Pozioni miracolose, formule magiche con richiami religiosi, trucchi che si tramandano di generazione in generazione. Ogni cultura tradizionale ha la sua medicina popolare e quella sarda non fa eccezione.
Tra le pratiche della medicina popolare più famose in Sardegna figurano la medicina dell’occhio, la terapia dello spavento e la terapia delle ustioni.
La medicina dell’occhio è una pratica diffusa ancora oggi, tanto che si stima che sull’isola ci siano almeno 500 guaritori ancora attivi. Detta in sardo “sa mexina de s’ogu”, questa pratica ha lo scopo di levare il così detto malocchio. I riti contro il malocchio sono presenti in svariate tradizioni, ma quello sardo è diverso da quello più conosciuto. Mentre la medicina dell’occhio “classica” prevede una diagnosi di malocchio effettuata con l’utilizzo di un piatto con acqua e olio, quella sarda può prevedere l’uso di un bicchiere d’acqua in cui vengono versati sale grosso e grano: a seconda di quante bolle si formano o di quanti chicchi salgono a galla il guaritore si rende conto se la persona è affetta o no da malocchio. Ovviamente esistono diverse varianti anche all’interno della Sardegna e ogni guaritore (che ha appreso la tecnica da una persona più grande) ha il suo metodo prediletto. La diagnosi, a cui segue la cura vera e propria, è accompagnata da formule e preghiere pronunciate dal guaritore. Per la diagnosi e la cura del malocchio sono utilizzati diversi elementi, che variano – appunto – a seconda del guaritore e della tradizione sarda che segue: i brebus (preghiere come il Padre Nostro o l’Ave Maria) sono sempre presenti, mentre possono esserci variazioni sull’uso del grano (a volte sostituito da orzo, riso o simili) e l’uso opzionale di carbone, occhi di Santa Lucia e carta.
Il rito sardo che aiuterebbe a guarire dallo spavento prende appunto il nome di terapia dello spavento e generalmente prevede l’utilizzo di acqua, terra presa nel luogo in cui è avvenuto lo spavento e fumo (prodotto con la cera o l’incenso, oppure bruciando tessuti o capelli appartenenti al “malato”). Ad accomunare questa terapia popolare a quella del malocchio è sempre l’utilizzo di formule magico-religiose spesso tenute segrete.
A intrecciarsi più comprensibilmente con la medicina ufficiale è la terapia delle ustioni. In questo caso l’elemento empirico, infatti, è fondamentale. I guaritori utilizzano sostanze oggettivamente efficaci contro le ustioni, tanto che a volte – almeno a livello locale – può instaurarsi una collaborazione o quantomeno una tolleranza reciproca tra medicina popolare e medicina ufficiale. I guaritori sardi delle ustioni curano attraverso oli, decotti e unguenti e, talvolta, accompagnano la somministrazione della cura con le loro formule rituali.