Piccolo borgo di origine medievale, il comune di Ula Tirso (OR) appare un distinto gioiello incastonato nel Barigadu, territorio storico a meno di 50 chilometri da Oristano. Da sempre il paese vive le varie occasioni – come la sagra in agosto de “sos cannisones”, tipica pasta locale a forma di piccola canna – cullato ai confini dalle acque del fiume Tirso, fattore che nel tempo ha portato ad aggiungere “Tirso” all’iniziale denominazione “Ula”. Essenziale e silenzioso abitante del paesaggio ulese, il fiume Tirso fu anche diretto interessato della costruzione della diga di Santa Chiara, sorta tra gli anni ’10 e ’20 del XX secolo d.C.
Lunga 260 metri e alta 70, la diga di Santa Chiara è ad oggi particolarmente nota per aver determinato la formazione del lago Omodeo, all’epoca il più grande bacino idrico artificiale d’Europa. Malgrado la peculiarità, in realtà la diga nacque in base ad obiettivi più funzionali, mirati alla regolamentazione delle acque e all’ideazione di manovre di miglioramento economico. Il progetto legato a Santa Chiara fu proprio il punto di partenza per l’effettiva attuazione delle migliorie, dato che fino a quel momento gli interventi formulati rimasero sempre e solo su carta.
Complice in tale situazione una serie di leggi emanate tra 1897 e 1907 dal Governo italiano per fornire investimenti all’isola in operazioni di miglioramento idraulico, che però avrebbero coperto solo una parte di spese e avrebbero comportato un’integrazione di privati o Enti territoriali. Venendo a mancare la collaborazione le proposte legislative rimasero inattuate fino al 1913, quando dopo diverse sollecitazioni l’ingegnere Angelo Omodeo ottenne la promulgazione della legge “Nitti-Sacchi”. Orientata a creare bacini su fiumi del sud Italia, – tra cui anche il Tirso – e colpendo il diritto di proprietà assoluto, la nuova legge spingeva difatti i possidenti a bonificare e irrigare i propri terreni, pena la confisca degli stessi.
Parte attiva in Italia e non solo, tra XIX e XX secolo Angelo Omodeo diede un importante contributo nel creare benessere basato sulla progettazione di opere idrauliche e la regolamentazione delle acque pubbliche. Oltre a ispirare decreti-legge in materia e fornire consulenza all’estero, egli fu la mente del progetto di Santa Chiara, bacino eretto proprio sul fiume Tirso.

Iniziati nel 1917 e conclusi nell’aprile 1924, i lavori si concretizzarono per mano dell’ingegnere Giulio Dolcetta e diedero vita al lago artificiale Omodeo, così chiamato in onore di chi aveva reso l’operazione possibile. Assieme all’unicità dello specchio d’acqua, altra novità fu inoltre la costruzione di una centrale idroelettrica ai piedi della diga, elemento che consentì a Ula Tirso di fruire per primo dell’energia elettrica. Fino agli anni ‘60 del ‘900 la diga mantenne la propria funzione e nel tempo fu teatro di alcune vicende, – tra cui 2 attacchi americani durante la Seconda Guerra Mondiale in virtù della posizione strategica – per poi essere definitivamente dismessa nel corso degli anni ‘80.
Dopo oltre 70 anni di attività, la diga di Santa Chiara fu gradualmente avvolta dalle acque del lago Omodeo e parzialmente sommersa, condizione che ancora oggi è possibile osservare. Nonostante la costante variazione del loro livello, spesso le acque svelano qualche piccola perla, tra cui la cosiddetta “casa del capocentrale” o “casa del custode”. Ubicata sotto la diga, essa in passato accoglieva il capocentrale, il vicecapo e rispettive famiglie in un edificio con 2 appartamenti, articolati a loro volta in 2 piani con spazi quali un salone, una cucina, un bagno, un sottotetto e una stanza con telefono per comunicare con la centrale idroelettrica. Esternamente pare che invece la struttura fosse attorniata da un ricco giardino e che sul fronte opposto sorgesse un altro edificio, originariamente ospitante i carabinieri del paese e poi gli stessi custodi della diga.
La diga di Santa Chiara si trova in via Fiume a Ula Tirso, in provincia di Oristano. Sorgendo in un’altra diga di maggiori dimensioni inaugurata nel 1997, il sito può essere raggiunto solo nei periodi in cui il livello del lago lo permette.