Si conclude mercoledì 28 settembre, con un evento pubblico aperto alla città, “Fili in Comune”, il progetto della municipalità di Tempio Pausania nato per sostenere e diffondere la progettualità giovanile, riparativa e sostenibile nel suo territorio, realizzato grazie al bando A.N.C.I. Fermenti in Comune, che ha come obiettivo l’attivazione di interventi locali — in partenariato con associazioni giovanili e altri soggetti locali – che promuovano l’uguaglianza per tutti i generi, la creazione di nuove opportunità di partecipazione inclusiva alla vita economica, sociale e democratica e agevolino lo sviluppo di progettualità a vocazione sociale rivolte ai giovani, nella dinamica di rilancio dei territori attraverso il coinvolgimento diretto nella progettazione e realizzazione di azioni territoriali.
Il Comune di Tempio Pausania – prima città riparativa d’Italia, apprezzata in ambito internazionale e ispiratrice, con il suo modello Co.Re. Comunità di Relazioni riparative – da quasi dieci anni promuove e sperimenta pratiche riparative, di inclusione e coesione sociale, coinvolgendo tutta la comunità: casa di reclusione, scuola, famiglia, forze di polizia, tribunali, comuni, associazioni.
Con il progetto “Fili in Comune” progettualità giovanile, riparativa e sostenibile nel territorio di Tempio Pausania – terzo in graduatoria nazionale su 494 proposte presentate da altrettanti Comuni italiani, di cui solo 35 finanziate – si è voluto dare ulteriore seguito a questa esperienza, coinvolgendo giovani e carcerati in una serie di azioni che hanno la finalità di attivare uno scambio di creatività e esperienze tra due realtà certo distanti ma accomunante dalla difficoltà nell’essere parte attiva dei processi sociali ed economici della comunità alla quale appartengono, nella convinzione che creare nuove opportunità di partecipazione inclusiva possa essere una chiave importante per uno sviluppo equilibrato e sostenibile di una comunità.
Nella sua visione più ampia, la giustizia riparativa, gli approcci e le pratiche riparative infatti non riguardano soltanto i comportamenti a rilevanza penale, ma le diverse criticità che possono generarsi nella comunità. Pertanto, seppure giovani e carcerati possano essere considerati “fili” fragili nella loro singolarità, riuniti possono riparare i lembi di un tessuto sociale sfilacciato, intrecciati possono creare nuovi tessuti o rafforzare quelli esistenti.
Manufatti d’arte e musica tra carcere e città è l’evento conclusivo di “Fili in Comune”, articolato in due momenti: il primo nel pomeriggio, riservato agli ospiti del Carcere di Nuchis con i saluti istituzionali e un concerto con i giovani che hanno preso parte al laboratorio musicale e l’Ensemble Ellipsis, il secondo in Città presso lo Spazio Faber dove, a partire dalle ore 18:00, dopo i saluti istituzionali si terrà la presentazione dei lavori realizzati dai partecipanti al laboratorio di manualità creativa curato e coordinato dall’artista Antonella Spanu e, alle 19:00, il concerto di chiusura del progetto con l’Ensemble Ellipsis – Alberto Cesaraccio (oboe), Alessandro Deiana (chitarra), Fortunato Casu (violino), Pietro Ferra (violino), Alessandra Cocco (violino), Giovanni Nucciarelli (viola), Fabrizio Meloni (violoncello) –, il gruppo musicale S.A.D. con il deejay Antonio Sotgiu e i giovani che hanno preso parte al laboratorio coordinato dal M° Sandro Fresi.
I brani composti durante il laboratorio musicale e i manufatti artistici realizzati con modalità ecosostenibili nell’ambito di “Fili in Comune” – rappresentazioni della Città di Tempio, edifici storici, scorci urbani, colori del costume e della vita all’interno del carcere – costituiscono un esempio concreto e tangibile di pratiche riparative, inclusive e coesive. Come i brani e versi che affrontano il grande tema della libertà e della sua perdita o “li palazzeddhi” frammenti litici la cui storia ha inizio nelle cave di granito di Tempio per poi arrivare nel carcere della città, dove si trasformano grazie all’incontro dei detenuti e dei giovani tempiesi con l’arte, la storia e le tradizioni locali diventando una casa, un palazzo, un edificio, parte della “Città di Pietra”: simboli di un legame con Tempio e con le storie di chi li ha creati.