Viaggio nei labirinti della mente e del cuore con la Stagione Teatrale 2023-2024 / “Emozioni” organizzata da L’Effimero Meraviglioso al Teatro Civico di Sinnai con la direzione artistica di Maria Assunta Calvisi e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Sinnai e della Regione Sardegna.
Quindici titoli in cartellone tra ottobre e marzo, con artisti e compagnie di spicco della scena isolana e nazionale, tra riletture di classici e pièces contemporanee, accanto a spettacoli di teatro-danza e concerti.
Il sipario si apre – sabato 21 ottobre alle 20:30 – su “Arianna” (coproduzione ASMED / Balletto di Sardegna – L’Effimero Meraviglioso) con ideazione, testo e regia di Agnese Fois e coreografia di Valentina Puddu: in scena Brigida Cesareo, Roberta Crivelli, Maria Teresa Fadda, Soraya Secci e Sara Perra, che incarnano i molteplici volti della figlia di Minosse, giovane principessa o antica dea, signora del labirinto. “Arianna” reinterpreta il mito dal punto di vista della protagonista, invaghita (forse) di Teseo, l’uccisore del Minotauro, cui insegnò la via della fuga dal palazzo di Dedalo e da cui fu abbandonata sull’isola di Nasso.
Una storia vera – sabato 28 ottobre alle 20:30 – con “Princesa” di Fabrizio Coniglio, che firma anche la regia, nell’interpretazione di Vladimir Luxuria, nel ruolo di Fernanda Farias De Albuquerque (cui è ispirata anche la celebre canzone di Fabrizio De André), nata in un corpo di ragazzo, nel suo viaggio alla ricerca della sua identità (produzione Teatro e Società). Una pièce avvincente sulla difficile metamorfosi che permette finalmente alla donna, imprigionata in un fisico maschile, di sbocciare e ritrovare se stessa, dopo molte traversie: Princesa affronta anche il carcere, dove grazie all’incontro con un detenuto può raccontare di sé. La sua vita così simile a un romanzo, dall’infanzia in un paesino del Brasile dove ha iniziato a truccarsi e giocare con le bambole, scoprendo la propria femminilità, all’arrivo nella metropoli, è diventata un libro (scritto con Maurizio Jannelli), poi una canzone e ora uno spettacolo, con un’intensa prova d’attrice di Luxuria, che ha attraversato esperienze analoghe e dà voce a Fernanda, tra pensieri, ricordi e emozioni.
Un mito dello sport (si) racconta – sabato 4 novembre alle 2:.30 – ne “La leggenda del pallavolista volante” (produzione Teatri d’Imbarco – Firenze), uno spettacolo scritto a quattro mani da Nicola Zavagli (sua anche la regia) con Andrea Zorzi detto “Zorro”, due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con la Nazionale guidata da Julio Velasco, sul palco insieme a Beatrice Visibelli. La pièce ripercorre la straordinaria parabola del pallavolista, colonna portante della squadra azzurra fino al 1996, ritiratosi dall’attività agonistica a trentatré anni (per ritornare in campo, da vincitore, nel 2007 nel Campionato Europeo Veterans indetto dalla CEV): lo sport diventa metafora della vita, in una pièce in cui affiorano volti e episodi significativi di una carriera costellata di trionfi. Tra i ricordi dell’adolescenza, dove un pallone si trasforma in un volante tra le mani del padre autista e le panche dello spogliatoio nel letto in cui cui il giovane atleta sognava l’amore, il palco diventa campo di gioco per rivivere azioni mozzafiato, vittorie leggendarie e sconfitte ancora brucianti.
