Nelle ultime apparizioni cinematografiche, Thor, il dio del tuono interpretato da Chris Hemsworth, attraversa una profonda crisi esistenziale, dovuta principalmente al destino del suo pianeta d’origine, Asgard, distrutto a causa della sorellastra Hela in “Thor: Ragnarok”, e al senso di fallimento per non aver potuto impedire all’avversario più temibile, Thanos, il mortale schiocco di dita con il Guanto dell’Infinito; Thor arriva dunque al capitolo finale delle avventure degli Avengers, “Endgame” del 2019, depresso, semi-alcolizzato e decisamente fuori forma, così, nell’epilogo del film, decide di partire insieme ai Guardiani della Galassia, senza una meta precisa e, più di tutto, in cerca di se stesso.
Ritroviamo il dio del tuono, dunque, tre anni dopo, in “Thor: Love and Thunder”, quarta pellicola che lo deve protagonista, nelle sale cinematografiche a partire dal 6 luglio; alla regia torna, dopo “Ragnarok”, Taika Waititi -anche sceneggiatore insieme a Jennifer Kaytin Robinson– e riporta nella vita dell’eroe Jane Foster (Natalie Portman), suo grande amore fin dal primo film della saga asgardiana e assente, seppure citata, nelle pellicole più recenti del Marvel Cinematic Universe, da cui si desume una rottura della coppia. Proprio quando Thor sembra aver ritrovato un certo equilibrio mentale -insieme a una forma fisica smagliante- lontano dalle battaglie, eccolo costretto a tornare all’azione per fronteggiare un nuovo temibile villain che minaccia la galassia, Gorr il macellatore di dei, interpretato da Christian Bale; ad affiancare il dio del tuono nell’impresa ci sono Valchiria (Tessa Thompson), a cui Thor ha affidato il trono di New Asgard sulla Terra, Korg(lo stesso Taika Waititi), gladiatore di razza Kronan divenuto grande amico dell’eroe, e Jane Foster, trasformatasi in una potente eroina capace di brandire il martello Mjolnir.
L’evoluzione di questo personaggio, da brillante astrofisica a audace “Mighty Thor”, rappresenta una delle novità più interessanti del film e, come sapranno i lettori della Marvel Comics, trova una corrispondenza nei fumetti; Waititi, infatti, ha adattato per la stesura della sceneggiatura la linea narrativa sviluppata da Jason Aaron nei comic books di Thor, in cui Jane Foster, malata di cancro al seno e debilitata dalle terapie, acquisisce poteri sovrumani proprio grazie al martello Mjolnir, di cui si dimostra un’erede più degna dello stesso Thor. Di certo, nei fumetti, Jane è un personaggio emblematico, capace di rappresentare, nella sua evoluzione dagli anni ’60 a oggi, un esempio di emancipazione femminile: da ingenua infermiera perdutamente innamorata di Thor e del suo ospite umano, il dottor Donald Blake, si trasforma in una stimata dottoressa, capace di curare, tra l’altro, anche i super-umani dotati di poteri, oltre che di vestire, in seguito alla malattia, i panni della “potente Thor”. Nella più moderna versione cinematografica gli spettatori hanno conosciuto da subito Jane come una stimata scienziata, che in quest’ultimo film si confronta con il dolore e la sofferenza e, d’altra parte, affianca il protagonista combattendo insieme a lui, alla pari: fin dall’annuncio della realizzazione di “Love and Thunder” nel 2019, Taika Waititi ha affermato di voler utilizzare per la sua sceneggiatura la storyline di Mighty Thor, ritenendola particolarmente stimolante e foriera di novità, anche alla luce dell’attuale dibattito sulla parità di genere.
Com’è tipico della cifra stilistica del regista -si pensi al pluripremiato “Jojo Rabbit”- anche gli aspetti più drammatici della vicenda vengono narrati con leggerezza e umorismo; all’evoluzione del personaggio di Jane Foster fa da specchio quella di Thor, che deve fare i conti con il ritorno della “potente” ex-fidanzata nella sua vita, e con una nuova consapevolezza di sé. Il guerriero arrogante di un tempo lascia spazio a un uomo cosciente della propria fragilità e dotato di notevole autoironia: Chris Hemsworth ha dichiarato nelle interviste rilasciate durante la première del film a Los Angeles di aver particolarmente apprezzato il lavoro di scrittura fatto sul personaggio, a cui -fisicità a parte- sente finalmente di somigliare proprio in virtù del percorso compiuto e del nuovo, per certi versi folle, approccio alla vita.
Il viaggio di Thor alla scoperta del suo “posto nell’universo” si preannuncia dunque intenso: Waititi ha rivelato di essersi ispirato ai film d’avventura anni ’80 del genere “sword and sorcery”, come “Conan il barbaro” e “Kaan principe guerriero”, per imprimere alla pellicola lo stesso genere di epicità; a movimentare la vicenda, oltre che a conferirle un tono decisamente dissacrante, intervengono i Guardiani della Galassia: Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt), Drax (Dave Bautista), Nebula (Karen Gillan), Rocket (Bradley Cooper), Groot (Vin Diesel) e Mantis (Pom Klementieff). Numerose le star di Hollywood che partecipano al film con spassosi cameo: tornano Sam Neill, Luke Hemsworth -fratello di Chris- e Matt Damon nel ruolo di attori teatrali asgardiani che interpretano rispettivamente Odino, Thor e Loki, a cui si unisce Melissa McCarthy nella parte di Hela; nel cast anche Russell Crowe nel ruolo di Zeus, e Jaimie Alexander in quello di Sif, vecchia compagna d’armi di Thor. La colonna sonora di “Love and Thunder”, firmata da Michael Giacchino, si ispira, così come il film, agli anni ‘80 ed è impreziosita da numerose perle dell’epoca, a cominciare dal trailer che risuona delle note di “Sweet Child O’ Mine” dei Guns N’ Roses; nei suoi versi, il brano sembra proprio descrivere l’incontro tra Thor e Jane, un tuffo nel passato dolceamaro per una folle storia d’amore “rock”, potente e imprevedibile come una scarica di tuoni.
Fonte Agenzia DIRE.it