Sono tanti i canali per dire no alla guerra e uno di questi è rappresentato dalla musica. In questi giorni di crudeltà stanno facendo il giro del web diverse testimonianze musicali: alcune provengono dai bunker sotterranei nelle città colpite dalle bombe, altre arrivano invece da fuori dall’Ucraina. La musica, in entrambi i casi, sta diventando un veicolo di resistenza e un modo per affermare la pace urlandola al pianeta intero. Chi suona o canta, invece che combattere con le armi lo fa con la forza di note e melodie.
La musica, pochi giorni fa, ha risuonato nella capitale ucraina, esattamente in piazza Maidan, mentre le forze russe avanzavano e i soldati ucraini preparavano le barricate per proteggere la città. La Kyiv-Classic Symphony Orchestra si è infatti riunita per suonare l’inno nazionale e un breve estratto dall’Inno alla Gioia di Beethoven. Ad ascoltare la performance poche decine di persone, alcune delle quali con la bandiera ucraina in mano. È possibile rivedere l’esibizione sul canale YouTube dell’orchestra.
La musica riecheggia anche sottoterra. Nei bunker le note di “The night is so moonlit” sono state suonate dal violino di Vera Lytovchenko. La musicista è riuscita a trasformare un gelido, sporco e scarno seminterrato in un palcoscenico, suonando per i cittadini di Kharkiv che si riparavano dai bombardamenti. Lytovchenko ha detto: “È stato molto difficile suonare e pensare a qualcosa che non fosse la guerra ma ho deciso che dovevo fare qualcosa. Ora siamo diventati una famiglia in questa cantina e quando ho suonato tutti hanno pianto. Ci siamo dimenticati della guerra per alcuni istanti e abbiamo pensato a qualcos’altro”. Il video della sua interpretazione è diventato virale sui social.
A commuovere la rete anche il video di una bambina ucraina di nome Amelia che canta “Let it go”, canzone estratta dal cartone animato Frozen, in un rifugio antiaereo. Il filmato mostra la piccola di circa cinque anni cantare con un timido sorriso una delle canzoni che tutti i bimbi del mondo conoscono, circondata da persone che la riprendono con i cellulari. La sua voce è dolce e struggente e sembra lasciare tutti i presenti senza parole e riscaldare l’atmosfera di quel freddo nascondiglio. In tanti non riescono a trattenere le lacrime per l’emozione.
Anche Khrystyna Soloviy combatte a suon di musica. La nota artista ucraina ha postato su Twitter un video diventato virale in cui canta, con l’accompagnamento di una chitarra, una versione riadattata del simbolo della resistenza italiana: “Bella Ciao”. La clip è accompagnata da una spiegazione: “La mia versione di una canzone popolare italiana. La dedico ai nostri eroi, alle forze armate e a tutti coloro che ora stanno combattendo per la loro patria”.
In Russia, invece, si canta “Zombie” dei The Cranberries. All’interno di un furgone della polizia, arrestate per aver urlato il loro “stop” alla guerra contro l’Ucraina, un gruppo di coraggiose donne russe ha intonato le note della canzone. Il video ha fatto il giro del mondo ed è diventato simbolo di chi non vuole la guerra e spera che l’invasione cessi al più presto.
Note antiguerra anche quelle di Elisa che sui canali social ha condiviso il video della sua interpretazione di “Zombie”. La cantante italiana, con la voce emozionata, ha eseguito la cover della canzone per mandare un messaggio contro la guerra, con l’intenzione di divulgare quello lanciato dalle coraggiose ragazze arrestate in Russia. Il filmato è accompagnato da una didascalia: “Sto pregando per l’Ucraina, specialmente per i bambini e sto dalla parte di chiunque sia contro la guerra. Suono Zombie dei Cranberries a supporto della gente russa che è stata arrestata mentre provava a protestare contro la guerra cantando questa canzone”. Un gesto di grande impatto che ha generato una sorta di trend nel cantare o suonare la canzone simbolo del no alla guerra in tutto il mondo.
Anche Sting ha lanciato il suo messaggio contro la guerra per mezzo della musica. Il cantante ha pubblicato su Instagram un video in cui interpreta “Russians”, suo brano del 1985 dell’album “The Dream of the Blue Turtles” in cui si scagliava contro la guerra fredda tra il blocco sovietico e quello occidentale. “Ho cantato solo raramente questa canzone nei molti anni trascorsi da quando è stata scritta, perché non avrei mai pensato che sarebbe stata di nuovo rilevante. Ma alla luce della sanguinosa e tristemente sbagliata decisione di un uomo di invadere un vicino pacifico e non minaccioso, la canzone è, ancora una volta, un appello alla nostra comune umanità” scrive Sting. Inoltre, il cantante ha voluto dedicare il brano “ai coraggiosi ucraini che combattono contro questa brutale tirannia e anche per i molti russi che protestano contro questo oltraggio nonostante la minaccia di arresto e imprigionamento. Noi, tutti noi, amiamo i nostri figli. Fermate la guerra”.