Nella Sardegna finalmente in “zona gialla” riapre le porte anche il Teatro di Sanluri: la Stagione Teatrale “Rosa dei Venti” 2021organizzata da Abaco Teatro prosegue “in presenza” con gli ultimi due appuntamenti in cartellone nel mese di maggio: «non vediamo l’ora di poter riaccogliere il pubblico in sala» sottolinea l’attrice e regista Rosalba Piras, che cura la direzione artistica insieme con Tiziano Polese -. «Sia pure con posti contingentati, igienizzazione e uso delle mascherine (obbligatorie per tutta la durata della rappresentazione) siamo davvero felici di poter incontrare e stringere in un ideale abbraccio gli spettatori e le spettatrici che hanno seguito con attenzione e vera passione tutti gli appuntamenti finora trasmessi in streaming: il teatro è un rito che accade qui e ora, un evento irripetibile nell’alchimia speciale che si crea grazie alla partecipazione del pubblico».
Il sipario si alzerà domani, domenica 23 maggio alle 19:30, su “Bachisio Spanu. Epopea di un contadino sardo alla Grande Guerra” del Bocheteatro, liberamente tratto da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu con inserti da “Roccu u stortu” di Francesco Suriano, con adattamento e regia di Marco Parodi, nella coinvolgente ‘interpretazione di Giovanni Carroni nel ruolo di un fante della Brigata Sassari, per una riflessione sull’assurdità della guerra mentre domenica 30 maggio alle 19:30 debutterà in prima nazionale la fantastica storia di “Cappuzzetto Rozzo” firmata Abaco Teatro: una rilettura in chiave ecologica della celebre fiaba con testo e regia di Rosalba Piras, anche protagonista insieme con Tiziano Polese e Giuseppe Asuni, per un finale a misura di bambini e famiglie (e non solo).
Focus sul “gioco delle armi”, con “Bachisio Spanu. Epopea di un contadino sardo alla Grande Guerra” che ricorda l’inutile massacro delle truppe italiane, immolate in nome di pericolosi ideali di gloria, tra eroiche imprese e azioni impossibili, destinate al fallimento perché preparate in modo approssimativo e senza la necessaria copertura da parte dell’artiglieria, tra errori strategici che mettono a nudo l’inadeguatezza degli alti comandi. Il drammatico monologo di un soldato riassume tutta la barbarie e la follia di un evento bellico, con il linguaggio semplice, quasi elementare, di un contadino strappato alla terra, vestito di una divisa e inviato al fronte a combattere contro un nemico sconosciuto, e probabilmente molto più simile a lui degli stessi ufficiali ai cui ordini, spesso incomprensibili e ingiustificati sul piano tattico, è costretto ad obbedire – pena la morte.
Sulla falsariga del libro di Emilio Lussu, una delle opere più significative ed emblematiche sulla ferocia e insensatezza della guerra, la pièce dà voce a uno dei protagonisti, suo malgrado, del conflitto: l’epopea della Brigata Sassari, pur senza sminuire, anzi esaltando il coraggio e il valore di soldati e ufficiali in prima linea, appare in una luce sinistra, nella consapevolezza dello squilibrio delle forze in campo e dell’impreparazione e inadeguatezza degli alti comandi. L’antica e nobile “arte della guerra” cantata dai poeti si rivela in tutta la sua efferatezza e brutalità, nella dura vita di trincea, tra fango e sangue, fame e freddo: l’agilità e la forza degli uomini temprati dalla fatica e avvezzi a scarse comodità e il loro ardimento, molti dei quali orignari della Sardegna, sono alla base dei rari successi, in stridente contrasto con l’ingiustificata arroganza di alcuni comandanti e la rigida disciplina imposta dai vertici militari, veri seppure involontari artefici di una carneficina.
