Che cos’è che rende un atleta, un campione? Tutti conoscono la parte dell’allenamento, del giusto approccio alle sfide, del non arrendersi mai. Ma tutto questo è il PRIMA. È la conditio sine qua non per raggiungere gli obbiettivi prefissi. Se un agonista di rilievo inizia a lavorare verso un risultato, prima o poi questo risultato arriva.
Così è successo anche a Marco “Bonga” Pistidda: classe 1982, Best LongBoard Rider 2017, membro della nazionale italiana ai Mondiali di Surf Portogallo 2008, testimonial per aziende del settore, nonché volto dello spirito selvaggio della nostra isola nello spot di una famosa birra.
Fisico scolpito, premi all’attivo, migliaia di follower. Un divo nostrano, insomma.
Ma la figura del divo non gli appartiene.
Era l’8 maggio del ’99 quando un Marco appena 17enne faceva la sua prima uscita con la tavola. E come molti di noi, ancora non aveva ben chiaro chi fosse e cosa lo aspettasse. Ma se l’incertezza adolescenziale lasciava i più senza punti di riferimento, a Marco ha dato l’opportunità di riempire quel vuoto con la forza creatrice dell’onda. Il terreno che sentiva mancargli sotto i piedi è diventato uno sconfinato tappeto blu vivo cangiante, su cui sfrecciare veloce.
E ad oggi a spingerlo avanti è la stessa voglia di felicità e realizzazione che lo guidò allora, e la necessità di colmare quello smarrimento – comune a tutti di questi tempi – lo porta a ricercare secchiate immense di good vibes.
Riguardo la sua realtà sportiva, il target più prossimo è il Campionato Italiano Assoluto Surfing ai FISW Surf Games 2018 a Capo Mannu, penisola del Sinis. Affinata ormai la tecnica e confermato lo stile aggressivo figlio di una fisicità potente, si prepara in vista del waiting period (8 ott – 8 nov) affiancato dal coach Fabrizio Lodde, e il suo umore è già schizzato alle stelle: “Amo la competizione, mettermi in gioco e affrontare sempre nuove sfide! Sono carico a bestia! Ahahahah!”. È dunque naturale pensare a Marco Pistidda come al “surfista”, o “il maestro di surf”, data la sua Bonga Surf School, che nacque itinerante e che oggi si conferma stanziale a Porto Ferro, divenuta ormai un punto di riferimento per gli atleti del nord Sardegna e che non solo offre formazione sportiva, ma si connota anche per l’insegnamento di valori preziosi di amore per la natura, per se stessi, e per la condivisione di esperienze. Recente è l’istituzione del contest tutto al femminile Girl Surf Power, in cui alunne principianti di diverse scuole si confrontano fino a conquistare il podio, mentre gli istruttori si scambiano informazioni e accrescono la professionalità. Oltre ai premi degli sponsor (primo su tutti la tavola della CBC, o i favolosi quadri di Vincenzo Ganadu) la vincitrice di ogni edizione custodirà il trofeo creato appositamente dall’artista slovacca ventiseienne Erika Cibulová. La volontà è stata di generare qualcosa che trasmettesse l’anima della Sardegna, di certo non statica né tanto meno addomesticabile, ma al contempo dotata di una grazia seduttiva intrinseca tutt’altro che frivola. Sono stati utilizzati materiali diversi per porre in luce le contraddizioni, riuscendo a fonderle in unicum di risalto: legno lavorato dal mare raccolto direttamente sulle spiagge rivive combinato con una moderna resina dai pigmenti blu semitrasparenti, così a creare insieme l’effetto dinamico di un’armoniosa onda.
Pittura e scultura non sono le uniche arti che gravitano intorno al mondo di Marco Pistidda, e il surf non è l’unico campo in cui si esprime.
Senza pretese, lo possiamo trovare in veste di disk selector (“non chiamatemi dj!”) nei locali o sulle spiagge, e da tre anni a questa parte all’Holi Dance Festival di Alghero. Quest’attività lo diverte parecchio e gli assicura costantemente iniezioni di adrenalina, grazie alle centinaia di persone che ballano sotto al palco e creano anch’esse un’onda su cui surfare.
Fare bagni di folla e ricevere tutta quella energia a volte però necessita di un contraltare più intimo.
Marco è riuscito a trovarlo nel rapporto con la sua nuova amica, Linda. Per i padroni di cani è superfluo spiegare quanta ricchezza porti un rapporto simile, ed è facile anche per gli altri immaginare cosa significhi essere interlacciati con un essere che non ti pretende diverso da quello che sei né tanto meno che pone in atto trucchi o finzioni per farsi amare. Questa profonda affinità sincera che nasce tra un cane e il suo padrone, per Bonga e Linda si dispiega anche nell’identità lavorativa appena nata: i due si sono formati come unità cinofila di salvataggio in mare presso l’Associazione “Dei dell’Acqua” onlus, con sede a Sorso.
Linda dunque lo segue in acqua e fuori, gli è accanto perfino al mattino quando Marco deve scartabellare rogne come un vero business man: c’è da mappare gli spot migliori in base al meteo, c’è da scremare le mail di lavoro (che spesso son per la stampa: non volercene!), c’è da rispondere agli allievi della Bonga School, programmare eventi, rispondere a qualche amico. E poi finalmente motore acceso, musica nelle casse, direzione Porto Ferro: c’è un’onda che chiama ad essere felici.