È il 1996 e nei primi minuti del film “Scream”, approdato nelle sale cinematografiche americane a Natale, la liceale Casey Becker, interpretata da Drew Barrymore, riceve una misteriosa telefonata: l’interlocutore è sconosciuto, scherza con Casey, la provoca e, in una manciata di minuti, la coinvolge in un gioco perverso, trascinandola in una spirale di terrore inattesa e scioccante.
Inizia in questo modo, con la morte di una “scream queen” (così vengono definite le attrici che interpretano iconici personaggi “urlanti” nei film dell’orrore) la saga cinematografica diretta da Wes Craven incentrata sul celebre Ghostface, l’assassino seriale che indossa una tunica nera e una maschera modellata sul dipinto di Edvard Munch “L’Urlo”; il personaggio ha ispirato altre tre pellicole (1997, 2000, 2011), una serie televisiva trasmessa su MTV e VH1 (2015-2019) e infine, in uscita nella sale cinematografiche a partire da oggi, il quinto capitolo, 25 anni dopo l’esordio.
I personaggi principali della saga tornano dunque a calcare le strade di Woodsboro, cittadina immaginaria della California, in cui la storia di Ghostface è cominciata: Sidney Prescott (Neve Campbell), adolescente traumatizzata dalla morte violenta di sua madre e perseguitata dall’assassino mascherato, Gale Weathers (Courteney Cox), reporter senza scrupoli alla ricerca dello scoop che la renda famosa, e Linus Riley (David Arquette) imbranato vice-sceriffo di Woodsboro dal carattere fin troppo mite, si riuniscono 10 anni dopo l’ultima apparizione di Ghostface, nel tentativo di aiutare un gruppo di adolescenti apparentemente perseguitati dallo stesso psicopatico che ha segnato le loro vite. Come ben sanno i fan della saga, però, le menti criminali che nei diversi episodi hanno vestito i panni del serial killer hanno spesso ucciso degli innocenti proprio per attirare Sidney che, anche grazie all’aiuto dei suoi amici, è sempre sfuggita alla morte.
Sarà così anche questa volta? Accanto al cast storico, il film propone un folto gruppo di new entry, tra cui spiccano Jenna Ortega, prossima Mercoledì nell’omonima serie Netflix di Tim Burton dedicata alla famiglia Addams, Dylan Minnette, tra i protagonisti delle 4 stagioni di Tredici, e Jack Quaid, figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan famoso per il suo ruolo nella serie The boys, che potrebbero dare nuova linfa alla saga, introducendo alla storia di Ghostface un nuovo e più giovane pubblico.
Il quinto capitolo si candida dunque a essere un nuovo inizio, non a caso, infatti, la pellicola esce nelle sale cinematografiche con il semplice titolo Scream, proprio come nel 1996; si tratta inoltre del primo film del franchise a non essere diretto da Wes Craven, mancato nel 2015. Alla regia debuttano Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, già registi, sempre in coppia, de La stirpe del male e Finché morte non ci separi, i quali hanno dichiarato di voler omaggiare con il loro ultimo lavoro proprio Craven, colui che, insieme allo sceneggiatore Kevin Williamson, ha avuto il merito di dare vita alla fortunata saga e di aver creato altre pietre miliari del sottogenere horror denominato slasher (dall’inglese to slash – squartare).
Neve Campbell (Sidney Prescott), a sinistra, e Courteney Cox (Gale Weathers) in “Scream”. 📷 Brownie Harris. Courtesy of Paramount Pictures and Spyglass Media Group
Canonicamente, nelle pellicole slasher, è presente un assassino seriale che utilizza armi da taglio e che compie i suoi efferati crimini in un luogo circoscritto, rivolgendosi a un gruppo limitato di persone, nella maggior parte dei casi adolescenti e liceali; pur con precursori eccellenti, convenzionalmente si ritiene che il genere sia stato inaugurato nel 1978 da John Carpenter con Halloween – La notte delle streghe. Tra i titoli più significativi, Venerdì 13 di Sean S. Cunningham (1980) e Nightmare – Dal profondo della notte (1984) che vede alla regia proprio Wes Craven: il film porta alla ribalta il terrificante Freddy Krueger (Robert Englund), protagonista di ben 9 seguiti e di una miniserie televisiva.
Raccogliere l’eredità di un autore così originale non si profila dunque una sfida semplice: le prime pellicole legate a Ghostface possiedono tutte le caratteristiche canoniche del genere slasher, ma Wes Craven è stato abilissimo nel giocare con gli stereotipi, smontandoli e ribaltandoli per solleticare l’intelligenza del pubblico, senza trascurare una critica pungente all’industria cinematografica e ai media, colpevoli di suscitare un interesse morboso verso i crimini più scabrosi senza il minimo rispetto per le vittime.
Da sinistra, il produttore William Sherak, il regista Matt Bettinelli-Olpin, il produttore esecutivo Kevin Williamson, il regista Tyler Gillett e il produttore esecutivo Chad Villella sul set di “Scream”. 📷 Brownie Harris. Courtesy of Paramount Pictures and Spyglass Media Group
Nel corso della saga, infatti, il regista e gli sceneggiatori non si sono limitati a raccontare l’evoluzione dei personaggi principali (da adolescente insicura e vittima quasi predestinata Sidney Prescott si trasforma in una donna consapevole della propria forza, capace di non lasciarsi sopraffare dalla paura, mentre la reporter Gale Weathers prende progressivamente coscienza della responsabilità degli organi di informazione), ma hanno anche interpretato ed elaborato il successo mediatico dei film: con sguardo pungente si esplora il concetto di emulazione, a seguito di alcuni efferati crimini che negli Usa seguirono l’uscita del primo film e furono denominati “omicidi di Scream”; ancora, nel terzo episodio del franchise, si racconta con ironia la superficialità con cui il cinema banalizza i fatti di cronaca, riducendoli a mere occasioni per indulgere nell’orrore, con uno spassoso esempio di “metacinema”, quando i protagonisti di Scream si ritrovano sul set di “Squartati”, pellicola che racconta gli omicidi di Woodsboro.
La speranza per questo nuovo capitolo, dunque, è che possa proporre, così come i predecessori, una narrazione di genere originale, capace di giocare con il linguaggio del cinema e adeguarsi alla modernità e ai nuovi media. E magari, mentre il pubblico salterà sulle poltroncine per lo spavento e si chiederà, per l’ennesima volta, chi si nasconde dietro la maschera di Ghostface, tra un urlo e l’altro risuonerà la voce di Nick Cave e della sua Red Right Hand, canzone feticcio delle colonne sonore della saga.