Ironia in scena – venerdì 10 novembre alle 20:30 – con “Cosa ti cucino amore?”, una commedia nera firmata da Linda Brunetta (produzione Laboratori Permanenti – Arezzo) e interpretata da Caterina Casini, Maddalena Rizzi e Carlina Torta, in cui tre donne riunite davanti alla tavola parlano di amore, solitudine, ricette per le tagliatelle e danza del ventre. L’autrice e regista gioca con il linguaggio, sfatando luoghi comuni e indagando oltre le apparenze, per mettere in risalto l’ambiguità delle relazioni e la complessità dei personaggi «allo stesso tempo profondi e superficiali, crudeli e innocenti, scaltri e ingenui». Nello spazio accogliente di una cucina, a casa di Silvia, nel giorno del suo compleanno, tra i preparativi in attesa del marito Tito, arrivano Eleonora, la svagata vicina e Doga, una interprete turca, unica ospite del suo Bed & Breakfast. Nell’arco di poco più di un’ora, tra chiacchiere, rivelazioni, bugie e grandi verità, le protagoniste si mettono a nudo e «trovano un modo per stare insieme affrontando allegramente una nuova vita».



Viaggio alle sorgenti della fede tra Oriente e Occidente – domenica 19 novembre alle 19:00 – con “Figli di Abramo” di Svein Tindberg, con traduzione e regia di Gianluca Iumento, nell’interpretazione di Stefano Sabelli, per una riflessione sulle grandi religioni monoteiste e sui conflitti dettati dall’integralismo (produzione Teatri Molisani – Campobasso). Focus sulla figura del patriarca da cui idealmente discendono ebrei, cristiani e islamici, tra i racconti tramandati nei testi sacri e una genealogia che rende i vari popoli in qualche modo fratelli, in un monologo avvincente che riparte dalla storia del profeta nato a Ur in Mesopotamia, persuaso dell’esistenza di un solo e unico Dio creatore.
Atmosfere da Belle Époque – sabato 25 novembre alle 20:30 – con “Gran Caffè Astra” di Mario Lubino, che firma anche la regia, insieme con Alfredo Ruscitto, della scoppiettante commedia incentrata sulle disavventure di un gruppo di attori impegnati nelle prove per l’inaugurazione del prestigioso locale, nello stile del Café Chantant (produzione Teatro Sassari). Sotto i riflettori, insieme a Mario Lubino e Alfredo Ruscitto, Alberto Lubino, Michelangelo Ghisu, Teresa Soro, Alessandra Spiga, Pasquale Poddighe, Paolo Colorito, Aldo Milia, Pina Muroni e Luca Sirigu danno vita a una brillante pochade, quasi un gioco metateatrale, rievocando la tradizione parigina dei raffinati spettacoli di varietà, che oltre alle capitali europee come Berlino tra Ottocento e Novecento conquistò anche la Napoli di Raffaele Viviani. E pure Sassari con il rinomato “Caffè Roma”. La magia del teatro trionfa, a dispetto di rivalità e incomprensioni, e il debutto si trasforma in un successo straordinario, grazie anche alle canzoni interpretate dalla soubrette e ai comici con i loro divertenti sketches.
Tra humour (nero) e suspense – sabato 2 dicembre alle 20:30 – con “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, con Emanuele Cerra, Denis Fontanari, Christian Renzicchi e Maria Giulia Scarcella, per la regia di Alberto Giusta, in cui tre sconosciuti si ritrovano in una camera d’albergo, in attesa forse di conoscere il proprio destino (produzione AriaTeatro e Evoè!Teatro – Trento). La celebre e fortunata pièce descrive l’incontro imprevisto tra un commendatore, un capitano dell’esercito e un professore da cui scaturiscono conversazioni surreali: costretti a rimandare i rispettivi impegni, da un appuntamento galante a una riunione d’affari, al ritiro di un pacco e a trascorrere insieme la notte i tre uomini si interrogano su quel luogo e sulle ragioni che li hanno condotti lì. Nel dubbio di essere giunti in una sorta di anticamera dell’aldilà, finiscono con il raccontare di sé e ragionare su temi importanti, come il senso della vita e la paura della morte, la predestinazione, il libero arbitrio e perfino l’esistenza di Dio. Una sirena indica la fine dell’attesa, prima dell’ultimo coup de théâtre.
