È una delle scrittrici più amate dal cinema, Jane Austen, e sono innumerevoli gli adattamenti delle sue opere, non solo in forma di film, ma anche di serie tv: a partire dal 15 luglio “Persuasione”, pellicola tratta dall’ultimo romanzo dell’autrice pubblicato postumo nel 1818, arriva su Netflix in una nuova versione, dopo quelle del 1995 e del 2007, che vede nel ruolo della protagonista Anne Elliot l’attrice Dakota Johnson. Nonostante, nel rispetto del libro, il film sia un period drama ambientato nell’Inghilterra del 19° secolo, è evidente fin dal trailer il taglio moderno della narrazione, con una caratterizzazione dei personaggi meno aderente all’originale, ma in grado di cogliere e trasferire al pubblico più giovane l’universalità di alcune delle tematiche trattate dalla Austen.
In questa versione, infatti, Anne è una giovane donna anticonformista, uno spirito libero che appartiene a una famiglia di rango sociale elevato, ma sull’orlo del fallimento economico; il padre di Anne, il baronetto Sir Walter Elliot (Richard E. Grant), ha infatti condotto un’esistenza al di sopra delle reali possibilità patrimoniali, fatto questo che costringe la famiglia a trasferirsi in una dimora più modesta. In questi frangenti tutt’altro che semplici, Anne rincontra il Capitano Frederick Wentworth (Cosmo Jarvis), l’uomo che 8 anni prima era stato suo promesso sposo e che è stata persuasa a lasciare su consiglio di Lady Russell (Nikki Amuka-Bird), amica di famiglia degli Elliot, proprio in virtù della modesta condizione sociale.
Il tempo e le guerre napoleoniche hanno però mutato la situazione economica del Capitano Wentworth, ora considerato un eroe, e Anne si trova improvvisamente coinvolta in una nuova schermaglia sentimentale, il cui esito rischia di riaprire le dolorose ferite del passato. A complicare ulteriormente la situazione, l’arrivo del cugino di Sir Walter, William Elliott (Henry Golding), che sembra attratto da Anne, ma è al contempo l’interesse amoroso di sua sorella maggiore Elisabeth (Yolanda Kettle); un vortice di personaggi partecipa all’intreccio sentimentale, tra questi, in particolare, Mary Elliott (Mia McKenna-Bruce), sorella minore di Anne sposata con Charles Musgrove (Ben Bailey Smith), a sua volta ex pretendente di Anne, e le sorelle di lui, Henrietta (Izuka Hoyle) e Louisa (Nia Towle), che si contendono proprio il Capitano Wentworth.
La complessa trama amorosa, pur spassosa e ricca di colpi di scena, come sempre accade in Jane Austen non è fine a se stessa e, oltre a proporre uno sguardo spesso impietoso sui costumi dell’Età georgiana della storia inglese, impone un riflessione sul ruolo della donna nella società: le eroine tratteggiate dalla scrittrice reclamano infatti un affrancamento dalla condizione di totale dipendenza dall’uomo, che sia un padre o un marito scelto dalla famiglia per il suo rango e patrimonio; Anne Elliott, nel romanzo, appare forse meno combattiva della Elisabeth Bennet di “Orgoglio e Pregiudizio” e meno appassionata di Marianne Dashwood di “Ragione e Sentimento”, ma ha modo di compiere una crescita emotiva restando fedele alla pacatezza che la contraddistingue: la Anne interpretata da Dakota Johnson si mostra invece come una ribelle, fiera della propria condizione e poco interessata al giudizio altrui, per quanto in preda al rimorso per la rottura del fidanzamento con il Capitano Wentworth.
L’adattamento del romanzo dunque, curato dagli sceneggiatori Ron Bass e Alice Victoria Winslow, propone un’eroina accattivante nella propria fragilità e dotata di una vivacità modellata sulle corde della sua interprete, Dakota Johnson; alla regia esordisce, per la prima volta in un lungometraggio, Carrie Cracknell, esperta regista teatrale con alle spalle importanti lavori -tra i tanti ricordiamo “Sea Wall/A life” con Jake Gyllenhaal e “Medea” con la compianta Helen McCrory-, che sceglie per il film un approccio dinamico alla camera da presa, a cui spesso la protagonista/voce narrante Anne si rivolge dichiaratamente, rompendo la quarta parete e riducendo quindi le distanze con gli spettatori.
In definitiva, questo adattamento di “Persuasione” appare confezionato a beneficio del pubblico dello streaming, che forse non avrebbe compreso un’eroina apparentemente dimessa come la Anne originale, e che invece parteggerà per questa Anne briosa e un po’ maldestra, capace comunque di incarnare il travaglio di una giovane donna in cerca di se stessa e del suo posto nel mondo, desiderosa di vivere l’amore secondo il suo sentire senza piegarsi alle convenzioni sociali.
Non è un caso che i romanzi di Jane Austen, perfino quelli incompleti come “Sanditon” -trasformato in una serie la cui seconda stagione debutterà su Sky Serie il 20 luglio- siano oggetto di continue “riletture”: questa materia letteraria possiede una profondità e una preveggenza tali da travalicare il pur accurato affresco del periodo storico che vi è tratteggiato e si presta quindi a essere trasposta attraverso nuovi linguaggi, senza perdere di significato o di valore. Dopotutto le vicende di “Orgoglio e Pregiudizio” -per citare uno dei titoli più “saccheggiati”- sono state adattate con successo perfino nel romanzo, poi film horror, “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies”, in cui i protagonisti lottano per salvare Londra da un’invasione di morti viventi, perciò non stupisce che le eroine “austeniane” possano continuare a raccontare con efficacia l’evolversi della società anche nell’era dello streaming.