C’era una volta, in un paese lontano lontano, un baloccaio, dagli occhi di fuoco e dai capelli fluenti; Maestrodascia era chiamato, e tutto il giorno stava a segar legno, a carteggiare, a pitturare.
Che cosa? Vi chiederete. I sogni dei bambini, rispondo io.
Messa così sembra proprio una fiaba. Invece è la realtà di Federico Coni, falegname artistico di Ales, vero e proprio “pinocchiofilo” che ha fatto di fantasia e manualità la sua carta vincente. E sempre di carte si parla se andiamo ad ammirare i suoi ultimi lavori: Maestrodascia, infatti, ha trovato nei Tarocchi di Alejandro Jodorowsky (artista cileno contemporaneo dal surreale approccio “psicomagico” alla vita) l’occasione di saggiare le proprie capacità realizzando personaggi 3D che emergono dalla dimensione piana come emanazioni materiche di un mondo misterioso e occulto.
Arricciandosi i baffi, ci regala la sua storia: “Federico. Baloccaio. Maestrodascia. Lavoro di manualità, studio e creatività. La mia storia si può leggere nelle venature del legno: nel 1905 il mio bisnonno aprì una falegnameria ad Ales, e per me bambino entrare in quello spazio di polvere e rumori significava avviare gli ingranaggi della fantasia. In un dettaglio riconoscevo un volto, da un braccio nasceva un corpo, quel naso si allungava in un profilo, un dente esplodeva in sorriso, una proboscide si svegliava elefante, una coda inseguiva un somaro. Nella mia Pinokkieria (con la Kappa) invito le persone a fare lo stesso. Guardare, immaginare, odorare, toccare”.
“Questa è la vera libertà: essere capaci di uscire da se stessi, attraverso i limiti del piccolo mondo individuale per aprirsi all’universo.”
(Alejandro Jodorowsky)
Francesco, quando hai capito di essere un baloccaio?
Sono stato influenzato da Collodi, Jacovitti, Jeronimus Bosh, Fortunato Depero (futurista geniale), Eugenio Tavolara (il padre dell’artigiano artistico sardo moderno), che sono scrittori, illustratori, fumettisti, pittori, stilisti, grafici, designer. Tutta questa influenza si è poi manifestata nella voglia di creare dei balocchi contemporanei che strizzano l’occhio a un mondo che non esiste più: non realizzo “sculture”, ma una sorta di ibrido tra pupazzo, animale, giocattolo, oggetto d’uso, con un occhio di riguardo all’ambiente.
Quali sono i riferimenti del tuo immaginario?
Se non attingo dal mondo delle arti applicate, senza dubbio i cartoni animati anni 80-2000. Per i soggetti spazio da flora e fauna o personaggi storici della Sardegna: dai soldati giudicali alla corte di Eleonora, dai nuragici Shardana alle dee madri, dai Cunfraras in processione ai soggetti in abito tradizionale che fanno su Ballu Tundu, suonano launeddas e organetto, e tutti i personaggi della Sartiglia. E poi quello che mi dà più soddisfazione, le caricature legnose!
Pinocchio: quando, come e perché?
Sin da bambino come un novello Geppetto potevo dare forma ai miei Pinocchi (o a tutto quello che realizzavo, che chiamavo comunque Pinocchietto a prescindere dal soggetto!) sotto l’occhio dei grandi; dal 1995 in poi Pinocchio è diventato uno dei miei soggetti prediletti, che facevo in varie versioni, persino nuragiche!
Dal 2014 cominciai a lavorare ad un concept, una sorta di fotoromanzo con il più alto numero di personaggi realizzati da mettere in posa. Il progetto si è invece trasformato nella mostra “Pinocchio & Friends” (Baradili, 2019-21, curata dalla Società NUR di Ales), una passeggiata tra le parole degli intellettuali che hanno discusso della famosa favola, tra i personaggi di legno nelle cui fattezze riecheggiano le forme di Eugenio Tavolara e le strisce di Jacovitti, mentre fischiettano allegramente l’opera pinocchiesca di Bennato. Ora in pentola l’idea (suggerita dall’on. Professor Paolo Savona) di farlo diventare effettivamente il Paese dei Balocchi sardo.
Come sei arrivato ai Tarocchi?
Conoscevo Jodorowsky dai suoi film (n.d.a. La Montagna Sacra, El Topo) prima che dai suoi libri, e mi piaceva – anche se allora ne capivo ben poco – il suo mondo surreale, esoterico, a tratti lisergico che popolava le sue pellicole e la sua fantasia. Visto che lavoro il legno e già mi stavo cimentando in cose complesse, ho alzato la posta in gioco iniziando dalla Ruota di Fortuna. Lo scopo non era di tipo interpretativo, ma di fedele riproduzione per far occupare ai soggetti lo spazio tridimensionale!
Cosa vediamo se veniamo a trovarti?
Adesso sto predisponendo un piccolo laboratorio nei locali della Pinokkieria ad Ales, in modo da avere una apertura al pubblico. Cosa succede lì dentro? Beh, come dico ai bambini, solitamente se nessuno li vede i personaggi si animano e fanno cricca nella stanza e solo se visti di nuovo si irrigidiscono tornando legnosi! Adesso ospita principalmente il lavoro in via di conclusione sui Tarocchi di Legno e i miei consueti personaggi e animali di Sardegna, i miei fenicotteri speciali e tante altre sorprese inscatolate che tiro fuori dal cilindro di tanto in tanto! Quello che non succede, e che me ne fa rammaricare molto, è che quelle porte si aprono troppo poco spesso per via del poco pubblico di passaggio, mentre quello dei social è decisamente più vivace!
Per sorprendere i Pinocchi animati andremo allora ad Ales, ma nel frattempo seguiremo sui canali social ufficiali Facebook @maestrodascia e Instagram @maestrodasciailbaloccaio i progressi del lavoro sui Tarocchi, in cui Maestrodascia ci assicura ci saranno delle grosse sorprese! A presto!