Presentato fuori concorso all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “Wolfs – Lupi solitari” ha suscitato l’attenzione di pubblico e critica soprattutto per la coppia di attori protagonisti, George Clooney e Brad Pitt, tornati a recitare insieme dopo “Burn After Reading” dei fratelli Joel e Ethan Coen, uscito nel 2008. La premiata ditta Clooney & Pitt, tuttavia, è famosa soprattutto per aver interpretato una delle coppie di amici più carismatica del grande schermo, ovvero Danny Ocean e Rusty Ryan, protagonisti della fortunata trilogia iniziata nel 2001 con “Ocean’s Eleven” e firmata da Steven Soderbergh; con un precedente del genere, è quasi scontato che “Wolfs”, disponibile da ieri su Apple TV, miri a riproporre, seppure in una nuova chiave, l’alchimia tra i due divi.
Il regista e sceneggiatore Jon Watts, del resto, non ha nascosto la volontà di giocare con i suoi protagonisti, scrivendo e dirigendo una pellicola che può essere annoverata nel genere action comedy e che, al contempo, propone una variazione sul tema del “buddy movie”, ovvero un film in cui l’amicizia tra i protagonisti costituisce, indipendentemente dal genere di storia narrata, un elemento fondamentale della trama. Watts ha alle spalle la regia dei tre “Spider-Man” con Tom Holland e dunque ha già ampiamente dimostrato la capacità di raccontare il rapporto fraterno che si instaura tra persone che condividono una stessa missione: se per l’Uomo Ragno e i suoi amici, vista la giovane età, si può parlare di racconto di formazione, per “Wolfs” il target è decisamente adulto, i “buddies”, i “compari”, all’inizio della storia sono avversari e svolgono un mestiere discutibile, ma molto utile negli ambienti della criminalità.
L’indizio fondamentale, per capire di cosa occupino Jack (George Clooney) e Nick (Brad Pitt), sta proprio nel titolo della pellicola: “Wolfs” potrebbe essere tradotto come “i due Wolf” e si tratta di una citazione tratta da “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, dove Harvey Keitel interpreta Winston Wolf, un “fixer”, ovvero un “risolutore” esperto nel sistemare con discrezione situazioni scottanti e nell’eliminarne le prove, di qualunque tipo esse siano. A questo scomodo lavoro è chiamato Jack all’inizio del film: è una fredda notte newyorkese imbiancata dalla neve e il fixer viene convocato in un hotel di lusso per rimediare a un possibile scandalo, che coinvolge Margaret (Amy Ryan), protagonista della scena politica investita di un’importante carica pubblica; la donna si è intrattenuta nella camera dell’albergo con un uomo molto più giovane di lei, ma il loro incontro si è concluso malamente, tra mobilia distrutta e vetri infranti, schizzi di sangue e un corpo apparentemente privo di vita sul pavimento.
Margaret chiama dunque in suo soccorso Jack, che però viene inaspettatamente raggiunto sulla scena del crimine dal collega Nick; la collaborazione tra i due non comincia nel migliore dei modi, entrambi sono troppo esperti per accettare l’idea di avere un aiutante, ma gli inevitabili dissapori tra fixer passano in secondo piano quando il corpo della giovane vittima (Austin Abrams) si rianima all’improvviso, dopo essere stato scaraventato in modo non troppo delicato nel portabagagli di Jack. Comincia così un viaggio per le strade di New York “tutto in una notte”, in cui Jack e Nick devono mettere a frutto i trucchi del mestiere per venire a capo del mistero che circonda il presunto crimine in cui sono stati coinvolti, scoprendo di essere più simili di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Se infatti gli aspetti “action” del film risultano avvincenti, tra folli inseguimenti in macchina, acrobatici scontri a fuoco, night club di dubbio gusto e brutti ceffi da manuale, ad appassionare maggiormente, nel dipanarsi della trama, è proprio l’evoluzione del rapporto tra Jack e Nick, in cui alla competizione ben presto si sostituisce la condivisione: non solo di tecniche di sopravvivenza, ma anche di esperienze di vita e difficoltà pratiche, a cominciare dalla presbiopia galoppante.
Insomma, Jack e Nick non sono più giovanissimi, come gli attori che li interpretano, e nella doppia veste di regista e sceneggiatore Watts è stato capace di raccontare con ironia la nascita della loro amicizia improbabile, in cui si riflette il fascino di due tra i più amati divi della Hollywood contemporanea: aggiungete New York sotto la neve, la voce di Frank Sinatra e uno scottante caso criminale e capirete perché sia già stata formulata l’ipotesi di un seguito per i due irresistibili “Wolfs”, Clooney & Pitt.