Una favola moderna, poetica e struggente – sabato 9 dicembre alle 20:30 – con “U Figghiu” con regia e drammaturgia di Saverio Tavano, una vicenda emblematica sull’amore materno, che vince paure e pregiudizi con Anna Maria De Luca, Francesco Gallelli e Claudio Rombolà (produzione Teatro del Carro – Catanzaro). La pièce racconta il furto della corona di spine dalla statua della Passione di Cristo, la voce si sparge e la gente commenta: il “ladro” è Saro, il figlio di Nino e Concetta, che soffre di un grave disagio mentale, è insomma affetto da schizofrenia. Il giovane, persuaso di essere la reincarnazione di Gesù, si è rinchiuso in casa, lasciando fuori i genitori preoccupati e ansiosi: dal loro dialogo emergono i dettagli di una quotidianità fatta di sacrifici e rinunce, abnegazione e paziente o rassegnata sopportazione.
Armonie sacre e melodie tradizionali per i giorni di festa – domenica 17 dicembre alle 19:00 – con “Natale nel mondo / Paese che vai, canto di Natale che trovi”, il concerto di Giusy Murgia Onnis (voce) con Gianluca Podda alla chitarra e Enrico Atzeni alle tastiere (produzione Palazzo d’Inverno – Cagliari). «Un viaggio in giro per il mondo, seguendo le tracce delle musiche più amate del Natale, che meglio rappresentano la tradizione di ogni singola nazione» – spiegano gli artisti – «partendo dalla nostra amata Isola con alcuni canti in Lingua Sarda come “Naschid’est” e “Notte de chelu”».
Una trama maliziosa e avvincente – sabato 13 gennaio alle 20:30 – per “Le corna sono come i tacchi, slanciano!” di Virginia Garau (sua anche la regia) e Daniela Melis, autrici e interpreti, insieme con Gino Betteghella, Caterina Peddis e Ulisse Sebis, della scoppiettante commedia liberamente tratta da “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli (produzione Teatro Tragodia – Mogoro). Una variazione sul tema della stravagante terapia offerta a un uomo sposato che desidererebbe avere dei figli, attraverso una pozione “venefica” ma prodigiosa, in realtà utile stratagemma attraverso cui un giovane innamorato vorrebbe conquistare se non proprio il cuore almeno le grazie di una donna bella e virtuosa. L’ingenuo marito diventa tal Boccaloni, dottore in legge, mentre l’intraprendente Farfalloni, con l’aiuto della governante Cupidigia (nomen omen), si finge medico sapiente, capace di risolvere il problema della (presunta) infertilità della moglie dell’altro grazie alla mandragola, con l’inconveniente che il primo uomo a giacere con la donna morirà. Un espediente astuto e arguto, facile infatti indovinare chi sarebbe l’amante (s)fortunato, ma dalle conseguenze imprevedibili…
Omaggio a Primo Levi – sabato 27 gennaio alle 20:30 in occasione della Giornata della Memoria – con “Il sistema periodico”, con drammaturgia e regia di Stefano Ledda, anche protagonista sulla scena sulla colonna sonora eseguita dal vivo dal sassofonista Juri Deidda, sul tema della Shoah (produzione Teatro del Segno – Cagliari). La pièce trae spunto dai racconti dello scrittore e chimico, autore di testi emblematici come “Se questo è un uomo”, testimone oltre che vittima delle persecuzioni e degli orrori scaturiti dalla follia nazista, una delle coscienze più lucide del Novecento.