La trasposizione teatrale di “Un anno sull’Altipiano”, importante documento sulla prima guerra mondiale,con le sapienti descrizioni degli scontri e i vividi ritratti dei personaggi, ripropone pagine di storia vissute in prima persona su cui si innestano, come dei flussi di coscienza, frammenti da “Roccu u stortu” di Francesco Suriano tradotti in limba, nella variante campidanese, da Rossana Copez. Un omaggio a Marco Parodi, figura di spicco della scena nazionale e isolana, prematuramente scomparso, con la mise en scène del suo “Bachisio Spanu”, dove il memoriale di Lussu prende forma sul palco, diventa materia incandescente, impressa nella mente e nella carne di un soldato, testimone di quell’inutile strage. A poco più di un secolo di distanza le cronache della “Grande Guerra” rappresentano un monito, troppo spesso disatteso, dell’orrore e la crudeltà di ogni conflitto, in cui ci si affida alla logica della forza, innescando una terribile spirale di odio, perpetuata tra vendette e ritorsioni, con scenari di distruzione e rovine, oltre alle centinaia, anzi migliaia di vittime tra morti e feriti, anche tra i civili.
Nelle note di regia, Marco Parodi sottolinea che: «Il Generale Cadorna è convinto che “sull`Altipiano di Asiago si salva l’Italia e l’Onore dell’Esercito”. Ma i suoi ufficiali “guardano con occhi fermi la realtà” come scriverà Camillo Bellieni, ed assistono sgomenti allo sfruttamento dei soldati sardi nelle azioni ordinate senza nessuna efficace ed adeguata preparazione dell’artiglieria, con i reticolati intatti. Per il generale Cadorna, all’infuori della vittoria, l’unico riposo è la morte. Ma il soldato Bachisio Spanu, nonostante sia semianalfabeta, riesce benissimo a comprendere che “i colonnelli e i generali non capiscono niente, ma proprio niente, tanto da sembrare che siano là per errore”. E che certe azioni appaiono senza senso logico né militare, studiate apposta per far massacrare i soldati… E tutti gli ufficiali della Brigata Sassari attendono con lucida consapevolezza che arrivi “il tempo dell’assurdo”, degli assalti furibondi e disperati, armati solamente di un fucile contro un nemico formidabilmente preparato per la guerra, esacerbati dalla continua e immediata visione di una morte certa e infeconda».
Il sipario della Stagione “Rosa dei Venti” 2021 si chiude – domenica 30 maggio alle 19:30 – sulle avventure di “Cappuzzetto Rozzo” di Abaco Teatro, con drammaturgia e regia di Rosalba Piras, anche protagonista sulla scena insieme con Tiziano Polese e Giuseppe Asuni, e scene e costumi di Marco Nateri, per una versione moderna della celebre fiaba. Quasi un musical, con le canzoni originali scritte da Giuseppe Asuni, per una originale rielaborazione in chiave ecologica, a misura di grandi e piccini, della storia della bambina inviata dalla madre a casa della nonna con un cesto pieno di leccornie. Ma Cappuzzetto è in realtà una ragazzina prepotente e distratta e nell’attraversare il bosco «calpesta prati e fiori, lancia sassi agli uccellini, mangia caramelle e merendine gettando via gli involucri, fino a che da un cespuglio… spunta il LUPO!». Grazie a quell’incontro e alla magia di un sogno la bambina capirà il linguaggio di piante e animali e imparerà a conoscere e rispettare la natura.
L’ingresso in sala avverrà nel rispetto delle norme anti-Covid19, con posti contingentati, misurazione della temperatura e igienizzazione delle mani, distanziamento e l’obbligo di indossare la mascherina in sala e all’interno del teatro. Indispensabile la prenotazione con nominativo, mail e numero telefonico (i dati verranno conservati per 14 gg.) al numero 347 8928141 (anche con WhatsApp) – e-mail: [email protected]. L’acquisto dei biglietti potrà avvenire in teatro il giorno dello spettacolo o online direttamente sul sito teatrodisanluri.it. Per saperne di più: abacoteatro.it.
Biglietti: posto unico 5,00 euro