Sono stati tra i protagonisti della scorsa stagione cinematografica e a partire dal 1° maggio approdano insieme nelle sale con “The Fall Guy”, romantica commedia action diretta da l’ex stuntman David Leitch, regista di pellicole quali “Atomica Bionda” e “Bullet Train”, oltre che co-autore insieme a Chad Stahelski del primo capitolo della saga di John Wick: sono Ryan Gosling e Emily Blunt, l’indimenticabile “just” Ken del campione d’incassi “Barbie”, firmato da Greta Gerwig, e l’intensa Katherine Puening, moglie di J. Robert Oppenheimer, nella pluripremiata pellicola di Christopher Nolan.
Gosling e Blunt hanno ironizzato in numerose occasioni pubbliche sullo “scontro” al botteghino tra i due film, protagonisti del fenomeno mediatico del “Barbienheimer”, a cominciare dalla sfavillante cerimonia di premiazione degli Oscar 2024 lo scorso marzo, quando hanno scambiato qualche battuta salace prima di presentare un video-omaggio dedicato agli stuntmen, il cui sindacato sta da tempo lavorando per far introdurre dall’Academy un premio specificamente dedicato alla categoria. La scelta dei due attori per questo divertente segmento non è stata casuale e ha anzi consentito loro di pubblicizzare proprio l’uscita di “The Fall Guy”, che pone al centro di una rocambolesca serie di disavventure proprio uno stuntman, Colt Seavers (Ryan Gosling), protagonista di uno spassoso e intelligente esempio di metacinema, scritto dallo sceneggiatore Drew Pearce.
Nel suo mestiere, Colt è uno stimato professionista, controfigura del tanto celebre quanto vanesio Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson) e innamorato dell’assistente alla regia Jody Moreno (Emily Blunt); durante una scena particolarmente pericolosa, però, Colt si infortuna gravemente e decide di ritirarsi dal mondo dorato, ma fin troppo effimero, di Hollywood, finendo per lavorare come parcheggiatore. Qualche tempo dopo, tuttavia, viene richiamato sul set dalla produttrice Gail Meyer (Hannah Waddingham), che lo implora di partecipare alla nuova pellicola a cui sta lavorando in Australia, insieme a Jody: la carriera della donna, infatti, è a una svolta, perché le è stata affidata la regia del film, una strampalata e fantascientifica storia d’amore che però rischia di essere un fiasco per colpa del divo Tom Ryder, scomparso in circostanze misteriose. Poiché i suoi sentimenti per Jody sono tutt’altro che sopiti, Colt accetta la proposta di Gail e torna a lavorare come stuntman, impegnandosi nel frattempo nella ricerca di Ryder.
Inaspettatamente, però, la situazione si fa pericolosa, perfino per un uomo abituato a ritrovarsi in condizioni estreme pressoché quotidianamente; se sul set, infatti Colt si prodiga in alcune delle acrobazie più spettacolari e azzardate di sempre, le sue indagini sulla sparizione del divo insopportabilmente tronfio a cui fa da controfigura si complicano, trascinandolo tra le maglie di un intricato mistero in cui la minaccia è reale e poco ha a che vedere con la finzione cinematografica. E proprio intorno al concetto di “finzione”, dunque, si struttura la sceneggiatura mozzafiato di un film che svela come si crea un pizzico di quella magia che incolla il pubblico al grande schermo, celebrando al contempo una categoria di lavoratori dell’industria cinematografica rappresentata dallo stesso regista David Leitch, a suo tempo tra i migliori stuntman di Hollywood, controfigura, tra gli altri, di Brad Pitt in alcune pellicole iconiche come “Fight Club”.
“The Fall Guy” non ha solo il pregio di essere spettacolare con un’intelligenza mai prevaricata dal gusto per le trovate surreali: è ben scritto e punta, consapevolmente, sulle grandi capacità dei suoi attori protagonisti, Gosling e Blunt, tra i quali si sviluppa, minuto dopo minuto, una chimica travolgente. Il film è, a tutti gli effetti, una screwball comedy: il genere, che prende il nome dalla “palla ad effetto” -screwball- del baseball, risale al cinema degli anni Trenta e Quaranta, come una propagazione, o deviazione, di quella sophisticated comedy in cui i personaggi, di solito appartenenti all’alta borghesia, si dilettano in piacevoli schermaglie amorose; al contrario, la screwball comedy racconta storie eccentriche, con protagonisti dotati di caratteristiche insolite, inclini a una sana dose di follia, moderni e disinvolti, anche nella gestione delle loro relazioni, spesso complicate da equivoci e fraintendimenti e dominate, anche dal punto di vista dei dialoghi, da provocazioni, trovate e “twist” giocosi e farseschi.
Dopo l’interpretazione di Ken, che gli è valsa la nomination all’Oscar come Miglior attore non protagonista, Ryan Gosling interpreta un altro personaggio capace di mettere in discussione, con originalità, l’idea dell’eroe “muscolare”, l’uomo d’azione che lascia trasparire poco o niente dei propri sentimenti e delle proprie fragilità, e lo fa interpretando uno stuntman che, non a caso, finge di essere quello stereotipo maschile che, in realtà, sta corrodendo dall’interno, insieme a una controparte femminile impegnata a conquistare, finalmente, il suo posto nel mondo del lavoro. C’è da riflettere, dunque, in “The Fall Guy”, mentre ci si diverte a cogliere tutte le citazioni e i doppi sensi che il film inanella, grazie a una serie di sorprese che non mancheranno di far sorridere il pubblico più attento.