Venerdì 10 gennaio, alle ore 20:30, il Teatro “Antonio Garau” di Oristano ospiterà “Il Sognatore Errante / To Beat Or Not To Beat?”, una produzione di Cantieri d’Arte / Teatro della Chimera. Lo spettacolo, scritto e interpretato da Silvano Vargiu, con la collaborazione tecnica di Francesca Nieddu e il disegno luci di Tony Grandi, rientra nella Stagione 2024-2025 di Prosa | Danza e Circo Contemporaneo organizzata dal CeDAC, con il sostegno del Comune di Oristano, della Regione Sardegna e del MiC.
Al centro della pièce c’è il ritratto di un attore idealista e tenace, che si muove in un equilibrio precario tra passione e difficoltà professionali. Il protagonista, outsider del panorama culturale, affronta con determinazione le sfide del mestiere, portando avanti un’idea di teatro ispirata ai grandi classici e alle loro tematiche universali. Il titolo dello spettacolo richiama tanto il cavaliere errante di Cervantes quanto il celebre dilemma di Amleto, evidenziando il conflitto tra il perseguire i propri ideali e la resa alle avversità.
Attraverso un linguaggio metateatrale, la narrazione svela il percorso di un attore che rifiuta i compromessi per rispettare i propri principi artistici, cercando di conquistare il pubblico con la forza del talento e la bellezza della rappresentazione. Tra ironia e riflessione, il protagonista incarna figure emblematiche come Don Chisciotte o Candido di Voltaire, confrontandosi con i dilemmi etici e politici del fare teatro in un’epoca complessa.
Il lavoro di Vargiu, attore e regista con una lunga formazione internazionale, si fonda su anni di ricerca e studio, mirando a un teatro che sia insieme etico ed estetico. La costruzione del personaggio si basa su una verità artificiosa, dove la naturalezza è il risultato di tecnica e immedesimazione, in un continuo dialogo tra l’arte e la complicità del pubblico.
“Il Sognatore Errante” riflette anche sul rapporto tra successo e sacrificio. L’ambizione del protagonista, alimentata dalla passione per il teatro d’arte, si scontra con i vincoli economici e la difficoltà di attrarre un pubblico più ampio. La crisi, amplificata dalle sfide storiche recenti, come la pandemia e le tensioni globali, rende ancora più arduo il suo percorso.
Lo spettacolo invita a interrogarsi sul valore dell’arte e sulla resilienza necessaria per sostenerla. In bilico tra sogno e disincanto, il protagonista incarna la lotta per affermare un teatro autentico, consapevole delle sue fragilità.