Ai confini tra ragione e follia – sabato 3 febbraio alle 20:30 – con “Il sogno di un uomo ridicolo”, dal celebre racconto di Fëdor Dostoevski, nell’interpretazione di Tiziano Polese, che firma anche la regia, insieme con Rosalba Piras, della pièce, impreziosita dalle scenografie visuali a cura di Tonio Cireddu e Franco Saba, sul viaggio interiore del protagonista, tra suggestioni religiose e letterarie (produzione Abaco Teatro – Monserrato). Un coinvolgente monologo scandito da musiche pop e testi contemporanei, intorno a fondamentali dilemmi esistenziali, a partire dal significato della vita umana e dall’esistenza di una dimensione ultraterrena, tra il riaffiorare di ricordi e visioni quasi mistiche, in bilico tra realtà e sogno
Ritratto al femminile nel segno dell’ironia – domenica 18 febbraio alle 19:00 – con “Stupida Show! / Paola Minaccioni Special”, un monologo in chiave Standing-Up Comedy scritto da Gabriele Di Luca, che firma anche la regia insieme con Massimiliano Setti (produzione Carrozzeria Orfeo – Infinito Teatro – Argot Produzioni – appuntamento realizzato in collaborazione con CeDAC Sardegna/ Circuito Multidisciplinare Spettacolo dal vivo Sardegna). Sotto i riflettori un’artista talentuosa e poliedrica come Paola Minaccioni, con tutta la sua verve e il suo sense of humour, che presta volto e voce alla protagonista, «una donna in grado di trasformare le sue ferite personali e i fallimenti in una comicità travolgente, dove il destinatario del suo dialettico atto terroristico sarà il suo primo avversario naturale: l’amore».
Viaggio tra mito e modernità – sabato 9 marzo alle 20:30 – con “Why Clitennestra, why?” da “Clitennestra o del crimine” di Marguerite Yourcenar, con un’intensa Miana Merisi nel ruolo di un’eroina in nero, sposa e assassina, e (in video) i danzatori e performers Alessandra Corona e GuidoTuveri, per la regia di Maria Assunta Calvisi (produzione L’Effimero Meraviglioso – ASMED / Balletto di Sardegna – Alessandra Corona Performing Works). «Clitennestra è un personaggio universale e contemporaneo, percorre il nostro presente, è vivo oggi come ieri» – sottolinea la regista Maria Assunta Calvisi –. «La tragedia greca si fa magma vitale e prende forma problematica e aperta nelle parole della Yourcenar che suggeriscono nuove suggestioni e nuovi percorsi anche tortuosi e sorprendenti: la vendetta? Certo! Ma anche l’amore irriducibile, disperato, ossessivo, e poi la fragilità, l’insicurezza, la solitudine».
Tra suggestioni “omeriche” e cruda attualità – domenica 24 marzo alle 19:00 – con “LidOdissea”, il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, che firmano anche la regia (con la collaborazione di César Brie), e dividono la scena con Ludovico D’Agostino e Silvia Zaru (produzione Compagnia Berardi Casolari). Una storia dal sapore “epico”, fin dai nomi dei protagonisti, Ulisse, Penelope e Telemaco: «una famiglia in vacanza in uno stabilimento balneare, tra flashback e flashforward rivive e racconta le avventure del viaggio mitologico, trasformandolo in un viaggio interiore alla scoperta dei limiti, delle difficoltà e dei paradossi della società contemporanea». La pièce descrive lo smarrimento dei personaggi, incapaci di ritrovarsi e riconoscersi nella realtà che li circonda, finché insieme a un aedo cieco, ispirato al mitico Tiresia, iniziano il loro percorso. «In questo mondo dove l’errore umano è sempre una colpa e i numeri contano più delle parole; dove ogni azione deve essere performante, mirata al raggiungimento di un obiettivo e l’altra faccia della medaglia è sempre e solo il fallimento – si legge nella presentazione – «i protagonisti rievocano incontri con stravaganti personaggi, episodi esilaranti e tragici, situazioni paradossali e grottesche, alle prese con tutta la loro inadeguatezza nei confronti del mondo contemporaneo».
Per informazioni e prenotazioni chiamare lo 070/765831, mandare un messaggio WhatsApp al 377/7080898 o una e-mail a teatrosinnai@gmail.com.