Il Sassari calcio Latte Dolce riaccende il faro della sua mediana: anche nella prossima stagione Daniele Bianchi sarà un giocatore biancoceleste. Centrocampista sassarese ad alto tasso di professionalità, uno dei grandi colpi del mercato dello scorso campionato, Bianchi è stato elemento fondante per il gruppo e l’undici sassarese. Preziosa riconferma mandata a bersaglio dalla società del DG Adriano Fantoni che già in partenza regala a mister Udassi una soluzione importante in vista dello start dell’Interregionale 2018-’19.
Daniele Bianchi p giocatore di riconosciuto valore e qualità che partito dalla serie D e dalla Sardegna ha saputo ritagliarsi spazi importanti e fare esperienze di peso fra l’ormai ex C2 e la quarta serie italiana. Da Calangianus (2007) alla prima ribalta nazionale in maglia Cisco Roma. Poi Tavolara, due anni di C2 alla Villacidrese, Anziolavino, Porto Torres e il ritorno a Sassari in maglia Torres (2013-’14, C2). Quindi due stagioni in forza alla Nuorese, una da primo attore sulla scena giocata a Rieti e la scorsa, quella del rientro in Sardegna, vissuta in maglia Sassari calcio Latte Dolce.
«Perché ho scelto di restare? Sarebbe banale rispondere per progetto, concetto troppo abusato: andando in profondità, dico che ho scelto le persone che sono all’interno del progetto, per il margine di crescita e la voglia di coprire questo margine. Il Sassari Latte Dolce è una società che storicamente punta sui giovani, e quando parlo di persone all’interno della società mi riferisco anche alle persone che lavorano nel Settore Giovanile e nelle attività di base: tecnici che con grande dedizione mettono al centro proprio la crescita del ragazzo a 360°. Cosa c’entra con la mia scelta? A questi livelli, è un parametro di serietà e programmazione: è la base. Come detto i margini di crescita ci sono, la voglia di coprire questo margine l’ho percepita chiaramente a partire dal presidente e radicata in tutte le altre componenti: ecco spiegato perché ho scelto di restare. Aggiungerei anche un altro elemento: la ricerca delle persone prima dei calciatori. Lo scorso campionato si è rivelato più difficoltoso del previsto: tante le novità, tra società e rosa, che hanno richiesto tempo per amalgamarsi e aggiunto qualche ostacolo imprevisto. È stato più difficile di quanto si potesse percepire dall’esterno; il campionato, rispetto a quello precedente, presentava meno contendenti al gran salto ma in zona media e bassa era livellato e sino all’ultimo è rimasto aperto, con l’amaro epilogo per qualche squadra sarda. A livello personale non voglio e non posso essere soddisfatto, ed è normale avere una grande voglia di ripartire. Mister Udassi? Non ho mai avuto esperienze come suo giocatore Ma ho avuto modo di conoscerlo personalmente quando, da ragazzino, mi aggregarono agli allenamenti della prima squadra della Torres nella stagione 2004-’05): ha sempre preteso molto da se stesso e dai compagni di squadra e, dalle prime chiacchierate, l’approccio pare marcatamente su questa linea. Che campionato sarà quello 2018-’19? É chiaramente molto, troppo presto per poter fare valutazioni. Sulla carta diverse squadre stanno costruendo qualcosa di interessante. Il Latina ha affidato la guida tecnica a Carmine Parlato, un mister che numeri alla mano è il più vincente della categoria. Il Cassino sta allestendo una rosa importante, con la riconferma di Ricamato, l’acquisto di Carcione e l’inserimento nell’organigramma un direttore come Pierluigi Di Santo, garanzia di serietà e professionalità. Il Monterosi ha messo al comando tecnico Mariotti: le sue squadre esprimono il miglior calcio del girone e negli ultimi tre anni ha ottenuto grandi risultati, sono partiti poi con l’acquisto di Frasca, portiere che non scopro certo io. La Torres poi, dopo una grande rincorsa nel girone di ritorno e la vittoria nei playoff nazionali, renderà il girone ancora più blasonato e importante. Queste sono valutazioni generali che lasciano il tempo che trovano e sono basate solamente sui primi movimenti. Al campo e al calcio giocato ogni verdetto».