Notte in Blues per l’apertura della Stagione di Prosa e Musica 2021-2022 al Bocheteatro di Nuoro, organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna in collaborazione con la Compagnia Bocheteatro.
Stasera, lunedì 13 settembre, alle 20:30 al Bocheteatro di Nuoro con il Mario Donatone Quartet che schiera accanto al bluesman romano Mario Donatone (pianoforte e voce) – figura di spicco del panorama italiano e non solo, che ha diviso il palco con artisti come Eddie C. Campbell, Linda Young, Les Getrex, James Wheeler, Harold Bradley e le jazziste Crystal White, Kay Foster Jackson e Cheryl Porter – Angelo Cascarano (chitarra, voce), Davide Bertolone (basso) e Roberto Ferrante (batteria, voce, armonica) per un intrigante itinerario tra “classici” e pezzi originali.
Riflettori puntati sull’affiatato ensemble, capeggiato dal raffinato pianista, cantante e arrangiatore, diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia, che ha esordito sulla scena musicale negli Anni Ottanta, affermandosi come solista oltre che come accompagnatore degli artisti americani durante le loro tournées in Italia. Ha suonato con stelle del blues come Eddie C. Campbell, Linda Young, Peaches, Les Getrex, il chitarrista e cantante James Wheeler e l’eclettico pittore e cantante Harold Bradley (recentemente scomparso) e del soul – Herbie Goins, Beverly Watson, Michael Allen, Jimmy Holden – e accompagnato le cantanti Crystal White, Kay Foster Jackson e Cheryl Porter. La sua carriera solista attraversa differenti territori musicali, e negli Anni Novanta si concentra sul gospel con il “Roma Spiritual Group”, oltre a dirigere cori e collaborare con cantanti e gruppi vocali neroamericani, tra cui Laverne Jackson, Robin Brown, Jubelee Love Train, Bronzville American Gospel, Soul Food To Go.
Tra i progetti più recenti, i “Buzz”, insieme al leader dei Tiromancino Federico Zampaglione, una rivisitazione di classici rock blues con contaminazioni elettroniche e suggestioni psichedeliche. Sul palco di Umbria Jazz Winter edizione 2016 con il suo quartetto, Mario Donatone nel 2018 ha inoltre inciso l’album “Black History” con l’ensemble vocale e strumentale World Spirit Orchestra.
In attesa del lancio in autunno del videoclip di uno dei brani originali del prossimo album, “Bluesman Latino”, in cui si intrecciano blues, melodie mediterranee e ritmi soul e latini, la cui uscita è prevista per gennaio 2022, tra ottobre e novembre sarà pubblicato “Blues is my bad medicine”, un disco che si accompagna a un saggio sulle radici della musica afroamericana, con l’analisi di alcuni tra i più importanti brani del blues prebellico, per un felice incontro tra teoria e pratica delle Blue Notes.
Nel concerto nuorese, il Mario Donatone Quartet spazierà tra le canzoni di Ray Charles e “pezzi celebri” della musica blues e soul degli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta, sulle tracce di Dr. John, Neville Brothers, Blues Brothers e Temptations, accanto ai brani originali composti da Mario Donatone, per un viaggio tra le atmosfere della seconda metà del ventesimo secolo, fino alle soglie del terzo millennio con le metriche incalzanti e le note graffianti e malinconiche della “musica del diavolo”. Un omaggio all’anima nera dell’America tra un’antologia dei pezzi ai vecchi e nuovi successi di una delle voci più interessanti della scena Blues in Italia.
Viaggio nella “Divina Commedia” – domenica 10 ottobre alle 20:30 – con “Intelletto d’Amore – Dante e le donne”, il nuovo spettacolo di Lella Costa, scritto insieme a Gabriele Vacis, che firma la regia, per una galleria di ritratti alla riscoperta delle figure femminili del poema fondante della letteratura occidentale – e della vita del sommo Poeta. Da Beatrice, icona dell’amore “angelicato”, ispiratrice e guida, creatura salvifica e simbolo del sentimento più alto e puro, a Francesca da Rimini, incarnazione della passione terrena, «che finalmente spiegherà perché Dante l’ha mandata all’inferno insieme al suo Paolo», a Taide, celebre prostituta ma soprattutto “adulatrice” pericolosa, ma pure a Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli costretta a “convivere” con l’immagine di Beatrice.
Ricordi d’infanzia – sabato 23 ottobre alle 20:30 – ne “La Classe”, originale “docupuppets per marionette e uomini” di Fabiana Iacozzilli, che prende spunto da una vicenda personale per affrontare il tema dell’educazione, tra gli effetti di un’eccessiva severità e le ferite e i traumi che restano impressi nella mente dei bambini, ormai cresciuti e diventati adulti. “La Classe” diventa «un rito collettivo in bilico tra La Classe morta di Kantor e I cannibali di Tabori in cui l’adulto rilegge i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarcele» all’ombra della temibile Suor Lidia, in un silenzio spezzato dal rumore dei gessi sulla lavagna, nel timore di spaventose punizioni. Finché un racconto di antiche abusi si trasforma, in una sorta di catarsi, nella scoperta di una “vocazione”.
