“La vittoria di Icaro” è il nuovo romanzo di Riccardo Prini, dopo l’opera d’esordio “L’Enigma di Flamel”, pubblicata nel 2023; questi testi sono i primi due volumi della serie “Dalla Alchimia alla Scienza”.
Il filo conduttore della collana è la trasformazione spirituale dell’individuo: dal processo alchemico dell’opera al nero descritto nel primo libro, il Nigredo, fino alla fase dell’Albedo o dell’opera al bianco nel secondo; si attende quindi il terzo romanzo che andrà a chiudere il ciclo alchemico per scomporre e ricreare la materia con la fase Rubedo, detta anche opera al rosso.
Ne “La vittoria di Icaro”, l’autore integra le scoperte in materia di entanglement quantistico proponendole in chiave tecno thriller, e rendendole comprensibili anche a chi è a digiuno di tali concetti. Ci troviamo nel 2040 nella Base Quantum, sita in una landa desolata della Lapponia svedese, flagellata da violente tempeste di neve: alcuni scienziati, con a capo l’ingegnere Albert Harrison, sono a lavoro su un esperimento che potrebbe cambiare le sorti dell’universo. Il progetto Shadowlink ha lo scopo di utilizzare le nuove frontiere della fisica quantistica per creare dei sistemi di comunicazione, che non presentino ritardi nelle trasmissioni tra pianeti posti ovunque nello spazio siderale. Un obiettivo ambizioso, che Albert persegue ormai da tutta la sua carriera di scienziato; aiutato dal suo braccio destro, la giovane e geniale Lorena Dubois, sa che farebbe qualsiasi cosa e che impiegherebbe qualunque mezzo pur di raggiungere il traguardo tanto agognato. E purtroppo non solo lui: alcuni individui molto potenti vogliono mettere le mani su una scoperta che avrà degli esiti inimmaginabili. Fino a che punto è però lecito spingersi a forzare le leggi della fisica?
Riccardo Prini riflette e fa riflettere su un tema molto dibattuto nella nostra contemporaneità: l’annoso dilemma tra il progresso scientifico e l’etica che dovrebbe muovere le azioni di ogni persona coscienziosa è al centro di questo romanzo, in cui si va a pescare addirittura dalla mitologia per ricordare agli uomini di non credersi onnipotenti. Nel mito di Icaro, in cui si narra della sua tragica fine dopo aver volato troppo vicino al sole, è rappresentata la fragilità e insieme la grandezza della razza umana, la quale è capace di imprese straordinarie che però dovrebbero sempre tenere conto degli alti costi dell’ambizione – «Lorena comprese che non era solo l’universo ad essere vasto e inesplorato. Anche le aspirazioni umane, nella loro forma più audace, erano un universo a sé, ricco di meraviglie ma anche di abissi insondabili».
Nell’opera “La vittoria di Icaro” la ricerca scientifica può unire così come separare gli esseri umani, non solo dalla loro appartenenza alla Natura ma anche dai loro stessi simili; l’autore racconta di viscidi giochi di potere, e di segreti e manipolazioni che porteranno una famiglia ai ferri corti. Il messaggio che resta, alla fine, è quanto sia prezioso il rispetto per la libertà umana, da difendere a qualunque costo e da anteporre a qualsiasi egoismo.