Due libri, tre giorni e quattro province sarde per lo scrittore Fabio Geda che dal 22 al 24 novembre si dividerà tra incontri dedicati ai ragazzi, nelle scuole, con “Fai qualcosa!” (Mondadori), ed eventi aperti alla comunità di lettori e lettrici con “Storia di un figlio” (Baldini+Castoldi).
Tre giornate intensissime per l’autore del bestseller “Nel mare ci sono i coccodrilli” Fabio Geda, che presenta il sequel “Storia di un figlio. Andata e ritorno” (Baldini+Castoldi) in tre appuntamenti: a Cagliari, martedì 22 novembre, alle 19, presso il Teatro Sant’Eulalia, in dialogo con Andrea Serra; a Porto Torres, giovedì 24, alle 18, presso il Palazzo del Marchese di San Saturnino, in dialogo con Lorena Piras, con l’intervento del Presidente ARCI Nord Sardegna Franco Uda e le testimonianze di alcuni dei beneficiari del Sistema di Accoglienza e Integrazione del Comune di Porto Torres e Arci Mediterraneo; a Sassari, con i ragazzi delle scuole, presso l’Auditorium Polo Tecnico Devilla, sempre giovedì 24, alle ore 11.
“Fai qualcosa!” (Mondadori) sarà oggetto di diversi appuntamenti con le scuole: a Villagrande Strisaili, martedì 22, ore 14:30, presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo in via Bariocce, per un incontro aperto anche al pubblico; a Lunamatrona, mercoledì 25, per un evento riservato agli studenti e organizzato con il Comune di Villanovaforru; a Codrongianos, giovedì 24, nell’ambito del festival Liquida, in un appuntamento riservato, anch’esso, ai ragazzi.
“Storia di un figlio” (Baldini+Castoldi). “Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari” – bestseller amato e letto in tutto il mondo – termina nel 2008, quando Enaiat parla al telefono con la madre per la prima volta dopo il lungo e avventuroso viaggio che dall’Afghanistan l’ha condotto in Italia, a Torino. Ma cosa è successo alla sua famiglia prima di quella telefonata? In quali modi è rimasta coinvolta dalla “guerra al terrore” iniziata nel 2001? E com’è cambiata la loro vita e quella di Enaiat da quando si sono ritrovati fino a oggi, al 2020?
«Dieci anni dopo la danza continua: Akbari e Geda hanno incrociato di nuovo le loro penne, ancora una volta si sono messi uno di fronte all’altro, a raccontare e a raccontarsi, a farsi domande e a cercare risposte, per mettere ordine tra i pezzi e i fili di un’esistenza rivoluzionata – stravolta – a cavallo tra due culture, ritmata da ricordi e distanze, silenzi e fatiche, desiderio di cambiamento e desiderio di prendersi cura delle proprie radici. Desiderio di restare e desiderio di tornare. Storia di un figlio è la storia di un prima e di un dopo.» – Ferdinando Albertazzi, Tuttolibri.
Ora che non è più un bambino, ma con la stessa voce calda che abbiamo imparato ad amare, Enaiat ci accompagna attraverso la vita sua e non solo, lungo un pezzo di storia che riguarda tutti. Il rapporto a distanza con la madre; la violenza del fondamentalismo; l’amore e le amicizie italiane; il ritorno in Pakistan; un secondo ritorno in Italia; una nuova casa; un dolore lancinante, e la gioia enorme, in attesa dell’incontro con Fazila. Con leggerezza Fabio Geda torna a raccontare una storia pura, delicata e più che mai necessaria, in cui il dolore della perdita si mescola all’ ingenua commozione di chi sopravvive. Una storia vera, che ci ricorda come su tutto vinca la solidità degli affetti, la persistenza della nostalgia e del desiderio, capace di superare le distanze.
“Fai qualcosa!” (Mondadori). Una città sul mare, la primavera che avanza, la scuola. Questo è il mondo di Matteo, Anita, Zahira e Luca, quattordicenni che, all’improvviso, capiscono che il modo in cui si gestiscono le cose, lì in mensa, a loro proprio non piace: è la plastica, il problema. È troppa, inquina e sembra che a nessuno importi. Così decidono di mettere in piedi una protesta, ma chi avrebbe l’autorità di ascoltarli non muove un dito e, anzi, qualcuno prova a sabotarli, tanto tra i compagni quanto tra gli insegnanti. E poi c’è lei, la professoressa di Storia con una misteriosa cicatrice sulla fronte, che un giorno racconta di quando aveva vent’anni e protestava al G8 di Genova, nel 2001. E se quella cicatrice arrivasse da lì? Forse lei avrà voglia di ascoltarli e di capire quello che, per i ragazzi come loro, conta come non mai: agire subito, perché un altro mondo è ancora possibile.
A vent’anni dai fatti di Genova, un romanzo che stimola riflessioni sullo stare al mondo, sull’essere parte di una comunità, sul diventare cittadine e cittadini con diritti e doveri, tra cui quello di interessarsi tanto del pianeta quanto della propria scuola.
«Non è solo una questione di risultati. Ma di rapporto con noi stessi. Alzarsi la mattina e guardarsi allo specchio e poi assicurare alle persone cui vogliamo bene che stiamo facendo ciò che siamo in grado di fare. Ognuno come può.»
Fabio Geda, (1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell’educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L’esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all’estero. Nel 2011 esce L’estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori) scritta insieme con Marco Magnone, del 2017 Anime scalze (Einaudi). Nel 2019 pubblica per Einaudi Una domenica.