Le lorighittas sono un particolare formato di pasta dall’aspetto iconico: orecchini ondulati attorcigliati a mano, preparati da generazioni secondo la tradizione e i sapori del borgo oristanese.
Semola di grano duro, acqua, un pizzico di sale e tanta manualità, sono gli ingredienti essenziali per confezionare questi gioielli gastronomici di rara bellezza. Con l’abilità e la pazienza di un orafo che assembla dei fili d’oro, i filamenti di impasto vengono intrecciati con cura dalle donne del paese, come dei grandi anelli, e serviti con un sugo saporito. Ed è proprio grazie all’esperienza di queste cuoche che le lorighittas sono diventate un pezzo importante della cultura sarda.
Ma procediamo per gradi.
La forma peculiare di questo prodotto e il suo nome distintivo, hanno origini ancora oggi poco definite: si parla di lorigas, in riferimento agli “anelli di ferro” con cui si legavano gli animali da soma alle mura cittadine, ma anche agli orecchini ondulati che portavano le donne del luogo. Secondo una storia popolare, inoltre, il termine richiamerebbe un particolare punto anatomico del collo dell’agnello o del maiale.
A custodire fedelmente questa ricetta di generazione in generazione, ci pensano le abitanti di Morgongiori: un collettivo femminile che si riunisce periodicamente per preparare le lorighittas, tramandando le antiche usanze del borgo. Era infatti una consuetudine, nella storia del paese, che a confezionare questi piccoli tesori fossero le più giovani, incaricate di conservare nel tempo quest’abitudine centenaria.
Una tradizione “al femminile”
Storicamente, questi gioielli di pasta sono legati alle antiche celebrazioni della Festa di Ognissanti. Da oltre un secolo, nel paese di Morgongiori ci si dedica con fervore ai preparativi per l’evento religioso del primo novembre: la chiesetta si appresta ad officiare la messa, le stradine sono pronte ad accogliere la processione dei fedeli. In questo clima rituale, le donne del borgo si riuniscono, nei giorni precedenti, per dedicarsi alla preparazione delle lorighittas.
Si comincia dalla realizzazione dell’impasto: all’interno di una scivedda di terracotta, la semola viene lavorata a mano, con l’aggiunta graduale di acqua e sale, fino a creare una sfera liscia e compatta da stendere sulla tavola e tagliare in lunghi filamenti, pronti per essere “cuciti” insieme.
Con l’abilità di chi custodisce tra le mani il segreto di questo piatto, le nostre protagoniste iniziano ad intrecciare pazientemente le corde di impasto: ogni “filo” viene arrotolato attorno a tre dita disegnando due piccoli cerchi; i lembi vengono spezzati e saldati insieme e si inizia ad attorcigliarli lentamente, muovendo il pollice e l’indice, modellando bellissimi orecchini ondulati.
Prima di passare alla cottura, gli “anelli” vengono fatti asciugare sopra cestini di vimini, formando delle meravigliose ghirlande. Nell’attesa, le donne possono dedicarsi alla preparazione del sugo di accompagnamento, solitamente a base di pomodoro e zafferano, insaporito, come da tradizione, con carne di galletto ruspante.
Dopo circa cinque ore di lavorazione, le lorighittas sono finalmente pronte per essere gustate dagli abitanti affamati del paese.
Le lorighittas di oggi, un orgoglio regionale
Dopo più di cento anni, le donne di Morgongiori continuano a custodire questa usanza locale, contro la modernità che incombe. Ancora oggi, infatti, la pasta “ad anello” viene preparata rigorosamente a mano e con le lunghe tempistiche originarie. Inoltre, per suggellare il legame tra questo orgoglio gastronomico e il piccolo paese, viene celebrata ogni anno la Sagra delle lorighittas, nella prima domenica di agosto.
Con il passare del tempo, le lorighittas sono diventate un vero e proprio simbolo della cucina sarda. Inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e tutelato dalla Fondazione Slow Food, questo piatto unico ha saputo attirare la curiosità degli abitanti di tutta la Sardegna, che non vogliono rinunciare alla possibilità di assaggiare i famosi gioielli di Morgongiori. Per questo motivo, sebbene non abbia ancora conosciuto un successo nazionale, oggi la ricetta storica ha lasciato il territorio oristanese diffondendosi nelle città più “trafficate” dell’Isola, richiamando così l’appetito di turisti e passanti. Numerosi ristoranti, sparsi sull’intera regione, hanno inserito il piatto nei propri menu, offrendone una versione tradizionale o rivisitata con nuovi abbinamenti. Selvaggina, crostacei e funghi sono solo alcuni degli accompagnamenti più apprezzati per assaporare al meglio questo prezioso prodotto sardo.
Ma fate attenzione a non mangiare troppe lorighittas: Maria pungi pungi, la strega di Morgongiori, è pronta a pungere con il suo spiedo le pance dei più ingordi.