È fuori la nuova versione de Spazio Libero della Croce Atroce (ad opera di Mem & J.). Il brano originale è invece contenuto nel disco di debutto dal titolo Alda Merinos, pubblicato a marzo. Un progetto decisamente atipico: prendere o lasciare.
Alda Merinos è un album che introduce in un nuovo straniante mondo, incredibilmente sfacciato, un “audiolibro di filastrocche elettroniche”, un frizzante sottosopra la cui mission principale è quella di restituire una rappresentazione sincera e onesta di tutte le sfumature della bandiera rainbow. “Alda Merinos” è anche un omaggio alla poetessa Alda Merini dove le parole, da ascoltare, interpretare e discutere (create da Simone Facchinetti / Croce Atroce), sono fondamentali quanto le note (create invece Enrico Bernes / Erik Deep e Stefano Selmo / LoZelmo). Scopo del gioco è quello di dire cose che non trovano spazio negli spartiti della musica contemporanea del nostro paese.
“Abbiamo scelto Spazio Libero perché ci sembrava la canzone più Pop e “positiva” del disco, quella che potesse piacere un po’ a tutti senza riserve. “Spazio Libero” è dedicata al mondo della nightlife e al mondo Drag e, semplicemente, parla di ciò di cui ha più bisogno la comunità rainbow: spazi a disposizione per incontrarsi, creare ed esprimersi. Già sono sempre stati pochi gli spazi a disposizione, poi con la pandemia tutto è stato chiuso. La nightlife e i club per noi sono spazi sociali fondamentali, senza i quali non potremo essere noi stessi. La canzone vuole parlare di questo.”
Formati dal millennium bug, MEM & J viaggiano nel web. È lì infatti l’unico luogo in si possono trovare: non esistono nella realtà. Si sono fatti notare grazie al loro remix-denuncia del discorso omofobo di Giorgia Meloni alla manifestazione del 19 novembre 2019 a piazza San Giovanni a Roma che, diventando virale, ha acquisito milioni di visualizzazioni su tutti i social media. Da lì, le loro canzoni hanno ottenuto un discreto successo tra gli amanti del genere. Produttori? Dj? Cantanti? Non si capisce e non sanno definirsi neanche loro. Semplicemente fanno ciò che gli viene in mente, abbracciando e rivisitando il trash che lì (e ci) circonda.
Il disco “Alda Merinos” nasce a gennaio 2021. Pensato subito dopo Capodanno una sera davanti a un vino, scritto e suonato nel giro di due settimane, trova l’epilogo del suo concepimento a metà febbraio, dopo qualche giorno di pausa di riflessione. Grazie alla parlantina della Croce (Simone Facchinetti), all’abilità tecnica de LoZelmo (Stefano Selmo) e alla cultura musicale di Erik Deep (Enrico Bernes) e dello stesso Zelmo, sono state create di getto 23 tracce che, senza un attimo di respiro, sono state elaborate, ordinate e ottimizzate in funzione di uno storytelling sensato e rivolto alla LGBTQ+ community e alleat*.
La realizzazione è partita dalla scrittura delle parole e delle musiche, in parallelo, senza associazione tra le due. Si è passati poi all’attribuzione di mood pezzo per pezzo, alla registrazione demo delle parole a ritmo, e all’abbinamento e ottimizzazioni delle basi alle parole “cantate”. La fase successiva è stata quella della revisione della struttura dei pezzi, della riregistrazione delle parole, seguita dall’equalizzazione, dall’inserimento di alcuni dettagli sonori, dal mixing e dal mastering.
Rappresentante eletta di “Alda Merinos” è la Croce Atroce, drag del Toilet e co-autrice del disco. In realtà questa per loro è solo una formalità, l’album appartiene a tutt*.
Simone Facchinetti (La Croce – IG: @croceatroce) da lunedì a venerdì è un grafico e si occupa di comunicazione ed editoria. Col suo amico e collega Andrea, fonda uno studio di graphic design a Bergamo più di quindici anni fa, tutt’oggi operativo. Nel weekend si occupa del Toilet e diventa la Croce, quella drag fuori dagli schemi non tanto per volontà, quando per il fatto che non è capace, per questione di abilità tecnica, di assecondarli. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura dei testi.
Enrico Bernes (Erik Deep – IG: @erik_deep) è DJ professionista da trent’anni, cavalca le consolle dei grandi locali di massa nei 90s, per poi abbandonarle a favore dei club underground di Milano, con l’arrivo dei 2000. Modellando il suo gusto dalla musica dance commerciale all’elettronica alternativa, trova il suo giusto mezzo con l’arrivo del Toilet Club. Da questo momento in poi, i suoi set sono modulati dal riscontro della pista e dal suo carattere imprevedibile capace di sorprenderla. In “Alda Merinos” si è occupato degli arrangiamenti.
Stefano Selmo (LoZelmo – IG: @lozelmo) nella vita vende pop corn in un cinema ed è DJ professionista: due lavori entrambi minati dal Covid (che culo vero?). Deus ex machina del rinnovamento del Toilet Club (che già esisteva prima dell’avvento di questi tre), inizia a lavorare dietro la consolle grazie all’amicizia con Erik Deep. Il suo genere è sempre stato il PuttanPop, raffinato però dalle proposte alternative e Indie che hanno popolato fortunatamente il genere nel corso del tempo. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura della musica.