Sbarca nell’Isola “Un Poyo Rojo”, intrigante e sorprendente spettacolo di physical theatre che martedì 26 ottobre alle 20:30 inaugurerà la Stagione 2021-2022 de La Grande Prosa al Teatro Massimo di Cagliari organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
“Un Poyo Rojo” (letteralmente “una panchina rossa”) – in cartellone da martedì 26 fino a sabato 30 ottobre sempre alle 20:30 al Teatro Massimo di Cagliari – è una originale e travolgente performance in cui si fondono danza e teatro, acrobazie, musica, sensualità e ironia per indagare tutte le ipotetiche e (im)possibili conseguenze di un incontro / scontro tra due uomini, oltre i pregiudizi e i tabù. La pièce – un’opera “ibrida” che mescola linguaggi e stili – rappresenta «un dissacrante invito a ridere di se stessi e, allo stesso tempo, ad accettare pienamente le proprie e altrui differenze»: la trama apparentemente “semplice”, incentrata su una situazione di assoluta “normalità”, almeno prima del lockdown e del diffondersi della pandemia, si complica e si arricchisce di molteplici “variazioni” sul tema, finché la sfida tra i due si trasforma in un raffinato e irresistibile “gioco di seduzione”.
“Un Poyo Rojo” con regia e coreografia di Nicolás Poggi, Luciano Rosso e Hermes Gaido – produzione Carnezzeria in collaborazione con T4 / Jonathan Zak and Maxime (coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone) arriva nel capoluogo dopo otto intense stagioni a Buenos Aires e il successo delle tournée internazionali, in cui ha conquistato pubblico e critica con una cifra peculiare, umoristica e avvincente, che supera regole e convenzioni, per esplorare «i limiti e le possibili relazioni tra due uomini». Sotto i riflettori Alfonso Barón e Luciano Rosso interpretano i due protagonisti di un racconto (quasi) senza parole, due uomini che «si scrutano, si squadrano, si provocano, si affrontano tentando di sedursi» nello spogliatoio di una palestra, in «un interessante crossover tra danza, sport e sessualità». “Un Poyo Rojo”- si legge nella presentazione – è «un’opera teatrale che utilizza il linguaggio del corpo per esplorare i limiti di questo linguaggio contemporaneo, per quanto riguarda il movimento e le sue successive interpretazioni»; uno spettacolo originale e decisamente sui generis che «può essere visto come ingenuo o kitsch», sicuramente ispirato agli stereotipi e ai modelli tradizionali della “virilità”, che prova a demistificare e “smontare”, e offre una vasta e perfino stupefacente panoramica «della gamma di possibilità fisiche e spirituali dell’uomo».
Il progetto è nato nel 2008 da un lavoro di Luciano Rosso e Nicolás Poggi, pensato per uno spettacolo di varietà nel Centro Cultural Laboratorio di Buenos Aires: un duetto con alcune note di comicità, per mostrare attraverso il movimento le molteplici possibilità di relazione e interazione tra due uomini. Focus sul corpo – un elemento sottratto e negato in questi mesi per effetto del “distanziamento sociale” – che diventa centrale in una narrazione per quadri, in cui i due interpreti sono impegnati in uno “scontro” fisico, tra attrazione e rifiuto: quasi una storia d’amore e/o d’amicizia, stilizzata attraverso la danza e il teatro, con incursioni nell’arte del mimo e perfino della clownerie e nelle dinamiche del nouveau cirque, dove braccia e gambe si intrecciano in un abbraccio, a metà tra la lotta e l’amplesso, tra rivalità e passione.
“Un Poyo Rojo” è un ormai un successo internazionale, approdato dalla periferia di Buenos Aires ai palcoscenici dei teatri di oltre trenta Paesi: la pièce che da quindici anni va in scena senza interruzione, con una media di centoventi rappresentazioni all’anno, gode di un consenso trasversale e continua a suscitare un vivo entusiasmo nel pubblico nei diversi continenti.
«“Un Poyo Rojo” è nato nel 2008 in un momento nel quale era in esame un progetto di legge per la legalizzazione del matrimonio omosessuale in Argentina» – sottolineano gli autori Nicolás Poggi, Luciano Rosso e Hermes Gaido -. «A quell’epoca la società era fortemente divisa, animata da dibattiti appassionati, di grande contraddittorio anche violento. In questo contesto, lo spettacolo da subito viene visto come una reazione a ogni forma di imposizione e costrizione. Una proposta semplice: due uomini in preda a un’intensa attrazione sessuale l’uno per l’altro, nello spogliatoio di una palestra – tempio della virilità, se ne esiste uno – tentano di reprimere il desiderio. Finiranno per soddisfarlo, superando le contraddizioni e liberandosi di ogni forma di condizionamento.
La libertà totale, formale, estetica e politica dello spettacolo è la ragione dell’entusiasmo internazionale che esso ha suscitato e continua a suscitare. È stupefacente vedere come i pubblici più diversi, per genere, età, condizione sociale, cittadini, rurali… lo accolgano».
L’ambientazione è insieme significativa e “suggestiva”: «lo spogliatoio di una palestra è lo scenario ideale per il racconto di una storia romantico-erotica omosessuale» – sottolineano gli artisti -, ma questa dimensione così privata e quasi “intima”, viene come invasa da una “voce” esterna; infatti «un terzo personaggio occupa uno spazio importante nello spettacolo, si tratta di una radio che trasmette in diretta diversi programmi a seconda della città e del paese nel quale si va in scena. La realtà esterna fa irruzione ogni sera attraverso le onde radiofoniche, inserendosi nella linea narrativa di questo duetto tra uomini, che reinventano la loro mascolinità. Queste intrusioni provocano spesso uno scarto comico, quando al culmine della tensione erotica fa capolino un canto religioso, una omelia, una ricetta di cucina. Talvolta questo scarto è più straniante, quando entra un discorso politico, un reportage di guerra o l’annuncio di una catastrofe. Queste realtà intervengono nell’azione scenica. Questo dispositivo della casualità, con questi echi dal mondo che entrano imprevisti nel flusso del racconto, conferisce allo spettacolo un colore peculiare ogni sera, e permette agli artisti di improvvisare e di interagire sempre diversamente. Ogni replica è una sfida».
“Un Poyo Rojo” con la sua energia dirompente e il sottile umorismo, affronta una questione delicata e complessa, e di stringente attualità come la tutela dei diritti civili e il rispetto delle scelte e degli orientamenti individuali, in linea con l’evoluzione della società, ovvero parla della libertà di amare.
Biglietti: Platea I settore: intero 35 euro – ridotto 27 euro. Platea II settore: intero 30 euro – ridotto 22 euro. Loggia: 15 euro. Pomeridiane (turno P) 16 euro – ridotto 12 euro. Per informazioni: cell. 345/4894565 – e-mail: [email protected].