È di qualche giorno fa l’atto conclusivo che darà il via al restauro della chiesa di San Michele di Salvennor, nel territorio di Ploaghe. Con la determinazione n 5 del 24 gennaio, vengono affidati i lavori di restauro per un importo di 225.000 mila euro di cui 172.784,45 euro per lavori cofinanziato dalla Regione Sardegna e dalla CEI. L’intervento, infatti, fa parte della Programmazione Territoriale “Coros-Anglona Terre di Tradizione” che ha finanziato il 50% del costo complessivo mentre un ulteriore contributo, sempre pari al 50%, è arrivato dal programma “Sardegna in cento Chiese” per cui è stato sottoscritto un apposito accordo fra RAS e Conferenza episcopale sarda.
Questo restauro ha una rilevanza strategica e importantissima per Ploaghe e per tutto il territorio del Coros. La chiesa, si trova a circa 2,6 km di distanza dalla Basilica della SS. Trinità di Saccargia a Codrongianos e a circa 700 metri dalla Chiesa di Sant’Antonio di Salvennor a Ploaghe con le quali condivide l’architettura di tipo romanico. In tempi ormai remoti la chiesa era dotata di una torre campanaria, poi crollata, che aveva la base, presumibilmente, nell’attuale sacristia. La caratteristica di maggior rilievo era l’esistenza nel lato sinistro del tempio d’una Porta Santa, che veniva aperta ogni anno per un mese, in occasione della festa di San Michele Arcangelo il 29 settembre. Alla porta convenivano i “maiorales” dei paesi vicini con le loro bandiere ed una grande croce rossa e bianca sul petto, allo scopo di lucrare le indulgenze.
Coerentemente con quanto emerso in sede di pianificazione del Piano di sviluppo territoriale la proposta ricade fra quelle che mirano intervenire su alcune delle chiese campestri presenti in tutto il territorio del Coros e dell’Anglona nell’ipotesi di creare una rete di attrattori culturali e ambientali e valorizzarli in chiave turistica. Sono numerosi, infatti, nel territorio gli edifici di culto di elevato valore storico-culturale che, se adeguatamente valorizzati, possono attivare un processo virtuoso tale da attrarre, anche all’interno dell’isola, numerosi turisti. Negli ultimi anni, grazie ad un’iniziativa dell’associazione culturale Musas de Sardigna, è stata attivata una campagna di scavi insieme all’Università di Sassari, alla Soprintendenza ed al comune di Ploaghe e attraverso la quale sono stati fatti interessanti ritrovamenti che portano a pensare che in passato la chiesa sia stata molto più grande e che con tutta probabilità al suo fianco fosse presente un monastero.
Il progetto che si intende attuare riguarda il restauro di natura conservativa dell’edificio allo scopo di eliminare tutti gli elementi di degrado presenti quali alveolizzazione e scagliatura delle pietre, presenza di vegetazione, efflorescenza e erosione oltre a verificare ed eventualmente intervenire sulla staticità della struttura.
Il presidente dell’Unione del Coros e sindaco di Ploaghe Carlo Sotgiu è soddisfatto dell’imminente inizio dei lavori: “Coi fondi della programmazione territoriale abbiamo puntato molto sui nostri attrattori culturali e credo che la chiesa di San Michele sia uno dei più belli esempi di stile romanico presenti nel Coros. Nei mesi scorsi il comune di Ploaghe è anche stato fra i fondatori della Fondazione del Romanico con lo scopo di favorire e valorizzare la cultura delle chiese romaniche. Ora attendiamo che vengano appaltati gli altri interventi ploaghesi ricadenti nella programmazione territoriale: il restauro del cimitero monumentale e il primo lotto della sistemazione della casa del canonico Spano di recente acquisizione”.