Domani, giovedì 30 settembre, a Cagliari, “L’Accademia del Tempo – Osservatorio della Contemporaneità”, il nuovo progetto dell’associazione Carovana SMI prosegue con un pomeriggio denso di appuntamenti nella spiaggia del Poetto.
Si comincia alle 18, alla 5ª fermata, con l’artista francese Elie Chateignier che proporrà “Murmure. Dialogo con il muro”, performance che nasce dal desiderio di un’arte plurale che vive di contaminazione, abbattendo le frontiere disciplinari, rimescolando le arti per un pluralismo linguistico e culturale.
Subito dopo è la volta della sassarese Maria Luisa Usai con “Io non volevo essere Ofelia”, performance itinerante con la partecipazione della comunità di Carovana SMI. Si tratta di uno spettacolo che parte dalla terra e arriva all’acqua, un viaggio performativo che decostruisce l’archetipo di Ofelia, rivendicando un finale alternativo alla storia raccontata da Shakespeare nel suo Amleto. Una processione profana che ribalta l’archetipo tragico per farlo diventare un collage contemporaneo.
A chiudere la serata sarà una performance di food art: “I mille grani del riso”, di e con Raul Jr. Boongaling, Rosalie Rivera, Rhys e Robyn Boongaling. L’evento si inserisce nell’ambito di Stazione di Transito, progetto integrato, di arte, cibo, ambiente, cura, studio d’impresa, sostenuto da Sardegna Ricerche e CambiaMenti. Nella performance il riso qui è la porta di entrata o di uscita per Raul Boongaling, di origine filippina, esperto cuoco di cucina asiatica, per offrire un cibo familiare e di alta qualità e condurre gli spettatori, insieme alla sua famiglia d’Arte, in un viaggio nella sua cultura.
Gli appuntamenti della settimana non finiscono qui: sabato 2 ottobre alle 19, ancora alla 5ª fermata del Poetto, sarà presentata un’altra performance di food art di Stazione di Transito: “Ultima cena. Il pane e il vino come rituale di alleanza”, di e con Maria Benoni. L’ultimo pasto non può essere opulenza, spreco ma un rito per condividere il poco. Domani si chiude giovedì, invece, il laboratorio di Maria Luisa Usai, “Io non volevo essere Ofelia”, esperienza multidisciplinare che coinvolge in maniera intergenerazionale persone differenti che prendono parte a un disegno collettivo.
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L’Accademia del Tempo – Osservatorio della Contemporaneità propone un percorso di indagine transdisciplinare attraverso l’uso di strumenti interpretativi di natura artistica, filosofica, economica, scientifica, per riflettere sui processi di trasformazione dei linguaggi e delle estetiche della contemporaneità. In uno scenario globale in cui la condizione pandemica e di emergenza sanitaria ci allontana e ci isola, si riporta al centro il corpo, la sensorialità, l’empatia, l’arte partecipata alla comunità, la cura del sé e del pubblico/persona verso cui andare per ripartire, riaprire gli spazi dell’incontro e dello scambio, ritornare ad essere artisti della mobilità, dello spostamento dal vecchio al nuovo mondo.