Sonoi “mostri” più mastodontici della storia del cinema e sono amati da un pubblico vastissimo, in tutto il mondo: Godzilla e Kong tornano nelle sale per il quinto capitolo del MonsterVerse il 28 marzo con “Godzilla e Kong – Il nuovo impero”, film che promette di portare il franchise prodotto da Legendary Pictures, con la distribuzione di Warner Bros, a un nuovo livello di epicità, grazie all’alleanza tra i due titanici protagonisti.
Sono trascorsi 10 anni dall’avvio del MonsterVerse, che nel 2014 ha ricondotto sul grande schermo “Godzilla”, mostro marino preistorico potenziato dall’energia nucleare, riscrivendone la storia e facendone l’apripista per altre creature nate sotto l’egida della casa di produzione cinematografica giapponese Toho e, per quanto riguarda il gigantesco gorilla Kong, della statunitense RKO.
Più noti come kaijū, dal giapponese “mostro strano” o “misterioso”, Godzilla e Kong sono protagonisti di diverse saghe e remake, ma sembra che il recente MonsterVerse sia definitivamente riuscito ad attirare nuovi sostenitori per queste creature dall’aspetto primordiale e dall’animo sensibile, che si muovono in un mondo moderno e ipertecnologico lasciando una scia di devastazione al proprio passaggio.
Dopo “Godzilla”, nel 2017 “Kong: Skull Island” svela le origini di Kong sull’Isola del Teschio, mentre nel 2019 “Godzilla II – King of the Monsters” introduce i kaijū King Ghidorah, Mothra e Rodan; nel 2021 esce “Godzilla vs Kong”, che vede i due protagonisti allearsi, dopo essersi strenuamente combattuti, contro la minaccia di Mechagodzilla.
Il film è stato un successo al botteghino e ha sancito la conferma di Adam Wingard alla regia del quinto episodio: Kong e Godzilla affrontano un nuovo, misterioso nemico, mentre si getta una nuova luce sull’origine dei kaijū e su Skull Island. Tra i personaggi principali, la dottoressa Ilene Andrews (Rebecca Hall), studiosa di Kong e madre adottiva di Jia (Kaylee Hottle), originaria di Skull Island, e Bernie Hayes (Brian Tyree Henry), ingegnere convertito a teorico della cospirazione; si aggiunge al cast Dan Stevens nel ruolo dell’esperto di kaijū Trapper.
La storia cinematografica di Kong e Godzilla è lunga e complessa: Kong compare per la prima volta sul grande schermo nel 1933 nel film “King Kong”, prodotto da RKO con la regia di Merian C. Cooper, il creatore del personaggio con la collaborazione dello scrittore Edgar Wallace, e di Ernest B. Schoedsack, che si basarono sui resoconti di viaggio dell’esploratore scientifico W. Douglas Burden, il primo a portare in America due esemplari vivi del Drago di Komodo; la storia di queste sfortunate creature, strappate al loro habitat, fu di ispirazione per il soggetto del film, con Kong portato via dall’Isola del Teschio ed esibito come un fenomeno da baraccone nel mondo “civilizzato”.
Nel 1976 esce “King Kong” di John Guillermin, con gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, mentre nel 2005 tocca a Peter Jackson cimentarsi con il suo spettacolare “King Kong”; Kong viene realizzato attraverso la tecnica della motion capture, con l’attore Andy Serkis impegnato a indossare su tutto il corpo dei sensori utili a catturarne movenze e espressioni del volto. In Giappone, il primo “King Kong” ebbe un enorme successo, tanto che poco dopo l’uscita la casa di produzione Shochiku Co. realizzò “Wasei Kingu Kongu”, esilarante commedia con una versione giapponese del personaggio; anche la Toho, negli anni ‘60, si cimentò con due film dedicati a Kong e al suo incontro/scontro con Godzilla.
Godzilla esordisce al cinema nel 1954, proprio da un’idea del produttore della Toho Tomoyuki Tanaka; il nome originale del personaggio è Gojira, neologismo della lingua giapponese formato dalle parole gorira “gorilla” e kujira “balena”: questa creatura ibrida è figlia dell’era atomica e rappresenta vividamente i timori relativi all’utilizzo delle armi nucleari, particolarmente diffusi in Giappone dopo Hiroshima e Nagasaki.
La Toho ha prodotto 33 pellicole ufficiali con protagonista questo kaijū che si nutre di energia atomica e, a sua volta, la utilizza come arma; i film sono suddivisi in quattro ere, Showa, Heisei, Millennium e Reiwa: l’ultimo titolo Reiwa, “Godzilla Minus One” di Takashi Yamazaki, nel 2023 è stato un successo mondiale e si è aggiudicato quest’anno il Premio Oscar per i Migliori Effetti Speciali. Ai film Toho, si aggiungono le versioni americane di Gojira, realizzate tra gli anni ‘50 e ‘60, per arrivare nel 1998 al “Godzilla” di Roland Emmerich, bocciato dalla critica,e nel 2014 a quello del MonsterVerse.
Il franchise legato a Godzilla e Kong si è ulteriormente ampliato con la serie animata targata Netflix “Skull Island” e la serie live action “Monarch: Legacy of Monsters”, disponibile su Apple TV: fumetti, videogiochi e merchandising vario completano la moderna narrazione di questi due kaijū, che continuano a incarnare le paure più profonde dell’umanità, ma anche la sua inesauribile ricerca di “meraviglia”.