Club dell’Uncinetto di Napoli, frutto di una ricerca sullo «stare bene». L’immagine di due corpi intrecciati ne “Gli Amanti”, dal calco di Pompei, con Rosaria Di Maro e Roberta Fanzini, su musiche di Akira Rabelais, racconta il segreto di un amore oltre la morte. Infine “Your Body is a Battleground”, dalla celebre opera di Barbara Kruger per la marcia delle donne di Washington, con Rosaria Di Maro e musiche di Moderat/Jon Hopkins, indaga sul ruolo e sulla libertà delle donne.
Tra parole e note per un affresco della società – giovedì 29 febbraio alle 20:30 – con “Family / A Modern Musical Comedy” scritta e diretta da Gipo Gurrado, che firma testi e musiche di quest’opera originale ispirata alla complessità (e ambiguità) dei legami di sangue e d’affetto, tra persone che non si sono scelte e spesso non si somigliano, o si somigliano troppo – produzione Elsinor / Centro di Produzione Teatrale, con il contributo di NEXT-Laboratorio delle Idee. Una raffinata commedia musicale per raccontare, con ironia e leggerezza, l’evolversi dei rapporti umani durante una convivenza o frequentazione obbligata, con canzoni originali e monologhi in musica in cui i vari personaggi si mettono a nudo e espongono le proprie ragioni. Dopo “Supermarket”, un bestiario contemporaneo in musica, Gipo Gurrado ora descrive una famiglia, anzi una “family”, come tante altre, attingendo alla tradizione cantautorale italiana, da Giorgio Gaber a Enzo Jannacci e Lucio Dalla per comporre il suo mosaico di storie ed emozioni, indagando le nevrosi del mondo di oggi.
Diario di un’esistenza – venerdì 15 marzo alle 20:30 – con “Storia di un corpo” di Daniel Pennac con Giuseppe Cederna nel ruolo del protagonista e con adattamento e regia di Giorgio Gallione, scene di Marcello Chiarenza, disegno luci di Andrea Violato, elaborazioni musicali di Paolo Silvestri e progetto fonico di Luca Nasciuti, abito di scena di Dresscode di Fabio Porta – produzione Produzioni Fuorivia e Agidi (residenza artistica con il sostegno di Passo Nord). Viaggio tra pensieri, ricordi, emozioni e sensazioni, “Storia di un corpo” rappresenta il dono di un padre alla figlia adorata, un’intima confessione con le puntuali annotazioni dall’adolescenza fino alla fine. Un uomo (si) racconta, in chiave quasi proustiana: riaffiorano «la voce anaffettiva della madre, gli abbracci silenziosi del padre, l’odore accogliente dell’amata tata, il dolore bruciante di una ferita, il sapore dei baci della donna amata». Una vicenda unica ed insieme universale – come si legge nelle note: «la sola esperienza che ci fa davvero tutti uguali, noi grandiosi e vulnerabili esseri umani».
Venti di rivoluzione – martedì 26 marzo alle 20:30 – con “Ottantanove”, con drammaturgia e regia di Elvira Frosini e Daniele Timpano, anche protagonisti sulla scena insieme con Marco Cavalcoli, con la collaborazione artistica di David Lescot e Francesca Blancato, disegno luci di Omar Scala, scene e costumi di Marta Montevecchi, musiche originali e progetto sonoro di Lorenzo Danesin (l’immagine del manifesto è di Valentina Pastorino) – produzione Teatro Metastasio di Prato, SCARTI / Centro di Produzione Teatrale di Innovazione in collaborazione con Kataklisma Teatro e Teatro di Roma / Teatro Nazionale. Elvira Frosini e Daniele Timpano si interrogano sull’influenza della Rivoluzione Francese e sulle conseguenze della caduta del muro di Berlino: due eventi che cambiarono il volto dell’Europa. «“Ottantanove” non vuole raccontare la Storia, ma immergersi in un mito fondativo» – sottolineano gli autori, che affrontano «l’attuale crisi della democrazia» con una cifra ironica e spiazzante, partendo dagli antichi ideali per arrivare alla realtà contemporanea.
Uno sguardo poetico sul dramma dei migranti – mercoledì 10 aprile alle 20:30 – con “Colpevoli di Viaggio”, uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Monica Corimbi e liberamente ispirato ai testi di Erri De Luca, con musiche originali di Gianpaolo Selloni e installazione video di Laura Mascia – produzione Bocheteatro. Una narrazione per “voce sola” in cui confluiscono le storie di donne e uomini, vecchi e bambini costretti a lasciare la loro patria per affrontare l’ignoto: creature senza volto, perdute nel deserto o annegate nel mare, o finalmente approdate su coste inospitali, dove la fuga da guerre, persecuzioni, fame diventano un “reato”. “Colpevoli di Viaggio” è un tentativo di dare voce al dolore e alla disperazione di chi non ha voce: la pièce parla del significato della “speranza” per chi non ha più nulla da perdere, ma porta con sé una valigia piena di ricordi e sogni, come delle cause complesse e stratificate delle moderne migrazioni, e di «quanto spesso non vengano rispettati i diritti dei migranti».
Una favola moderna e surreale – martedì 7 maggio alle 20:30 – con “Rumba”, ovvero “L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato” di e con Ascanio Celestini, con musica e voce di Gianluca Casadei e la voce di Agata Celestini, immagini dipinte di Franco Biagioni, sound design di Andrea Pesce e disegno luci di Filip Marocchi – produzione Fabbrica, Fondazione Musica per Roma, Teatro Carcano e Comitato Greccio 2023. Si ispira alla storia del Santo di Assisi, il “giullare di Dio”, la pièce che tra uno sguardo al cielo e alle stelle, «così tante che non si possono contare» e uno sguardo sulla terra con i suoi splendori e le sue miserie, le ingiustizie e le discriminazioni, racconta degli ultimi e dei diseredati. Tra le figure del moderno “presepe” nel parcheggio di un supermercato, vicino ai barboni che chiedono l’elemosina e i facchini africani, «Giobbe, magazziniere analfabeta, la Signora delle Slot, ex prostituta che s’è ricomprata la libertà e lo zingaro che ha cominciato a fumare a otto anni…».
L’abbonamento a 8 spettacoli costa €85 euro (intero), €75 euro; i biglietti per i singoli spettacoli: intero €20, ridotto €15; per la rappresentazioni “Bachisio Spanu” e “Colpevoli di viaggio”, intero €10, ridotto €7. Per informazioni e prenotazioni: bocheteatro.com, tel. 0784/203060 – cell. 338/7529106.
Cedac-Nuoro-Stagione-2023-2024