Il primo febbraio prenderà avvio la 72esima edizione del Festival di Sanremo, per il terzo anno consecutivo sotto la guida di Amadeus. Oggi la kermesse è una vera e propria istituzione, ma dalla prima edizione ha fatto molta strada, ha cambiato location, pubblico e format, fino a diventare un prodotto commerciale amato, odiato e sempre al centro delle polemiche. Ma come è iniziata questa tradizione?
La prima edizione del festival della canzone italiana si tenne il 29 gennaio del 1951 nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo. Gli spettatori erano pochi e mentre cenavano seduti attorno ai tavolini, i cantanti si esibivano. Nessuno credeva che l’evento avrebbe avuto successo e si racconta addirittura che, per la seconda serata, gli organizzatori furono costretti a convincere gli spettatori a tornare, nonostante l’esiguo costo del biglietto. Inoltre, i cantanti in gara erano solo tre perché a contare ai fini della competizione erano le canzoni e non gli interpreti. Per l’intera durata degli anni Cinquanta, i brani in gara furono 20, mentre i cantanti passarono da tre a cinque, per poi aumentare. Nel 1953 qualcosa iniziò a cambiare: sparirono i tavolini e si decise di far accedere gli ospiti solo con invito. Sembra che i bagarini ne vendessero alcuni sottobanco all’esorbitante cifra di 10.000 lire. La stampa iniziò ad interessarsi sempre più del fenomeno e due anni dopo il festival arrivò in televisione. L’opinione pubblica iniziava a parlare della manifestazione, si interessava dei suoi cantanti e cominciava a canticchiare le loro canzoni. A fine decennio arrivò sul palco Domenico Modugno con la canzone italiana per eccellenza, “Nel blu dipinto di blu”, che entrò nella storia della musica con la sua melodia dal sapore di libertà.
Negli anni Sessanta un’armata di debuttanti cambiò i connotati del festival. Tra loro c’era Mina con le sue “Mille bolle blu”, Little Tony e Adriano Celentano con “24000 baci” e poi Gino Paoli, Lucio Dalla e Lucio Battisti. Nel 1967 un primo evento drammatico sconvolse però il festival e tutti gli italiani: Luigi Tenco, che si era presentato con la canzone “Ciao amore, ciao”, dopo l’eliminazione dalla competizione si suicidò nella sua camera d’albergo. Il decennio successivo, quello degli anni Settanta, vide compiersi diversi cambiamenti a livello di formule, location e cantanti. Mike Bongiorno diventò quasi conduttore fisso e nel 1977 fu lui a officiare la nuova sede al teatro Ariston e il debutto della televisione a colori. Tra le novità, inoltre, l’apertura della kermesse anche alla musica internazionale.
Gli anni Ottanta si aprirono con Roberto Benigni alla conduzione insieme a Claudio Cecchetto e alla valletta Olimpia Carlisi. L’edizione fu molto discussa e passò alla storia per due episodi: il monologo di Benigni nel quale apostrofava con l’epiteto ‘Wojtylaccio’ il nuovo papa, Giovanni Paolo II, e l’irriverente bacio, “il più lungo della tv”, tra Benigni e la Carlisi. Gli anni Ottanta sono anche quelli di Gianni Morandi con “Mariù”, Toto Cutugno con “Solo noi”, Loretta Goggi con “Maledetta primavera”, Al Bano e Romina con “Felicità” e tra gli esordienti i giovani Vasco Rossi, Zucchero e Mia Martini. L’edizione del 1989 fu segnata dalle polemiche per gli interventi comici di Beppe Grillo, che si portò a casa una querela per aver comunicato in diretta il suo compenso e aver letto delle false penali previste dal contratto nel caso in cui avesse detto che “i socialisti rubano”. Gli scandali a Sanremo non sono mai mancati, negli stessi anni la cantante Patsy Kensit indossò un vestito che durante l’esibizione le lasciò il seno scoperto. L’accaduto occupò le prime pagine delle riviste di gossip per giorni.
Dal 1992 condusse il Festival Pippo Baudo e l’anno dopo Laura Pausini debuttò e vinse nella categoria Novità con “La solitudine”.Tra i giovani quell’anno fecero il loro esordio anche Giorgia, Andrea Bocelli, Alex Baroni e Mikimix (conosciuto ora come Caparezza). Un evento ruppe la tranquillità di quelle serate del festival: un uomo minacciò di buttarsi dalla galleria dell’Ariston ma il conduttore gli si avvicinò con cautela e riuscì a farlo scendere.
Gli anni Duemila hanno inizio con una serie di polemiche per un’invasione di cantanti dei talent. Nel 2010, edizione condotta da Antonella Clerici, ci furono diverse proteste per la classifica finale e i membri dell’orchestra, per esprimere il proprio dissenso, lanciarono in aria gli spartiti. Molto chiacchierata anche l’edizione successiva, che non fu ricordata tanto per la vittoria di Roberto Vecchioni, quanto per lo spacco vertiginoso e il tatuaggio a forma di farfallina di Belen Rodriguez.
Nel 2020 il Festival di Sanremo ha festeggiato i suoi 70 anni. L’edizione è stata un successo e un trionfo di ascoltatori, anche grazie alla discussissima eliminazione della coppia Bugo-Morgan dalla gara. Il Festival si è concluso con la vittoria di Diodato e pochi giorni dopo il nostro Paese è stato stravolto dall’arrivo del coronavirus. L’anno scorso, invece, si è svolta un’edizione particolare, in piena emergenza Covid, senza pubblico e con gli applausi finti. Nonostante questo, è stato un successo. Le esibizioni di Achille Lauro e la vittoria dei Maneskin hanno sancito una rottura con il passato e, anche se ciò che attendeva gli italiani era un altro lockdown, il festival è riuscito nell’intento di inondare quelle cupe giornate di musica e di un po’ di leggerezza.