Da oggi, lunedì 31 maggio, la Sardegna torna ufficialmente in zona bianca dopo due settimane in giallo, così come disposto dall’ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza. Un ritorno quello dell’isola in fascia bianca, dopo il precedente nel mese di marzo che aveva portato ad un traumatico ritorno in zona arancione dopo sole tre settimane.
Le nuove disposizioni sono tante e prevedono un generale allentamento delle misure restrittive, anche all’arrivo dei turisti, data dallo smantellamento delle postazioni per verifiche e tamponi, con la protezione civile e la forestale dirottate dalla Regione nella campagna antincendi. Per accedere all’isola basterà dunque la registrazione sul portale Sardegna Sicura, in attesa del green pass nazionale che arriverà solo da metà mese. Il green pass consisterà in un ‘lasciapassare’ per spostamenti interregionali (e dal 15 luglio anche europei), e servirà per calcolare il numero di presenti, in piscine, feste e ristoranti: non verranno infatti contati coloro in possesso di certificato vaccinale, chi ha superato l’infezione da Covid-19 da non oltre sei mesi, e coloro in possesso di tampone negativo effettuato da non oltre 48 ore. Un periodo però, in attesa del green pass e di minori controlli che desta già preoccupazione, nonostante le rassicurazioni dell’Ats sul basso rischio.
La Sardegna d’altronde non può permettersi di ripetere gli errori commessi in inverno, quando dopo sforzi e sacrifici era stata la prima regione a conquistare l’ambita zona bianca, per poi vanificare tutto dopo appena 21 giorni. Era il 1° marzo e con l’indice Rt più basso d’Italia, 0,68, l’isola veniva premiata con la fascia che consente più libertà.
Un privilegio ma anche un test senza precedenti, ridare la quasi totale libertà ai cittadini e verificare la convivenza col virus.
Il 12 aprile, nonostante due settimane in arancione per contenere i contagi, l’indice tocco l’apice a 1,54, decretando l’inevitabile zona rossa a causa dei contagi fuori controllo e la pressione sul debole sistema ospedaliero e sulle terapie intensive sarde.
Test fallito per l’isola, con centinaia di morti, evitabili se solo ci fosse stata più accortezza da parte dei cittadini ma anche da parte della politica. La colpa venne attribuita dalle istituzioni alla mancanza di senso di responsabilità dei sardi, che nonostante le poche regole si resero protagonisti di assembramenti e atteggiamenti di nonchalance, soprattutto nei paesi, rispetto ad un virus che continuava a mietere vittime.
Una colpa indiscutibile ma anche una mezza verità, che non tiene conto delle negligenze avute dalle istituzioni. La zona bianca era arrivata infatti nel cruciale momento in cui si verificarono i primi focolai di variante inglese nell’isola, con diversi comuni che nel frattempo si blindavano in zona rossa per scongiurare ulteriori contagi. In poche settimane, la variante inglese ebbe il sopravvento grazie alla sua più alta trasmissibilità, vanificando gli sforzi fatti fino a quel momento. Inoltre, la lentezza della campagna vaccinale non ha certo aiutato a mettere in sicurezza la popolazione; la Sardegna, infatti, è sempre stata e continua ad essere agli ultimi posti tra le regioni per dosi somministrate.
Ma cosa aspettarsi da questo ritorno in zona bianca?
L’occasione per una ripresa dell’economia e del lavoro con la stagione estiva alle porte non può essere sprecata. I danni sarebbero altrimenti troppo elevati per una popolazione già mediamente povera e fragile. Sarà dunque essenziale il rispetto delle basilari norme di comportamento e distanziamento rimaste, sperando nella responsabilità di tutti nell’evitare gli assembramenti: perché il virus continua a circolare.
Sarà necessario anche mantenere alti i controlli e i test agli arrivi sull’isola, al fine di evitare l’ingresso e la moltiplicazione di nuove varianti. Ma in questo caso la Regione sembra affidarsi alla fortuna per quindici giorni, in attesa che il Governo istituisca il Green Pass.
Le vaccinazioni dovranno poi subire necessariamente un’accelerazione, visto che dal 3 giugno saranno aperte a tutti, come stabilito dal generale Figliuolo, e dato che ad oggi la Sardegna continua ad essere ultima nel rapporto dosi somministrate/dosi consegnate, che si attesta all’88%.
Per i sardi la zona bianca non è solo una grande occasione per ripartire, ma anche il momento di dimostrare maturità e l’aver imparato dagli errori del passato. Con l’estate cresce la voglia di libertà e spensieratezza, ma occorre mantenere la guardia alta, se non la si vuole passare in casa piangendosi addosso.