Tra i comuni più popolosi della provincia di Sassari, Sorso rappresenta una combinazione eccezionale di belle spiagge, produzioni agricole eccellenti e un interessante passato storico-archeologico.
Assieme a un buon vermentino e piatti a base di ottimi ortaggi, il paese si caratterizza infatti per numerose testimonianze storiche, relative a un ampio periodo che vide anche fasi di riadattamento come nel caso della villa romana di Santa Filitica.
Sita nell’omonima località del territorio di Sorso, l’area di Santa Filitica si distingue per un’esistenza abbastanza longeva, legata alla continuità abitativa che la coinvolse nel tempo e che ebbe iniziò intorno al III secolo d.C. Da un certosino processo costruttivo, proprio in questo periodo vide infatti la luce il primissimo impianto della dimora romana, in origine forse costituita da un ambiente rettangolare maggiore con pavimento a mosaico – collegato a spazi minori – e dove probabilmente vi era anche un’area termale dotata di vasca esagonale con intercapedini per far passare l’acqua calda.
A tale prospetto si aggiunse in un secondo momento anche un piccolo edificio cruciforme, in passato adibito ipoteticamente a chiesetta in relazione anche al nome della zona “Santa Filitica”, riferito alla Sante Perpetua e Felicita.
Un elemento importante, che contribuì tra V e inizio VII secolo d.C. a una prima fase di riadattamento per l’area a luogo di culto cristiano, seguita poi dall’avvento vandalico. Proprio la popolazione germanica giunta dopo la fine del controllo romano fondò infatti un villaggio circostante, dotato in principio da murature a secco, una piccola cisterna quadrangolare e una serie di abitazioni.
Se per la presenza cristiana è stato possibile accertare il legame con la villa, – in particolare per la presenza di relativi simboli su oggetti rivenuti al suo interno – per l’abitato la questione fu più complessa e fatta solo di ipotesi, per le quali esso corrispondeva ad alloggi per coloni o servi aggiunti successivamente.
Dopo un florido periodo di ampliamenti e completamento di strutture già esistenti tra cui l’edificio cruciforme, nel VII secolo d.C. l’area fu abbandonata per l’invasione di sabbie alluvionali, sulle quali però sorse subito un nuovo abitato. Costituito da ambienti a schiera su 4 lati dei resti dell’edificio cruciforme, – divenuto al tempo luogo di sepoltura – si suppone che esso fu frequentato regolarmente non solo per la presenza di strutture per riti funerari e pratiche civili, ma anche per il rinvenimento di una bolla in piombo, sorta di moneta con riferimenti al papa Nicolò I (858-867 d.C.). Un dato assai importante per ipotizzare una continuità abitativa, che sarebbe arrivata al capolinea a metà del IX secolo d.C.
Sito dalle molteplici vite, attualmente Santa Filitica rivela un’area archeologica frutto di scavi dal 1980 e che tra i tesori della prima fase ha per esempio restituito mosaici con figure di uccelli, pesci, frutta e una testa femminile, complementare a un’altra con figura barbuta simile al dio Bacco.
La lunga esistenza dell’area continua poi a raccontarsi tramite oggetti con simboli cristiani, materiali ceramici, resti di defunti sepolti e altri reperti dell’ultima fase di vita del villaggio attestanti pure rapporti con Oriente, Africa e Italia Settentrionale.
Di altrettanto curioso interesse è infine l’analisi fatta su reperti faunistici, che indicherebbe la passata prevalenza di una dieta a base di carni allevate o cacciate – come ovicaprini, bovini, cinghiali, cervi e mufloni – e sarebbe segno di una piena fruizione delle risorse del territorio, pratica ulteriormente confermata dal ritrovamento sul sito di un amo da pesca, un mortaio e parte di una macina. Tutti preziosi indizi che farebbero presuppore uno sfruttamento orientato esclusivamente a soddisfare bisogni primari e che sono avvalorati anche dalla documentazione di attività artigianali sempre legate a esigenze comunitarie, come produzione ceramica realizzazione di manufatti in osso e tessitura.
L’area archeologica di Santa Filitica si trova nel territorio di Sorso, in provincia di Sassari. Per raggiungerla sarà necessario imboccare la Strada Statale 200 Sassari-Castelsardo e proseguire fino al paese, per poi imboccare la Strada Provinciale diretta verso il mare. Trattandosi attualmente di un sito non gestito, esso è liberamente visitabile.