Super model e fashion influencer oggi riempiono le riviste patinate e i nostri social, ma non è una gran novità: sono solo cambiati i canali. La moda ha sempre avuto un ruolo importante sin dall’antichità e la nostra Isola non è stata da meno!
I costumi sardi hanno origini molto antiche. Hanno visto passare epoca dopo epoca, prendendo un po’ di ogni secolo: in loro possiamo vedere i segni del medioevo e dell’epoca spagnola, soprattutto per quanto riguarda i territori costieri.
Ogni anno, in occasioni speciali come la sfilata di Sant’Efisio a Cagliari e la Cavalcata Sarda a Sassari, possiamo ammirare i loro colori e i loro tessuti ornati da preziose lavorazioni e gioielli in filigrana. Siamo sicuri di conoscere la loro storia? Prepariamoci in un viaggio nel passato, che ci porterà a scoprire tutto sulla moda tradizionale sarda.
I tessuti e le lavorazioni tradizionali
L’attività tessile in Sardegna ha origini molto antiche. I primi telai rinvenuti risalgono all’Età del Rame e sono numerose le testimonianze arrivate fino a noi dall’epoca romana. I tessuti ed i materiali utilizzati per la realizzazione degli abiti sardi sono diversi, come il lino, il cotone, il velluto e il cuoio per gli accessori. I più caratteristici sono principalmente due. Il primo è l’orbace, un tessuto di lana costituito da un particolare filato che lo rende resistente ed impermeabile. Il secondo è, invece, il broccato sardo che, con le sue fantasie, impreziosisce gli abiti tradizionali. Si tratta di un tessuto pregiato e molto ricercato, che ha origine nel 300 d.C. in Asia. Il colore diverso del broccato, nell’abito sardo, può rappresentare una determinata fase della vita.
Il vestiario tradizionale dà una speciale rilevanza anche agli accessori e gioielli che, nell’antichità, assumevano un significato profondo e spirituale. L’oreficeria sarda ha subito forti influenze dalle popolazioni del mediterraneo: queste contaminazioni hanno dato vita a delle produzioni orafe uniche.
Le caratteristiche dei costumi
Gli abiti femminili sono quelli che si differenziano di più tra loro e che hanno assorbito, e rese proprie, le diverse influenze che si sono presentate nei secoli. Un capo comune in tutti i costumi è il copricapo, un accessorio irrinunciabile. Ne esistono diversi modelli: il più utilizzato era un fazzoletto piegato a forma triangolare, che poteva essere indossato in diversi modi. La camicia, invece, è uno degli indumenti centrali dell’abito. È realizzata per lo più in lino o cotone bianco ed è caratterizzata da delle increspature sul davanti e da particolari ricami. Viene sempre accompagnata dal corsetto, rigido nel Nord Sardegna e morbido nelle zone meridionali. Sotto viene indossata una lunga gonna ampia e a pieghe, che può essere arricchita con strisce di tessuto con diverse fantasie. Sopra la gonna viene indossato il grembiule, la cui forma cambia a seconda del paese di origine. A completare l’abbigliamento su corittu, o su tzippone in nuorese, ovvero la giacca indossata sopra la camicia e il corsetto.
Gli abiti maschili, al contrario di quelli femminili, sono molto simili in tutta l’Isola. Fino al 1850 comprendevano su collettu, la camicia, su corittu, ragas (gonnellino-pantalone), su gabbanu o sa gabbanella (cappotti), bragas e crazzas. Un elemento immancabile, anche in questo caso, è il copricapo. La berritta è presente in tutta l’Isola ma, nel campidanese, viene indossata in maniera differente (raccolta a cecciu, irrigidita con la pece). In Campidano, sono stati usati in passato anche cappelli a tesa larga, fazzoletti e retine. Dalla seconda metà dell’Ottocento alcuni di questi capi di abbigliamento sono andati completamente in disuso come, ad esempio, su collettu.
Accessori e gioielli della tradizione orafa
Gli abiti sardi sono abbelliti ed impreziositi da gioielli di fattura raffinata, realizzati con ricche e complesse lavorazioni. I costumi sono quindi completati da gemelli, bottoni, catene, gancere, collane, amuleti, orecchini, anelli e spille.
I gemelli e i bottoni hanno una derivazione punica. Sono presenti sia negli abiti femminili che maschili nel collo e nei polsi della camicia, riconoscibili subito per la loro forma circolare. Le catene e le gancere sono degli elementi molto utili nei costumi sardi, in quanto vengono utilizzati per chiudere le gonne, i grembiuli o per allacciare il corpetto. Le collane sono un altro elemento predominante. Le più note sono due: la prima, su giunchigliu, è una lunga catena in oro; mentre la seconda è su ghettau, dove le maglie diventano delle sfere cave, detti vaghi.
Anche gli amuleti e talismani sono accessori appartenenti al costume sardo, svolgendo un ruolo di protezione. Gli orecchini sono tra i gioielli più usati. Il corallo è spesso il loro protagonista, ma possono anche essere caratterizzati da ricche lavorazioni e pietre famose. Gli anelli, un tempo, erano consentiti solo alle donne fidanzate o sposate. La fede sarda è molto conosciuta per la sua bellezza ed eleganza, ma anche l’anello di fidanzamento tradizionale non è da meno. Il maninfide ha un forte significato simbolico, rappresentato dalle incisioni di due mani che si stringono, suggellando il patto d’amore. Gli abiti femminili sono, infine, impreziositi dalle spille: una è utilizzata per fermare lo sciallo o il velo, mentre la seconda chiude perfettamente il collo della camicia.