Roma Capitale ha conferito ufficialmente la cittadinanza onoraria a Julian Assange, il giornalista cofondatore ed ex caporedattore di WikiLeaks autore della rivelazione di documenti secretati concernenti crimini di guerra americani in Medio Oriente, imprigionato dal 2019 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, e sulla cui estradizione negli Usa il prossimo 20 febbraio si pronuncerà l’Alta Corte britannica.
L’Assemblea capitolina, dopo la mozione dello scorso ottobre, ha approvato con 27 voti favorevoli e 2 contrari (Italia Viva e Forza Italia) la delibera che dà il via libera alla concessione del riconoscimento, a prima firma della consigliera ed ex prima cittadina Virginia Raggi e sottoscritta da M5S, Pd, Lista civica Raggi, Sinistra civica ecologista ed Europa Verde.
“Finalmente concediamo la cittadinanza onoraria a Julian Assange, giornalista ingiustamente accusato e detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh senza mai aver avuto un processo. La richiesta di estradizione degli Usa è legata a una condanna a 175 anni di prigione, sostanzialmente morte certa”, ha spiegato Raggi in Aula. “Attualmente Assange è detenuto in condizioni di tortura, come detto dall’Alto Commissario dell’Onu, ed è privato della libertà e della dignità senza aver commesso alcun reato, solo per aver fatto quello che dovrebbero fare tutti i giornalisti: raccontare la verità, mostrando al mondo i crimini contro l’umanità che il Governo Usa conduceva in Medio Oriente e tutto questo è stato inaccettabile”.
Dopo la mozione di ottobre, ha sottolineato l’ex prima cittadina, “Mi fa piacere che l’Aula abbia capito che Assange stava facendo il suo lavoro e deve essere tutelato, si tratta di difendere un simbolo di tutti i giornalisti che fanno il loro lavoro, e questo vuol dire difendere la democrazia. Un simbolo con cui la Capitale d’Italia dichiara al mondo che Assange va difeso e tutelato insieme a tutti i giornalisti che fanno il loro lavoro e alla libertà di stampa, che va difesa sempre e comunque. È giusto pronunciarci prima del 20 febbraio, quando l’Alta Corte britannica si pronuncerà di nuovo sulla sua estradizione”.
Per la consigliera Pd, Antonella Melito, seconda firmataria della delibera, “Siamo stati i primi a dire che non saremmo rimasti indifferenti e che avremmo votato questo atto prima del 20 febbraio, e ringrazio la consigliera Raggi, prima firmataria, perché questo è un passaggio doveroso. Da parte della maggioranza c’è stato un lavoro anche contro il tempo per levare un grido d’aiuto che vogliamo far sentire oggi, prima delle udienze, e che faremo sentire anche fuori dalle istituzioni, un grido di difesa dei diritti umani e della libertà di stampa. Ricordo a tutti che Assange è un giornalista italiano, uno di noi, perché l’Ordine dei giornalisti gli ha conferito la tessera onoraria. Se questa battaglia non andrà a buon fine verrà condannato a due secoli di carcere per aver svolto bene il proprio lavoro. È un insulto a democrazia, e in questa battaglia vogliamo dire al mondo che Roma c’è”.
Fonte Agenzia DIRE.it