Non poteva essere che Mercoledì la protagonista della nuova serie dedicata alla mitica Famiglia Addams: le narrazioni seriali e cinematografiche più recenti, infatti, sembrano finalmente prediligere personaggi ricchi di sfaccettature caratteriali e fisiche, capaci di incarnare l’idea dell’accettazione di sé e delle proprie peculiarità; così Tim Burton, regista di capolavori dark come “Edward Mani di Forbice” e “A Nightmare Before Christmas” da sempre attento narratore della diversità, sceglie di puntare sulla primogenita degli Addams per la serie in 8 episodi di cui è creatore e produttore, disponibile su Netflix.
Lo show, non a caso, si intitola semplicemente “Mercoledì” e racconta l’ingresso della protagonista, interpretata da Jenna Ortega, nella famosa Nevermore Academy, Accademia che accoglie ragazze e ragazzi dotati di speciali caratteristiche e abilità; tra vampiri, licantropi, sirene e altre “stranezze”, si potrebbe pensare che Mercoledì si trovi immediatamente a suo agio, invece per la giovane Addams, tetra e silenziosa salvo che per le taglienti risposte che riserva ai suoi interlocutori e che ne denotano l’intelligenza brillante, non sarà facile adattarsi, nonostante la filosofia dell’Accademia, proclamata dall’accogliente quanto inquietante direttrice Larissa Weems (Gwendoline Christie), incoraggi gli studenti a coltivare le proprie doti, quali che siano. Dopotutto, per una Addams i cui genitori, Morticia (Catherine Zeta-Jones) e Gomez (Luis Guzmán), hanno frequentato la Nevermore e coltivano grandi aspettative riguardo la carriera scolastica della loro figlia, la situazione è ancor più complicata: tra lezioni di scherma e violoncello, Mercoledì deve imparare a gestire i propri poteri paranormali e, contemporaneamente, deve fare i conti con un mistero sepolto nel passato della sua famiglia; a movimentare ulteriormente la permanenza all’Accademia, si aggiunge una sequela di efferati omicidi che colpiscono la comunità locale, di cui Mercoledì decide di venire a capo.
La serie, dunque, si colloca tra generi diversi, dal dark fantasy al mistery investigativo, con un approccio che non manca di coinvolgere, oltre alla fascia dei teenagers -target principale dello show-, anche un pubblico più adulto, amante delle tipiche narrazioni “burtoniane”, spesso contraddistinte da un accattivante humor nero e da peculiari atmosfere gotiche, evocate, anche in questo show, dalla colonna sonora curata dal compositore Danny Elfman, collaboratore abituale del regista; d’altra parte la Famiglia Addams, nata nelle vignette umoristiche del disegnatore Charles Addams che furono pubblicate sulle pagine del “The New Yorker” a partire dal 1938, possedeva fin dalle origini i requisiti giusti per attirare l’attenzione di un regista come Burton.
Anche Addams, infatti, si distingue per lo humor dissacrante, a tratti grottesco, che caratterizza i suoi personaggi: la famiglia che disegna e che gradatamente si compone sul New Yorker evidenzia con sarcasmo ipocrisie e perbenismo della società americana tra gli anni ’50 e ’60 e riscuote un immediato successo, che nel 1964 si traduce nella produzione della famosa serie televisiva in bianco e nero “The Addams Family” con John Astin e Carolyn Jones nei panni di Gomez e Morticia; da questo momento in poi la Famiglia Addams diventa protagonista di cartoni animati, lungometraggi, videogiochi e caratterizza con un tocco di lugubre ironia merchandising di vario genere, fino ai giorni nostri.
Se nel telefilm degli anni ’60 Mercoledì, interpretata da Lisa Loring, era poco più che una bimbetta malinconica, dedita però a passatempi inquietanti, i film del 1991 del 1993, “The Addams Family” 1 e 2 diretti da Barry Sonnenfeld, trasformano il personaggio in un’adolescente cupa, dedita alla solitudine e vagamente minacciosa, soprattutto nei confronti di suo fratello minore Pugsley vittima di pericolosissimi giochi; a interpretarla in queste pellicole è Christina Ricci, non a caso una delle attrici più amate da Tim Burton, che conferisce a Mercoledì quel piglio inquieto e anticonformista che l’ha resa col tempo un personaggio iconico, non solo per il look tradizionale -capelli scuri suddivisi in due lunghe trecce, vestito nero e colletto bianco- capace di farne una fonte d’ispirazione per lo stile goth, ma soprattutto per la sua natura razionale, a tratti sprezzante e indomita.
Oltre che a Christina Ricci, che peraltro compare nella serie “Mercoledì” nel ruolo secondario di Marilyn Thornhill, Jenna Ortega ha dichiarato di essersi ispirata per la sua interpretazione alla cantautrice britannica Siouxsie Sioux, leader dei The Banshees, divenuta celebre tra gli anni ’70 e ’80 anche per il suo stile punk/dark; per compensare la scarsa inclinazione a parlare del suo personaggio, la Ortega ha inoltre dovuto puntare sull’espressività del volto e su una gestualità molto simile a quella delle grandi dive del cinema muto. La “Mercoledì” che si appresta a conquistare lo streaming, dunque, omaggia il passato, declinandolo secondo le esigenze più moderne di pubblicità e comunicazione: nel sito della Nevermore Academy, creato appositamente per l’uscita della serie, è possibile iscriversi all’Accademia e scoprire a quale gruppo, tra le tante strane creature che popolano la scuola, si è più affini, rispondendo a una decina di inquietanti domande. Insomma, se finiste per ritrovarvi un licantropo come compagno di banco, questa nuova Mercoledì potrebbe essere la giusta alleata per affrontare l’anno scolastico… e non solo!