Il talento innato e la passione per la musica di un ragazzo che, dopo aver mosso i primi passi in Sardegna, è partito a Londra per coronare il suo sogno di diventare un musicista professionista ed è poi ritornato in Italia brillando sul palco del Festival di Sanremo come direttore d’orchestra, autore e produttore. È l’incredibile storia di Luca Faraone, musicista e compositore di 29 anni di Assemini, in provincia di Cagliari.
“Non so dire con certezza quando sia nata in me la passione per la musica, – racconta l’artista – è un qualcosa di viscerale che fa parte della mia esistenza da sempre. Certamente si tratta di una passione di famiglia, mio padre suonava un po’ tutti gli strumenti e io da bambino giocavo più con quelli che con i giocattoli, in particolare con la chitarra, già a quattro anni riuscivo a suonare degli accordi e la portavo sempre con me. Dopo aver studiato da autodidatta, all’età di 12 anni in vacanza conobbi una famiglia di Trieste, la madre della bambina con cui feci amicizia studiava chitarra classica e, vedendo che anche io suonavo, mi invitò ad andare a Trieste, d’estate, per partecipare ad una masterclass di chitarra classica. Lì un insegnante del Conservatorio di Trieste mi suggerì di prepararmi durante l’anno e ritornare l’anno successivo per sostenere gli esami del terzo e quinto anno di solfeggio e di chitarra. Non avevo mai studiato la chitarra classica, ma l’insegnante mi disse che se ci fossi riuscito sarei stato il più giovane della storia dei conservatori italiani a farcela, così raccolsi la sfida e in otto mesi, con lezioni private, mi preparai per quegli esami e li superai ottenendo la licenza. Da piccolo continuai a partecipare ad altre masterclass di chitarra, poi cominciai a suonare nelle piazze con vari gruppi musicali e a lavorare in uno studio di registrazione, mi occupavo di produzioni, arrangiamenti, musiche per spot locali. Dopo aver fatto in Sardegna tutto quello che avrei potuto, e dopo aver terminato il liceo, decisi di provare ad intraprendere la carriera da musicista”.
La musica faceva talmente parte di Luca che per lui sarebbe stato impossibile pensare di fare qualcosa di diverso nella vita, aveva anche pronto un piano B, quello di diventare un insegnante di musica qualora non fosse riuscito ad affermarsi come musicista, ma per lui il destino aveva in serbo altro.
“Sono partito a Londra per tanti anni e questa esperienza ha inciso in maniera incommensurabile sulla mia crescita artistica, ho potuto esplorare qualsiasi tipo di genere, in Europa Londra è il fulcro della musica. Non conoscendo nessuno, ogni giorno andavo nei locali per partecipare alle jam sessions, mi esibivo con gli strumenti lasciati a disposizione dalle band che aprivano le serate. Così ho potuto conoscere tante persone e lavorare, per mantenermi, sia come bassista che come chitarrista in concerti e matrimoni. Dopo varie audizioni, andate bene, è arrivata la possibilità di suonare in un importante tour di Craig David, questo ha determinato il mio ingresso nell’ambiente professionale vero e proprio”.
Luca Faraone con Craig David suona nelle arene e in vari festival in tutto il mondo, collabora poi con altri artisti di livello mondiale come Rita Ora, Camila Cabello, Tom Jones, ma nel gennaio del 2021, grazie a incontri avvenuti a Roma e a Milano, durante il lockdown, con amici musicisti di vecchia data, conosce Shablo, il famoso produttore discografico, che gli propone di collaborare con lui, così decide di restare in Italia. “Con Shablo ci siamo trovati da subito benissimo e abbiamo cominciato a lavorare per artisti bravissimi, il primo è stato Rkomi, con il suo album Taxi Driver.”
Un percorso che porta il musicista, quest’anno, a salire sul palco della 72esima edizione del Festival di Sanremo, non solo curando la direzione musicale della performance di Rkomi e facendo per lui il direttore d’orchestra, ma anche come autore e produttore di brani presentati da altri cantanti, come Irama e Laura Pausini.


“È stata un’esperienza bellissima ed è stato inaspettato che tutti questi fattori si siano incrociati insieme a Sanremo. Io e Shablo stavamo lavorando da alcuni mesi alla direzione artistica dell’album di Irama, in cui è inclusa anche la canzone “Ovunque sarai”, ma inizialmente non avevamo pensato di scriverla per Sanremo. Lo stesso per il pezzo di Laura Pausini, “Scatola”, a cui abbiamo lavorato la scorsa estate insieme a Madame, è stato poi un caso che lei sia stata invitata a Sanremo e l’abbia presentato là. Invece con Rkomi ho lavorato a stretto contatto da Taxi driver in poi, ho curato la direzione artistica del suo live estivo e del tour e attualmente mi sto occupando della direzione artistica del suo prossimo tour, quindi a Sanremo mi ha voluto accanto a lui. Non avevo mai fatto una cosa simile, scrivere un arrangiamento e sentirlo suonato da un’orchestra così grande ed esperta, diretta da me, e in un evento così importante, è stato un onore”.
Ma Luca Faraone e la sua musica non si fermano mai, tanti i progetti che lo aspettano: “A Sanremo ho potuto rincontrare e conoscere meglio Mahmood, con cui avevo già scritto un brano che dobbiamo terminare, poi, oltre Rkomi, curerò la direzione artistica del tour di Madame che partirà a maggio e stiamo lavorando a dei nuovi singoli di tre artisti importanti, ma per ora non posso dire di più. È un periodo davvero fervido e fortunato”.