Si dice che di sardi sia pieno il mondo, e che a qualsiasi concerto si vada ci sarà sempre una bandiera dei quattro mori che sventola in mezzo alla folla.
Ma stavolta no: i sardi stanno sul palco, e gli States da sotto danno il benvenuto.
È quello che è successo agli Awake for Days, band alternative metal tutta nuorese appena rientrata da una tournée americana di oltre quaranta date: scelti come supporto principale del Broken Human Tour dei Cold (affermato gruppo post grunge made in USA con due dischi d’oro nelle tasche), Luk4s, Nin9, N1q e Mik3 hanno passato un autunno da sogno e hanno accettato di condividere la storia con noi. A memoria non si trovano gruppi metal italiani che vantino la stessa esperienza: fatta eccezione per i milanesi Lacuna Coil di Cristina Scabbia, band alternative in attività dal ’94 (#15 picco massimo della Billboard Chart, noti per la cover di Enjoy the Silence dei Depeche), dobbiamo tornare indietro fino agli anni Settanta con la PFM ed altre band prog per ricordare lunghi tour promozionali oltreoceano. Da allora nel panorama italiano sono sì germogliati talenti, ma sono rimasti abbastanza celati o non sono riusciti a generare importanti scene al proprio seguito.
Gli Awake for Days nascono nel 2013 con Luca Fadda alla voce e Nino Demurtas alla chitarra, intenzionati ad intraprendere seriamente la carriera musicale ed incidere il loro primo LP. Coadiuvati dal prezioso produttore Eddy Cavazza, che affina le loro capacità di songwriting, danno alla luce Magnificent Disorder, un album duro perfettamente metalcore che conquista discreti consensi del genere pur lasciando già intravedere potenziali tessiture più morbide, e che con l’entrata di Nicola Piredda al basso e Michele Dedòla alla batteria porteranno la band verso sonorità più vicine a Linkin Park e Breaking Benjamin. “Questi sette anni insieme hanno fatto sì che la band acquisisse una personalità forte e decisa, dando vita ad un sound più maturo, nato da una consapevolezza musicale decisamente più concreta. C’è stato un cambio dettato dalla nostra naturale evoluzione, e penso sia stato un bene abbracciarlo, perché ha permesso di esprimerci al massimo ottenendo un risultato decisamente appagante” chiarisce il cantante. La virata sull’alternative/nu metal si rivela essere una strada fortunata che attraverso i social conquista la fiducia di Shawn Barusch della Music Gallery International (MGI, società americana di management per artisti rock metal e alternative) che in un anno li prepara alla promozione a stellestrisce dell’album Multiverse di prossima pubblicazione.
Per le spese logistiche e di viaggio, gli Awake utilizzano la macchina del crowdfunding già ampiamente utilizzata dagli artisti esteri ma ancora non ben rodata in Italia, che ha comunque permesso loro di affrontare tre mesi in balia del dollaro e ha trasformato i fan in veri e propri supporter del sogno. Il sostegno e la fiducia sono gli elementi che caratterizzano il rapporto tra i musicisti e i loro follower: dai primi singoli rilasciati infatti, “With You” e “Break Your Chains”, emergono tematiche legate alla depressione, alla paura di non farcela, alla solitudine, e in generale a tutte quelle condizioni di disagio che a volte portano al tracollo. Principalmente i temi affrontati nel disco si riferiscono a questo, e una gran parte sono esperienze personali dirette o indirette: vogliamo che la nostra musica aiuti le persone in difficoltà a trovare la luce in fondo al tunnel, ci spiega Michele.
La fortuna di suonare in locali come lo Scout Bar di Houston (tana dei Pantera), l’Exit/In di Nashville (seconda casa di Johnny Cash e palco calcato da giganti come Ramones, Talking Heads, Red Hot) o addirittura il Viper Room di Hollywood (ex locale di Johnny Depp, tristemente legato alla scomparsa dell’attore River Phoenix) permette loro di avvicinarsi a pubblico e critica statunitensi e ricevere ampi consensi per tematiche e sound, tanto da vedersi dedicate copertine di genere e spazi radiofonici (epico il video in cui la band entra in un market e sente un proprio pezzo alla radio).
La fan base dei Cold inoltre è diventata presenza fissa su Facebook e Instagram confermando il benvenuto iniziale ricevuto, di cui Nicola ci racconta un emblematico aneddoto: “Una piccola, enorme meraviglia è successa a Lancaster, Pennsylvania, dopo circa una settimana di tour. Mentre il pubblico richiedeva l’ennesimo bis (già il fatto di chiedere il bis ad una opening band mai sentita prima è una cosa stupenda e commovente, che succede veramente di rado) una voce si è alzata dal fondo della sala e ci ha urlato ‘welcome to America!’. Tutti hanno applaudito e noi abbiamo capito che eravamo atterrati su un altro pianeta. Bellissimo!”. I consensi ricevuti hanno aiutato i ragazzi a resistere ai ritmi serrati e hanno convertito la fatica in maturazione personale e professionale. Così, in attesa di annunciare la nuova line-up (Demurtas è stato sostituito da Gustavo Kölndorfer per la fine del tour, ma ora deve essere annunciato un nuovo misterioso chitarrista), gli AFD sono prossimi ad ultimare Multiverse e già scalpitano per un nuovo tour che li riporti all’estero, magari di nuovo in Europa da cui mancano da qualche anno.
Restiamo sintonizzati e gli auguriamo in bocca al lupo!