In una cerimonia densa di emozione e memoria, lo scorso sabato a Fertilia, la città di Alghero ha conferito la cittadinanza onoraria a Egea Haffner, figura simbolica dell’esodo giuliano-dalmata. Il luogo scelto per l’evento non è stato casuale: Fertilia, piccolo borgo sul mare alle porte di Alghero, è da sempre emblema dell’accoglienza degli esuli provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia, e oggi ospita il Museo dedicato proprio a questo drammatico capitolo della storia italiana, intitolato alla stessa Haffner.
Visibilmente commossa, Egea Haffner ha accolto l’onorificenza con un discorso in cui ha sottolineato il profondo legame con la Sardegna e con Fertilia, terra che l’ha accolta dopo l’esilio, insieme a sua madre. “Mi sento particolarmente onorata e mi riempie di gioia ricevere la cittadinanza onoraria della città di Alghero, non solo perché Fertilia ospita il Museo che porta il mio nome ed esalta la bambina con la valigia, quale icona di un intero popolo sparso per il mondo, bensì perché la Sardegna è sempre stata nel mio cuore”, ha dichiarato. Ha poi voluto ricordare gli amici sardi che negli anni hanno reso questa terra la sua nuova casa: Marisa, Mauro, Federico, Elena, Giulio, nomi che evocano non solo amicizia, ma anche solidarietà e accoglienza.
Sul palco, accanto al Sindaco di Alghero Raimondo Cacciotto, il Presidente del Consiglio Comunale Mimmo Pirisi e l’ex Sindaco Mario Conoci, entrambi protagonisti nel processo di riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Haffner. È stato proprio Conoci, durante il suo mandato, a proporre l’onorificenza, approvata all’unanimità nel luglio del 2023. Marisa Brugna, autrice di un toccante intervento introduttivo, ha descritto l’importanza del legame di Egea con la comunità di Fertilia, ormai inscindibile, e del suo ruolo come simbolo dell’esodo giuliano-dalmata. Le sue parole sono state seguite dalla consegna della pergamena che attesta il riconoscimento.
Nel suo intervento, il Sindaco Cacciotto ha ricordato come Egea Haffner, attraverso la sua vita e la sua testimonianza, sia stata in grado di riannodare i fili della memoria su un capitolo doloroso della storia italiana. “Ancora oggi non siamo immuni da guerre e violenze e conflitti sono ai margini della nostra Europa”, ha sottolineato, rimarcando la rilevanza del ricordo e della speranza che storie come quella di Egea rappresentano per il presente e il futuro.
Il Presidente del Consiglio Comunale Mimmo Pirisi ha poi posto l’accento sull’importanza di Fertilia come esempio concreto di integrazione e accoglienza reciproca, che ha saputo trasformare un dramma collettivo in una testimonianza viva della memoria. Un concetto ribadito anche dall’ex Sindaco Mario Conoci, che ha ricordato il processo che ha portato al riconoscimento della cittadinanza onoraria, sottolineando l’unanimità del Consiglio Comunale nel prendere una decisione così significativa.
La figura di Egea Haffner, rappresentata in quella celebre fotografia scattata nel 1946 che la ritrae bambina con una valigia e il cartello “Esule Giuliana 30.001”, rimane un simbolo potente delle migliaia di italiani costretti a lasciare le loro terre natali. Quell’immagine, oggi conservata presso il Museo di Fertilia che porta il suo nome, è molto più di un semplice scatto: è un documento storico di grande valore, carico di ansia, aspettative e speranze, che racconta la storia di un intero popolo in cammino verso un futuro incerto.
Durante la cerimonia, il Sindaco Cacciotto ha letto integralmente le motivazioni che hanno portato al conferimento della cittadinanza onoraria, evidenziando come Egea Haffner sia diventata un simbolo vivente dell’esodo giuliano-dalmata, e come il suo legame con Alghero e Fertilia sia ormai indissolubile. Il Museo Egea Haffner è diventato, negli anni, un luogo di riflessione e di memoria, grazie anche alla donazione da parte della stessa Egea della famosa fotografia che la ritrae con la valigia, una testimonianza che continua a parlare alle nuove generazioni.
La cerimonia ha rappresentato non solo un omaggio a Egea Haffner, ma anche un momento di riflessione sulla capacità di una comunità, come quella di Fertilia, di accogliere e integrare chi, come gli esuli giuliano-dalmati, ha perso tutto ma ha trovato una nuova casa in Sardegna.