Negli ultimi mesi dell’anno le principali piattaforme streaming sul mercato hanno progressivamente messo a disposizione degli utenti un ampio catalogo di film e serie tv che declinano il tema “Natale”; dalle fiabe fantasy alle commedie dissacranti, passando per racconti festivi con tocchi dark, le storie natalizie del 2021 affondano le radici nella tradizione e la modernizzano, raccontando di una società multietnica e inclusiva, di famiglie imperfette e legami profondi ma complicati. L’offerta è davvero ricca: ecco una piccola guida per orientarsi nella scelta.
Tra le novità, Netflix propone due titoli che rivoluzionano la narrazione classica di alcuni tra i principali protagonisti dei racconti natalizi; in “Un bambino chiamato Natale”, tratto dal romanzo di Matt Haig, le origini di Babbo Natale si rinnovano a favore di un’interpretazione che sottolinea l’importanza della condivisione, soprattutto nei momenti più dolorosi della vita. La cornice del viaggio d’iniziazione del giovane Nikolas, orfano della madre e alla ricerca del mitico regno degli Elfi -Elfhelm- di cui lei gli raccontava da bambino, si svolge ai nostri giorni, in una fredda notte della Vigilia, e vede l’anziana zia Ruth (Maggie Smith) narrare ai nipotini, nel primo Natale dopo la morte della madre, una storia avventurosa ed emozionante, che insegnerà loro a elaborare il lutto proprio attraverso le peripezie di Nikolas. Nel cast diretto da Gil Kenan, oltre al giovanissimo Henry Lawfull, Sally Hawkins e Jim Broadbent; la colonna sonora è firmata dal compositore italiano Dario Marianelli.
Nella miniserie danese “Elves”, scritta da Stefan Jaworski e diretta da Roni Ezra, è invece il mito degli elfi, tradizionalmente ridotti a bonari aiutanti di Babbo Natale, a venire stravolto e raccontato, stavolta, in versione horror, alla luce dei danni irreparabili che gli uomini infliggono alla natura. Così le vacanze di Natale, nella remota isola di Årmandsø, si trasformano per l’adolescente Josefine e la sua famiglia in una presa di coscienza: ogni piccola azione, anche quella apparentemente più insignificante come procurarsi un abete da decorare, ha delle conseguenze e a nulla valgono le buone intenzioni, se non supportate dal rispetto. I canonici nodi narrativi del racconto dark si inanellano rapidamente e la famiglia protagonista precipita in un incubo: il confine tra il mondo degli uomini e quello degli elfi viene aperto e violato proprio a Natale, giorno simbolo di miti e credenze antichi, banalizzati dalla società moderna.
Sul fronte delle commedie romantiche targate Netflix si distinguono “Un castello per Natale” e “Love hard”; il primo titolo, diretto da Mary Lambert, è una fiaba moderna, che vede la scrittrice Sophie (Brooke Shields) fuggire da un recente disastro editoriale alla scoperta delle sue origini, in Scozia. Come negli intrecci più collaudati, Sophie incontra lo scorbutico duca Myles, uno spassoso Cary Elwes, proprietario del meraviglioso castello di Dun Dunbar, su cui si staglia l’ombra di debiti e ipoteche. All’insegna della leggerezza, la storia offre tocchi di buffo romanticismo, un’ambientazione con panorami mozzafiato e una divertente colonna sonora che include brani folk.
Certamente più dissacrante, “Love hard”, diretto da Hernán Jiménez, gioca sul tema dell’identità e del suo camuffamento ai tempi dei social network: la protagonista Natalie (Nina Dobrev), incontra online il partner perfetto, ma quando si presenta a casa sua per Natale scopre che le foto dell’affascinante ragazzo di cui si è innamorata non corrispondono alla persona che ha imparato a conoscere attraverso lunghe chiacchierate in chat e al telefono. Divertente e scanzonato, il film propone una riflessione interessante sulla superficialità dei rapporti che si instaurano in rete, sull’immagine di sé, mediata dai social, e sul coraggio di accettare il proprio aspetto fisico, così come la propria interiorità.
Disney Plus offre un catalogo ricchissimo di classici natalizi, con perle di cinema d’animazione e non, capaci di soddisfare il pubblico più nostalgico, dal “Canto di Natale di Topolino” alle pellicole dedicate ai Muppet, passando per “Mamma, ho perso l’aereo” (i film originali, ma anche il reboot del 2021); tra le novità rese disponibili di recente spicca la miniserie del 2019 “A Christmas Carol”, scritta da Steven Knight e liberamente ispirata a “Canto di Natale” di Charles Dickens. In poco meno di tre ore l’adattamento, per la regia di Nick Murphy, si distingue per durezza e realismo, supportati da spiccati toni horror: ciò che in Dickens è suggerito, le ragioni della cattiveria del protagonista Ebenezer Scrooge, la critica al sistema capitalistico e lo sfruttamento delle classi lavoratrici nell’Inghilterra vittoriana, viene qui dolorosamente dichiarato, lasciando poco spazio alla redenzione, che non passa dal pentimento del singolo, ma vede le anime dei vivi e dei morti legate da un destino comune. Pur con marcate licenze poetiche, la miniserie offre spunti interessanti, come il ruolo attivo e determinante di Mrs Cratchit (Vinette Robinson) e un cast azzeccato, in cui si distinguono Guy Pearce, nel ruolo del gelido uomo d’affari Scrooge, e Andy Serkis, inquietante spirito del Natale passato.
Tra le numerose proposte a tema natalizio presenti nel catalogo Amazon Prime, la commedia di Edoardo Falcone “Io sono Babbo Natale” costituisce una gradevole novità dal sapore dolce-amaro, che vede tra i protagonisti Gigi Proietti alla sua ultima prova cinematografica prima della scomparsa, avvenuta nel novembre del 2020: il ruolo, meravigliosamente interpretato, è quello di Babbo Natale, trasferitosi a Roma in cerca di un clima più mite di quello della Lapponia e ormai vicino al pensionamento. La sua storia si incrocia con quella dell’ex galeotto Ettore, un divertente e “politicamente scorretto” Marco Giallini, che ha un’occasione di riscatto proprio grazie a questo incontro magico e inatteso. Caratterizzato da un realismo poetico tutto romanesco, il film rappresenta il commiato emozionante e suggestivo di un’icona del teatro e del cinema italiani.
La grande varietà di titoli legati alle feste di fine d’anno disponibili in streaming dimostra, in definitiva, quanto il senso e l’atmosfera del Natale siano legate, oggi come in passato, al “raccontare storie”; le modalità di fruizione sono certamente cambiate, la ritualità della condivisione è diventata “smart”, ma il bisogno di un buon racconto, che faccia sognare, riflettere o semplicemente divertire, appare forte, soprattutto nel Natale ai tempi della pandemia.