Viaggio nel mondo incantato delle fiabe di Hans Christian Andersen, tra imperatori vanesi e piccole fiammiferaie, per riascoltare le avventure di un soldatino innamorato e i ricordi di una vecchia teiera, in un’anticipazione di “Teatro e Marmellata”, la rassegna dedicata a ragazzi e famiglie organizzata dal Teatro del Segno e inserita nel progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro”: stasera (domenica 12 marzo) alle 17:00 al TsE di via Quintino Sella, nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari (con due matinées per le scuole lunedì 13 e sabato 14 marzo alle 9:30) va in scena “Io, Andersen”, originale e immaginifico spettacolo con ideazione, drammaturgia, regia e illustrazioni di Marco Nateri, anche protagonista sotto i riflettori nel ruolo del celebre scrittore e poeta danese, accanto all’attrice e incisora Anna Paola Marturano, per far rivivere storie e personaggi nati dalla fantasia di un artista.
“Io, Andersen”, coproduzione del Teatro del Segno e de Il Crogiuolo, con le voci “fuori campo” (in ordine alfabetico) di Rita Atzeri, Lucia Bendia, Maria Grazia Bodio, Stefano Ledda, Evelina Nazzari, Alessandro Pala Griesche, Blas Roca Rey, Monica Rogledi, Monica Zuncheddu e dei piccoli Aura Camba e Edoardo Zoccheddu e le selezioni musicali di Fabiano Varani, i costumi di Marita Balasz e i movimenti coreografici curati da Luigia Frattaroli, è un omaggio all’autore de “Il brutto anatroccolo” e “La principessa sul pisello”, “La sirenetta” e “La regina delle nevi”.
Marco Nateri, affermato costumista e scenografo di fama internazionale, con all’attivo collaborazioni con artisti come Marco Gagliardo, Marco Parodi, Rino Sudano, Carlo Quartucci, Riccardo Reim, Andrea Dosio, Lelio Lecis, Primo Antonio Petris e Piera Degli Esposti, già più volte cimentatosi con la regia, ricrea in una sorta di colorato atelier, tra raffinati giochi di luci e ombre e oggetti animati, le atmosfere delle novelle di Hans Christian Andersen dove una dimensione onirica e fantastica si sposa a note di crudo realismo, tra spunti scaturiti dall’osservazione della natura e echi e rimandi alle ballate e ai racconti popolari ascoltati nell’infanzia a Odense, sull’Isola di Fionia.
“Io, Andersen” rappresenta una sorta di poetico e evocativo teatro della memoria, dove tra voli di rondini e sorprendenti metamorfosi riecheggiano le vicende emblematiche di donne e uomini, bambine e bambini, ma anche soprammobili e giocattoli, delicate porcellane e preziosi semi: come quando si sfoglia un libro illustrato, le parole della favola si traducono in scenari agresti e ambientazioni più cittadine, in cui spiccano gli insoliti “eroi” e “eroine” alle prese con le loro piccole e grandi tragedie, con segrete aspirazioni e desideri che inaspettatamente si avverano o al contrario si traducono in amaro disincanto. Lo spirito fanciullo dell’artista danese, così vicino alla sensibilità e alla purezza dell’età dell’innocenza, pur con la consapevolezza del dolore e della perdita, si incarna nelle creature descritte dalla penna, che fuoriescono dalle pagine per “recitare” la loro parte sul palcoscenico, per la gioia e il divertimento di grandi e piccini.
Tra eleganti silhouettes proiettate su uno schermo e stormi di uccelli e farfalle danzanti, Marco Nateri con la complicità di Anna Paola Marturano conduce gli spettatori nel meraviglioso mondo del teatro dove tutto può accadere per realizzare, come in un sogno a occhi aperti, quelle trame lievi e intrise di lirismo che continuano a appassionare i lettori, create nel XIX secolo dal ragazzo solitario, figlio di un ciabattino e cresciuto nella più dura miseria, prima di trasferirsi nella capitale in cerca di fortuna e riuscire, in virtù del suo talento, a diventare uno degli autori più ammirati e conosciuti, simbolo della cultura della Danimarca.
Focus sulla figura e soprattutto sull’universo fiabesco dello scrittore, la cui esistenza travagliata, specialmente negli anni della prima giovinezza, fino a che la sua brillante intelligenza e la sua vena fantastica non gli permisero di accedere agli studi superiori e di raggiungere il successo, sembra quasi un romanzo: “Io, Andersen” è (quasi) un (auto)ritratto dell’artista, impersonato da Marco Nateri, trasfigurato in un personaggio enigmatico di sognatore e affabulatore, “regista” di una spettacolare mise en scène le cui storie si materializzano sul palco, in un intrigante divertissement adatto a un pubblico di ogni età.