Sassari. È una tradizione con una forte energia femminile quella che permea e compone il mondo fantastico sardo: come una madre onnipresente e vigile protegge, mette paura, sostiene e allontana dai pericoli, controlla, difende. Gli esseri maschili sono in prevalenza orchi e folletti. Quelli animali si legano, molto spesso, agli altri personaggi e ne svolgono alcune funzioni, in modo subordinato e allo stesso tempo complementare.
Il viaggio tra le creature che abitano la Sardegna è un percorso che conduce tra i misteri e i segreti di un’isola che ancora nasconde e difende le sue origini, poliedrica, mutevole, tra mare e montagna, piane infinite e dune di sabbia. Sfaccettata, selvaggia, battuta e accarezzata dal vento e dagli elementi. Profumata e vibrante.
Sono gli sguardi e i ricordi di Teresa Porcella e Ignazio Fulghesu a raccontare con parole e immagini sette esseri fantastici di quella che è la loro isola, la loro terra. Cagliaritana Porcella, di laconi (Oristano) Fulghesu, accompagnano in un viaggio che è immersione sempre più profonda nella Sardegna più arcaica e primordiale, tra le paure e i desideri dell’essere umano, e dove il senso delle cose viene svelato solo alla fine della lettura dei vari racconti.
«La scelta dei personaggi da raccontare è stata difficile perché la Sardegna presenta esseri fantastici dalle caratteristiche molto complesse, che spaziano dallo stupefacente all’inquietante. Ho cercato di rappresentare e attraversare tutte le tipologie sottolineando proprio la ricchezza e la profondità della tradizione locale. La forte componente femminile, che si muove tra bene e male, si presta molto bene al perturbante: molte figure sono nate per impedire le imprudenze dei bambini, per tenerli lontani dai pozzi, per proteggerli dalle intemperie, dal troppo vento, dal troppo sole. O come spauracchi per farli stare buoni. I cavallini verdi, una tradizione nota quasi esclusivamente in Gallura, invece mi sono sembrati uno spunto perfetto molto vicino al fantastico contemporaneo, al fantasy, alla leggerezza. E ho cercato di intrecciare questa narrazione del fantastico con luoghi reali simbolicamente potenti, come la Giara di Gesturi o il Pozzo di Santa Cristina», racconta Teresa Porcella.
Chi sarà quell’essere dal lungo mantello e il cappuccio che porta un sacco sulla spalla? Un orco? L’uomo nero? Un folletto? Lui è Mommotti, protagonista del primo racconto. Non si sa dove abiti, ma si nasconde negli armadi o sotto i letti delle bambine e dei bambini maleducati, disobbedienti o fastidiosi… L’esserino con le ali è una Jana. Le Janas sono fate che escono di notte, vivono in piccole case scavate nella roccia, di giorno si nascondono nei nostri occhi, hanno il compito di insegnarci a guardare oltre l’apparenza e, se ingannate, diventano malvagie e dispettose. Si incontrano poi il folletto demoniaco Pundacciu o Pundaccio, le Cogas, Maria Farranca e i cavallini verdi (Caddos Birdes). Spicca inoltre la presenza della figura di Sant’Antonio Abate, che non è tipica solo della tradizione sarda, ma che vuole sostenere, sottotraccia, quel legame tra le regioni e le tradizioni locali, che si uniscono in un filo e possono invogliare e attivare collegamenti nei lettori.
«In questo volume è evidente la mia radice grafica, con uno stile molto lineare, molto geometrico. Salta all’occhio anche la progressiva astrazione delle illustrazioni che accompagnano i vari racconti. Nel libro dovevano essere evocati anche i luoghi, ho quindi adattato le tavole fondendo la mia esperienza e i miei ricordi con le creature fantastiche che conoscevo ad altri rimandi e ambientazioni tipici di alcune zone dell’isola. Nel primo racconto, per esempio, sono evidenti alcuni richiami alla mia cameretta di bambino, con il poster del Cagliari, e oggetti tipici dell’epoca», dice Ignazio Fulghesu.
Il libro presenta un testo ad alta leggibilità e include un audiolibro letto dall’autrice, scaricabile con QR code in quarta di copertina.
Teresa Porcella, cagliaritana, è autrice, performer, editor e formatrice. Svolge attività in tutta Italia. È tradotta in Spagna, Messico, Stati Uniti, Brasile, Cina, Turchia. Libri premiati: “Il formichiere Ernesto” (Menzione speciale al Premio Rodari, 2018), “Quelli là” (Premio Procida Elsa Morante – Il mondo salvato dai ragazzini, 2019), “Prima e poi” (Primo premio al concorso Oreste Pelagatti, 2021). Come editor, ha vinto il premio Andersen per le collane Il suono della conchiglia Motta junior (2015) e Rivoluzioni LibriVolanti (che ha vinto anche il Premio Cento, 2018).
Ignazio Fulghesu è di Laconi, un paese del centro Sardegna, ma da molti anni vive a Cagliari, dove si occupa di progettazione grafica e illustrazione. Ha collaborato con Lapis, Editoriale Scienza, NuiNui, Telos, CoccoleBooks, Zanichelli, LibriVolanti, Bacchilega junior, Rizzoli, Motta junior, Franco Cosimo Panini e Gallucci.