“Uno strano concetto di amicizia” è il primo disco solista del sassarese Maurizio Casu, una produzione dell’associazione culturale Officine Musicali Sassari. In certi casi però, parlare di “disco solista” significa utilizzare un termine non adeguato e riduttivo. È infatti vero che ognuna delle quattordici tracce che fanno parte dell’album ha testo e melodia firmati dall’autore sopracitato ma ciò che rende questo lavoro profondamente originale è il suo essere terreno d’incontro tra una moltitudine di artisti e la veemente urgenza espressiva di chi lo ha firmato. Venuto alla luce dopo due anni di lavoro in studio, si avvale della collaborazione di una trentina di musicisti diversi, provenienti da tutta la Sardegna e da disparati ambiti musicali. Il risultato è un disco caleidoscopico che accoglie una molteplicità di influenze. Paradossalmente, proprio in virtù di questa caratteristica, si configura come il variopinto e mutevole ritratto del suo autore.
Abbiamo intervistato Maurizio per i lettori di S&H a proposito della sua nuovissima creatura.
Cominciamo dal titolo, come mai “Uno strano concetto di amicizia”?
Il titolo ha una storia strana: nasce dalla risposta negativa ricevuta a seguito di una proposta di collaborazione. Io ho l’abitudine di “prendere in prestito” le cose che mi vengono dette e, se sono poco piacevoli, riutilizzarle capovolgendone l’accezione.
Com’è nata l’idea del disco e qual è stata la sua evoluzione durante questi due anni?
Ho iniziato a suonare nel ‘94 coi Cats, un gruppo punk un po’ anomalo, e da lì sono passato attraverso svariate esperienze con band appartenenti a generi diversi: all’interno di questi progetti, per una ragione o per l’altra, ero io a occuparmi della composizione di testi e musiche. Ho dunque raccolto un buon numero di canzoni e nel 2014 ho deciso di riunire quelle che mi rappresentavano maggiormente, provare a proporle al pubblico sotto forma di album e, nel farlo, coinvolgere tutti gli artisti che stimavo di più. Una scelta motivata da due ragioni: in primo luogo, m’interessava capire cosa potesse venir fuori dall’incontro tra l’altrui sensibilità musicale e i miei brani più intimi: mi piaceva l’idea di contaminare e farmi contaminare. Come cantavano i Marlene Kuntz “prenditi un mio battito e mischialo coi tuoi”: questo è il concetto di fondo del disco.
L’altra ragione è la mia fiducia nel gioco di squadra: volevo dare un segnale, invertire quei processi che rendono la scena musicale sassarese poco coesa.
Mettere in pratica quanto mi ero prefissato è stato più complesso di quanto inizialmente credessi: la voglia di coinvolgere tanti amici e compagni di strada mi ha portato a costruire quattordici band diverse, una per canzone. Il risultato è andato molto oltre le mie aspettative e sono entusiasta della nuova veste che i brani hanno acquisito.
Il disco si apre col brano “Il figlio del mare”. Ce ne vuoi parlare?
È un brano che parla della necessità di esprimersi, non importa se poi il messaggio arriverà a pochi. I riferimenti al mare che costellano l’album fanno parte di un disegno casuale, probabilmente dato dal legame inconscio con l’isola. Io infatti non amo il mare. O meglio: amo il mare d’inverno ma detesto le spiagge affollate da quei “Bagnanti bastardi” a cui, coi Cats, dedicammo una canzone.
L’uscita del disco è stata anticipata dal video di “Io posso”, diretto da Roberto Achenza: vuoi raccontarci qualcosa al riguardo?
Inizialmente il video doveva essere quello de “Il figlio del mare” e doveva avere un’ambientazione e un climax diversi. Dopo vari ripensamenti Roberto mi ha proposto quello che è poi divenuto il soggetto definitivo: a quel punto la canzone che si adattava meglio ai ritmi e all’atmosfera del video era “Io posso” e siamo stati felici di sceglierla.
Dov’è possibile acquistare una copia del disco e quali saranno i tuoi prossimi live?
Suonerò, insieme a molti altri artisti, al concerto per il primo maggio organizzato da Officine Musicali a Sassari (i live avranno luogo al Parco Maria Carta). Chi volesse una copia fisica di “Uno strano concetto di amicizia” può rivolgersi direttamente a me, anche scrivendo alla pagina Facebook “Maurizio Casu”, oppure a Officine Musicali Sassari. È inoltre disponibile sui maggiori store digitali.