Viaggio tra le righe de “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi per Legger_ezza 2023, il progetto del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna inserito nel programma di Cagliari dal Vivo 2023: si parte oggi alle 10:00 con una matinée per le scuole e con due repliche pomeridiane domani e domenica 8 ottobre alle 17:30 negli spazi de La Fabbrica Illuminata in via Falzarego n. 35 a Cagliari di “Pinocchio… dove vai?” da un’idea di Marco Nateri, costumista e scenografo di fama internazionale, che grazie a un grande libro pop-up e al meraviglioso gioco del teatro rievoca il mondo fantastico dello scrittore fiorentino.
Il fascino di una favola ottocentesca, in bilico fra un racconto picaresco e un romanzo di formazione, incentrata sulla figura immortale del ragazzo fatto di legno, come una marionetta ma animata e capace di parlare e pensare, come se per magia avesse ricevuto il soffio della vita, continua a conquistare grandi e piccini, come dimostra il successo del film d’animazione di Guillermo del Toro (meno fortunato invece il remake della storica versione della Walt Disney Productions, realizzato nel 2022 da Robert Zemeckis). Il personaggio di Pinocchio rappresenta un moderno archetipo, emblema di una eterna giovinezza, di uno spirito fanciullo, con la sua straordinaria energia e una certa dose di sventatezza, una speciale abilità nel mettersi nei guai e combinare marachelle, ignorando saggi consigli e raccomandazioni degli adulti, oltre a un certo gusto per lo scherzo, una insaziabile curiosità, unita all’insofferenza per lo studio e l’impegno, con una naturale inclinazione per non dire vocazione per il divertimento.
“Pinocchio… dove vai?” riparte dalla letteratura, per riscoprire la figura del celebre burattino nato dalla penna di Carlo Lorenzini, in arte Collodi e tutti gli altri personaggi, a partire dal falegname Geppetto, cui non par vero di trarre da un ciocco di legna da ardere una figura capace di colmare idealmente la sua solitudine, senza neppure lontanamente immaginare fin dove l’avrebbe portato quel desiderio, forse inconfessato, di un figlio e poi l’enigmatica Fatina dai Capelli Turchini, il Gatto e la Volpe, ambigua coppia di malfattori, e Lucignolo, il ragazzo ribelle e disincantato che conduce l’amico sulla cattiva strada… finché dopo varie peripezie l’insolito “eroe” si ritrova nel ventre del Pescecane. Uno spettacolo – quasi – metateatrale, dove la Maestra Fantasia, sfogliando un volume illustrato e “tridimensionale” conduce grandi e piccini alla riscoperta di una storia ricca di elementi misteriosi e soprannaturali, ma anche caratterizzata da un crudo realismo: “Pinocchio… dove vai?” è un progetto originale di Marco Nateri, in collaborazione con Maria Grazia Bodio (produzione Il Crogiuolo) che prevede una seconda parte “interattiva”, con un breve laboratorio in cui si impara a costruire un teatrino in miniatura, fatto di cartone, impreziosito da stoffe e carte colorate, in cui gli artisti in erba potranno rappresentare le avventure del burattino più famoso del mondo e tante altre storie e personaggi inventati…
«C’era una volta… un pezzo di legno» –inizia così, la storia di Pinocchio, nella bottega di Mastr’Antonio, meglio noto come Mastro Ciliegia, alle prese con un ceppo parlante che non vuol saperne di diventare la gamba di un tavolo, e si lamenta e pare farsi beffe di lui, tanto che egli sarebbe ben contento di liberarsene consegnandolo a Mastro Geppetto, anche lui falegname, quando costui si presenta alla sua porta e gli spiega: «Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno; ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino…». Sotto i riflettori l’attrice Maria Grazia Bodio insieme con Marco Nateri per ripercorrere la trama nota eppure sorprendente, piena di sfaccettature e coups de théâtre, tratti onirici e fantastici, accanto a note umoristiche e perfino satiriche (basti pensare alle riflessioni sulla questione della giustizia) sulla falsariga del capolavoro di Collodi.
Quel pezzo di legno che un bel giorno si risveglierà bambino, capace di ridere e piangere e provare emozioni, abbandonando il corpo-marionetta per reincarnarsi in una creatura vivente (e dunque mortale) destinata a crescere e diventare adulta, che può bruciarsi i piedi per distrazione ché tanto il suo “babbino” glieli potrà rifare, persino più belli, ma avverte comunque i feroci morsi della fame, indossa un vestituccio di carta e un cappellino di mollica di pane e si confonde con le altre marionette nel teatro di Mangiafuoco fa ormai parte dell’immaginario collettivo. Facile identificarsi con quel monello, sempre pronto a scappare per conoscere il mondo, ma anche a riconoscere i propri errori, salvo poi commetterne di nuovi: si lascia incantare dallo spettacolo dei burattini, pronto persino a gettarsi nel fuoco per salvare un Arlecchino, poi insegue il miraggio dell’albero degli zecchini nel “campo dei miracoli” dove finisce impiccato in una notte oscura, tratto in inganno dalla Volpe e dal Gatto con l’illusione di una facile ricchezza.
Al termine dello spettacolo compare… Mangiafuoco: «Voi vorreste mettere in scena il vostro Pinocchio?». Il burattinaio «racconta delle tante macchinerie che si fanno a teatro» e invita i piccoli a creare le maschere con materiale riciclato, con carta, con cartoncino, tessuto, colla e forbici e pinzatrici… per realizzare un palcoscenico in miniatura per i personaggi della fantasia.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito cedacsardegna.it.