Affacciata sul mar Mediterraneo, la città di Cagliari si contraddistingue per i numerosi punti panoramici, dai quali è possibile ammirare un incantevole paesaggio o semplicemente godersi un tramonto in compagnia. Uno dei più conosciuti è sicuramente quello situato in Viale Buoncammino, strada alberata che si snoda fino a Porta Cristina, nel quartiere di Castello; nota per la presenza dell’omonimo ex carcere, la via prende il nome dal colle Buoncammino, una delle undici alture su cui si fonda il capoluogo. Proprio alle pendici del rilievo primeggia l’Anfiteatro romano di Cagliari, testimonianza di notevole bellezza scavata parzialmente nella roccia.
Adagiato sul lato meridionale del colle Buoncammino, l’Anfiteatro romano di Cagliari sorse durante l’età imperiale, ossia tra il I e il II secolo d.C. A quel tempo Carales – nome con cui i Romani appellavano Cagliari – si trovava già da secoli sotto controllo romano e si stava dotando dei primi edifici pubblici, concernenti anche aree di svago. La costruzione dell’Anfiteatro andò a sopperire a questo bisogno ed offriva al pubblico esibizioni di grande impatto, come esecuzioni di sentenze capitali, combattimenti tra gladiatori e le cosiddette “venationes”,cioè lotte tra uomini e belve feroci. Cionondimeno, a seguito della diffusione del cristianesimo gli scontri gladiatori persero gradualmente attrattiva e nel V secolo d.C. ne venne ufficialmente proibito lo svolgimento.La struttura fu pian piano abbandonata e venne poi riscoperta nel Medioevo, divenendo fonte estrattiva per i conquistatori che necessitavano di materiali per le proprie fortificazioni.
Trascorsi parecchi anni nell’oblio, il XIX secolo segnò un periodo di rivalutazione del sito grazie all’attività dell’archeologo, linguista e presbitero Giovanni Spano. Dopo aver convinto il Comune di Cagliari ad acquisire l’area, tra il 1866 e il 1868 egli avviò una prima serie di scavi che portarono alla luce monete e marmi pregiati, impiegati per la costruzione delle gradinate del teatro. Nel corso degli anni ‘90 seguì un nuovo intervento ad opera dello studioso Doro Levi, il cui contributo fu determinante soprattutto per il restauro e la riabilitazione dell’edificio.
In origine, l’Anfiteatro di Cagliari presentava un’imponente articolazione che consentiva una capienza di circa 10000 individui. Gli spettatori venivano invitati a sedersi nella cavea, ossia un insieme di gradinate suddivise in tre ordini, ciascuno destinato ad una classe sociale specifica. La cavea andava poi ad abbracciare l’arena, ampia area entro cui si svolgevano gli spettacoli. Si cominciava al mattino con i combattimenti tra uomini e animali, per poi passare all’ora di pranzo e alla sera, frangenti dedicati rispettivamente alle esecuzioni capitali e alle lotte tra gladiatori; tale programma veniva riproposto tutti i giorni e sempre nello stesso modo. Assieme agli spazi principali, era possibile trovare anche ambienti più circoscritti, quali le stanze dei combattenti, degli animali e l’infermeria; questi settori – ubicati al di sotto della cavea e dell’arena – erano raggiungibili attraverso lunghi corridoi chiamati “ambulacri”. Inoltre, per consentire un’attività quotidiana senza intoppi l’Anfiteatro era provvisto di un “velarium”, telo utilizzato per ripararsi durante i temporali o in ore particolarmente soleggiate.




Da una prospettiva prettamente costruttiva, l’Anfiteatro romano fu eretto sfruttando la conformazione della valle del colle Buoncammino: questo ha permesso che ogni singola componente venisse interamente scavata nella roccia, adattandosi alla forma irregolare del territorio. Nella fattispecie, la facciata collocata a sud-est presenta una lavorazione in blocchi calcarei, precedentemente ricavati presso le cosiddette “latomiae”, cioè le cave sotterranee; altre sezioni invece vennero realizzate mediante un impasto di calce e pietra, per poi essere ricoperte da mattoni. Altro elemento interessante è quello relativo alla doppia funzione della struttura, in quanto essa venne sfruttata anche come cisterna di raccoglimento per l’acqua piovana. Difatti, con la sua particolare forma ad imbuto la cavea permetteva di incanalare i fluidi e di convogliarli all’interno di un pozzetto.
L’Anfiteatro romano si trova in via Sant’Ignazio da Laconi a Cagliari. L’accesso, consentito senza prenotazione, è possibile tutti i giorni della settimana dalle 10:00 alle 17:00. Per ulteriori informazioni circa prezzi e modalità di visita, si può chiamare il numero 070.6777900 oppure mandare un’e-mail all’indirizzo di posta info.beniculturalicagliari@gmail.com.