Bombe, combattimenti, carri armati, civili costretti a vivere nascosti nei bunker. Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’Ucraina, dove nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio le truppe russe hanno iniziato le operazioni militari. Nel frattempo, in tutte le grandi e piccole città si sta manifestando per chiedere la fine della strage e anche il mondo dello sport e quello dello spettacolo si sono schierati in maniera unanime dalla parte della pace.
Una tra le prime reazioni è stata lo spostamento della finale di Champions League che si sarebbe dovuta tenere a San Pietroburgo il 28 maggio. I vertici della Uefa hanno annunciato che la partita si giocherà a Parigi e che le nazionali e i club russi e ucraini che competeranno in gare internazionali dovranno gareggiare le partite casalinghe in sedi neutrali “fino a nuovo ordine”. La Formula 1 ha invece comunicato ufficialmente che la gara in programma per il 15 settembre in Russia, a Sochi, sarà cancellata dal calendario 2022. La decisione è arrivata dopo un confronto tra gli organizzatori e i team a Barcellona, dove si stanno svolgendo le prove precampionato.
Altro provvedimento è quello preso dalle Federazioni di Finlandia e Svezia che hanno annunciato il boicottaggio dei campionati mondiali di hockey sul ghiaccio in campo grande. L’Eurolega di pallacanestro ha invece bloccato le partite e sta valutando l’esclusione delle squadre russe. L’International Tennis Federation ha comunicato di aver cancellato per un tempo indeterminato tutti i tornei del circuito ITF programmati in Russia. Tutte le federazioni internazionali dei diversi sport stanno valutando di annullare gli eventi previsti in Russia su consiglio del Comitato Olimpico Internazionale.
La nazionale di calcio polacca e quella svedese hanno dichiarato che si rifiuteranno di giocare lo spareggio contro la Russia che era in programma per l’accesso ai prossimi mondiali in Qatar e il capitano della nazionale polacca Lewandowski ha poi scritto sui social: “Come atleta, non posso fare finta che non stia succedendo nulla”. La Francia, inoltre, si è detta pronta a chiedere l’espulsione della Russia dai mondiali. Lo ha detto Noël Le Graët, presidente della Federazione Calcistica Francese, nel corso di un’intervista a “Le Parisien”: “Questo è il mio primo impulso. Di solito, credo che lo sport serva a riconciliare le persone e alleviare le tensioni. Ma questo sta andando troppo oltre. E il mondo dello sport, e in particolare del calcio, non può restare neutrale. Di certo non mi opporrò all’esclusione della Russia”.
Una reazione molto diretta all’invasione russa è stata quella della Federazione Internazionale di Judo che la mattina del 27 febbraio ha annunciato la sospensione di Vladimir Putin dalla sua carica di presidente onorario e ambasciatore dell’organismo sportivo. Si tratta di un importante riconoscimento che Putin aveva ottenuto nel 2008 quale grande appassionato di judo. Il presidente pratica, infatti, questo sport dall’età di tredici anni e ha scritto anche un libro in suo onore, intitolato: “Impara il judo con Putin. La storia, la tecnica, la preparazione”. La decisione di rimuoverlo dalla carica sembra quindi rappresentare un gesto simbolico di sostegno nei confronti dell’Ucraina e una condanna morale per il presidente russo.
Tutto il mondo dello sport ha detto no alla guerra. Anche i club si sono uniti al boicottaggio contro la Russia. I tedeschi dello Schalke 04 hanno annunciato di aver definitivamente chiuso la loro collaborazione con il gigante russo del gas Gazprom. La società aveva già preso la decisione la scorsa settimana di cancellare il nome Gazprom dalle sue maglie per la partita di campionato. Nel loro piccolo, i singoli sportivi hanno fatto la loro parte, un esempio è il calciatore ucraino dell’Atalanta Malinovskyi, cresciuto calcisticamente proprio a Donetsk (capoluogo del Donbass) che al gol del raddoppio ha sfoggiato una maglietta bianca con la scritta “No war in Ukraine” per invocare la fine della guerra nel suo Paese.
Anche il mondo dello spettacolo non è rimasto a guardare. Oltre alle varie celebrities di tutto il globo che si sono schierate apertamente a favore della pace, l’organizzazione internazionale European Broadcasting Union, ovvero i servizi pubblici europei, ha preso la decisione di escludere la Russia dalla partecipazione alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio. Alla luce di questa delibera nessun cantante russo potrà partecipare all’edizione di quest’anno. La decisione è arrivata a seguito della richiesta avanzata dalla televisione di Stato ucraina: “Vorremmo sottolineare che l’Eurovision Song Contest è stato creato dopo la Seconda Guerra Mondiale per unire l’Europa. In considerazione di ciò, la partecipazione della Russia come aggressore e violatore del diritto internazionale all’Eurovision di quest’anno mina l’idea stessa della competizione”, hanno scritto agli organizzatori. “L’esclusione della Russia è una scelta che ci addolora, ma è un segnale che andava dato e bene abbiamo fatto a darlo, questo è il tempo delle decisioni e delle mobilitazioni”, ha commentato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.