Un amaro e “grottesco” ritratto di famiglia – venerdì 29 ottobre alle 20:30 – con “Lucido” di Rafael Spregelburd, nella traduzione di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni, con Rebecca Rossetti, Agnese Mercati, Federico Palumeri e Jurij Ferrini (che firma la regia): una moderna commedia nera con toni da “telenovela” che racconta la sfera degli affetti e le diverse priorità, tra legami di sangue e passioni amorose. La trama surreale è incentrata sulla richiesta della “restituzione” di un rene, “prestato” al fratello, da parte di una giovane donna, per salvare il proprio marito: una pretesa che pone un paradossale dilemma etico, imponendo il prezzo altissimo di una vita in cambio di una vita, in una pièce che, sottolinea Ferrini, «sbugiarda i falsi valori e l’ipocrisia su cui si impernia il nostro patto sociale».
Il sogno di un ragazzo – mercoledì 24 novembre alle 20:30 – ne “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” di Alberto Fumagalli, che ha curato anche la regia insieme con Ludovica D’Auria: sotto i riflettori Francesco Giordano, Giacomo Bottoni e Antonio Orlando, per una favola moderna, tra il clima soffocante e la noia della provincia e la voglia di riscatto. Il protagonista, Ciccio Speranza, è «un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea» e per sfuggire allo squallore del quotidiano immagina di danzare. Vestito di un tutù rosa, come una farfalla, il giovane volerà «da una dimensione pesante e terrena ad una leggera e sognante», per vivere il suo sogno: «un sogno malconcio e bistrattato che non si arrende mai».
Una moderna epopea sportiva – venerdì 10 dicembre alle 20:30 – con “Patrizio vs Oliva”, con drammaturgia di Fabio Rocco Oliva e regia di Alfonso Postiglione, che racconta la storia del campione di pugilato, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980, campione mondiale dei superleggeri e dei pesi welter, con un bilancio di 57 vittorie su 59 incontri. La pièce tratta dall’autobiografia “Sparviero-la mia storia”, vede in scena lo stesso Patrizio Oliva, accanto a Rossella Pugliese, in un racconto per quadri che ripercorre la sua esistenza, dagli esordi con i primi combattimenti ai trionfi sul ring, insieme alla drammatica vicenda familiare, segnata dalla scomparsa del fratello. Storia di un eroe moderno, tra coraggio e determinazione, talento e fortuna.
Una interessante riflessione sulla condizione femminile – venerdì 28 gennaio alle 20:30 – con “Home, I’m Darling” di Laura Wade (Premio Laurence Olivier per la miglior commedia) nella traduzione di Andrea Peghinelli, con Valentina Valsania, Roberto Turchetta, Laura Nardi e Luchino Giordana (che firma la regia con Ester Tatangelo) accanto a Elena Callegari e Roberta Mattei. Una pièce brillante e coinvolgente, che racconta la curiosa vita di una coppia, con una giovane laureata e in carriera trasformatasi volontariamente in casalinga mentre il marito lavora fuori casa, sul modello delle famiglie Anni Cinquanta. Una scelta criticata da amici e parenti, ma che pare soddisfare i due, finché il fragile equilibrio si spezza e la protagonista non si ritrova a fare i conti con la sua vulnerabilità e la sua solitudine.
La Stagione al Bocheteatro di Nuoro si chiude in bellezza – sabato 26 marzo alle 20:30 – con “Anello Forte”, dal testo di Nuto Revelli che racchiude le testimonianze delle protagoniste di una vera “rivoluzione” economica, sociale e soprattutto culturale nell’Italia del Novecento, cui prestano corpo e voce due interpreti del calibro di Laura Curino e Lucia Vasini, nella trasposizione teatrale con drammaturgia e regia di Anna Di Francisca. Le donne che hanno vissuto il passaggio dalla civiltà agraria alla realtà delle fabbriche si raccontano, «ruvide, ironiche, taglienti», in una narrazione “corale” dove «la tenerezza viene mascherata con pudore e quando emerge commuove» mentre «la gioia, quando c’è, è assoluta» e l’allegria serve a vincere la fatica, in questa dura e silenziosa lotta per la libertà (di tutte).
Info e prezzi. Biglietti: intero €15 – ridotto €12. Abbonamento a 8 spettacoli: intero €100 – ridotto €80
Prevendita online: ciaotickets.com. Per informazioni: Bocheteatro, via Trieste 48 – Nuoro. Tel. 0784.203060 – cell. 338.7529106 – e-mail: [email protected]