Ogni 20 novembre in più di 20 Stati si celebra la Giornata della Memoria Transgender (Transgender Day of Remembrance o TDoR) per ricordare tutte quelle persone trans e non-binary che son state vittime dell’odio e del pregiudizio transfobico. La ricorrenza è stata introdotta dall’attivista transgender Gwendolyn Ann Smith nel 1999 e ha un grande valore simbolico perché nata in memoria di Rita Hester, giovane transessuale afroamericana assassinata nel 1998 nel Massachussetts con l’unica “colpa” di non sentire sua l’identità che le era stata assegnata alla nascita. Ma cosa si intende con transgender?
Si può definire transgender (trans: oltre, al di là, e gender: genere) chiunque non si identifichi nel concetto di “maschile” o “femminile”, ovvero nel ruolo di genere. Il transgenderismo è nato negli Stati Uniti negli anni Ottanta come un movimento culturale secondo il quale non esistono appunto solo due generi, ma un continuum che va da maschio a femmina in cui una persona può inquadrarsi. Spesso nel nostro Paese il termine viene usato in modo interscambiabile con “transessuale” che è la condizione di chi non si riconosce nel genere di nascita e che quindi decide di modificare il proprio corpo con azioni mediche e interventi chirurgici. Fino a pochi anni fa queste definizioni si potevano ritrovare nel DSM (Manuale diagnostico dei Disturbi Mentali) alla voce “disturbi dell’identità di genere”. Non sentirsi bene nel proprio corpo o genere di nascita veniva considerato una vera e propria malattia e come tale era trattata. È dal 2018 che il manuale parla invece di “disforia di genere”: tale condizione è stata quindi spostata dal capitolo sui disturbi mentali a quello che riguarda i disturbi di tipo sessuale.
Oggi la transfobia, ovvero la paura e la manifestazione di sentimenti malevoli nei confronti delle persone transgender e transessuali, è tra le maggiori cause dei crimini commessi contro questi individui. Attualmente i dati sono allarmanti: lo conferma il report Trans Murder Monitoring realizzato da “Transrespect versus Transphobia WorldWide” (https://transrespect.org/en/tmm-update-tdor-2022/) pubblicato l’8 novembre 2022. Tra il primo ottobre 2021 e il 30 settembre 2022, lo studio ha segnalato ben 327 omicidi di persone trans e non-binary. Con 222 casi, l’America Latina e i Caraibi sono le regioni che hanno riportato la maggior parte delle morti. Si tratta di persone, di storie e di vite strappate in un mondo che crede di avere la facoltà di racchiudere tutto il valore di un essere umano nella sua identità di genere.
In questo clima risulta sempre più necessario celebrare una giornata per commemorare le vittime dell’odio. I transfobici spesso considerano le persone trans come parte di una categoria ambigua e viziosa e le discriminazioni possono spingersi fino alla distruzione di questi individui. Le violenze subite sono tra i fattori che più possono contribuire alla depressione e condurre a tendenze suicide. Infatti, è noto che tra le persone transgender il rischio di soffrire di disagio psicologico e poi commettere il suicidio è maggiore rispetto alle persone cisgender, ovvero chiunque si riconosca nel genere che gli è stato assegnato alla nascita. Bisogna ricordare che in Italia dal 2011 è stato attivato l’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), istituito per aiutare i soggetti che fanno parte delle minoranze nel concreto godimento del diritto all’uguaglianza davanti alla legge e nella protezione dalle discriminazioni.
Sono tanti anche in Italia i casi di persone discriminate, uccise o che sono arrivate a compiere gesti disperati a causa della transfobia. Una ultima vicenda che ha fatto molto rumore è quella di Valentina Tamiso, la studentessa trans di Venezia che ha denunciato di essere stata vittima di discriminazione in classe da parte di una professoressa che continuava a chiamarla con il pronome maschile. Un caso di suicidio è quello di Cloe Bianco, un’insegnante trans il cui corpo carbonizzato è stato trovato in un furgone bruciato dalle fiamme nel mese di giugno nel bellunese. Le ricostruzioni e testimonianze sul suo passato hanno raccontato una vita marcata da pesanti discriminazioni sul lavoro. Le sue vicissitudini sono diventate la dimostrazione di come può essere la vita quotidiana di una persona transgender nel nostro Paese e sono state citate diverse volte dalle associazioni che si occupano di discriminazioni contro le persone LGBT+ per segnalare l’insufficienza di leggi e sensibilità su questa tematica.