La bellezza non rappresenta una dote indispensabile nella vita ma spesso può acquisire un peso importante, determinando anche il nostro successo. Il “pretty privilege”, ovvero il “privilegio di essere belli”, deriva dai vincoli estetici stabiliti dalla nostra società e si fonda sul rapporto esistente tra aspetto esteriore e affermazione sociale. Tale privilegio permette alle persone che ne godono di venir considerate più intelligenti, talentuose, socievoli e amabili. Un individuo ritenuto convenzionalmente affascinante, quindi, sarà soggetto a maggiori vantaggi.
Ma dove si manifesta il pretty privilege? Questo beneficio può svilupparsi in qualsiasi ambito e luogo della nostra vita e della nostra quotidianità, come sul posto di lavoro con i colleghi, ma anche in famiglia e in qualsiasi ambiente sociale. L’aspetto fisico è naturalmente uno dei primi elementi che balza agli occhi quando si conosce una persona nuova e ha quindi un forte impatto sull’immediata percezione che gli altri hanno di quell’individuo. Il privilegio di essere belli è saldamente collegato ad un altro tipo di pregiudizio, il cosiddetto “lookismo”: il pregiudizio nei confronti delle altre persone sulla base dell’apparenza, concetto che è possibile riassumere attraverso l’espressione “ciò che è bello è buono e ciò che è brutto è cattivo”.
Tanti sono gli studiosi che negli anni hanno scelto di approfondire l’argomento. Una ricerca realizzata da Daniel Hamermesh, docente dell’Università del Texas, ha rilevato che le persone più affascinanti sono solitamente destinate ad avere maggior successo nel lavoro. Secondo Timothy Judge dell’Università della Florida, invece, i lavoratori “belli” sono favoriti perché questa loro dote fa sì che gli altri si interessino maggiormente a ciò che fanno. Inoltre, stando ad uno studio dell’economista Eva Sierminska, i lavoratori considerati più attraenti guadagnano fino al 15% in più perché la bellezza può trasmettere maggior fiducia, specialmente nel corso di una negoziazione per un aumento di stipendio. La stessa indagine ha evidenziato che i candidati di bell’aspetto sono avvantaggiati pure in fase di colloquio, soprattutto se poi il lavoro presuppone l’interazione con i clienti.
Il pretty privilege può riguardare sia gli uomini che le donne anche se è più frequente nei riguardi del genere femminile. Infatti, nel lavoro come nella vita quotidiana le imposizioni estetiche si ripercuotono sempre in maniera più rigida sulle donne. Per esempio, una lavoratrice che non si trucca, che non cura il proprio modo di vestire o che è in sovrappeso può venir considerata meno professionale o addirittura non appropriata ad un lavoro.

Secondo quanto detto fin qui sembrerebbe che il bell’aspetto comporti sempre e solo dei vantaggi a chi gode di tale privilegio, ma non è così. Infatti, al contrario degli studi prima citati, c’è anche chi sostiene che l’essere affascinanti a volte può costituire un impedimento alla carriera e all’affermazione nel mondo del lavoro. Il pretty privilege si configura quindi come un’arma a doppio taglio che spesso costringe a dover lottare e scontrarsi contro i pregiudizi e i luoghi comuni.
In conseguenza alla correlazione convenzionalmente esistente tra bellezza e buone qualità, agli individui considerati affascinanti spesso sono assegnate aspettative più alte. Secondo alcuni studiosi, infatti, le donne attraenti devono mettere molto più impegno rispetto alle altre per essere apprezzate per i propri pregi professionali. Quindi accade che queste persone godano di una minor considerazione tra colleghi e superiori, che spesso sono più interessati a tener conto delle qualità estetiche invece che di quelle lavorative. Perciò in questo caso il pretty privilege si trasforma in uno svantaggio che porta le persone attraenti a venire considerate soltanto “belle” e senza altre capacità o addirittura troppo vanitose. Un altro lato oscuro che si nasconde dietro al privilegio della bellezza è quello delle molestie sessuali. Alcuni studi, infatti, hanno registrato molte avances non desiderate nei confronti delle donne considerate convenzionalmente attraenti anche nell’ambito professionale.
Come abbiamo visto il pretty privilege può quindi presentare dei vantaggi, ma anche alcune condizioni sfavorevoli. Una cosa però resta indiscutibile: nel mondo del lavoro e, più in generale, in qualsiasi ambito della vita, a rendere davvero “belli” dovrebbero essere la professionalità, l’umanità, l’empatia, la dedizione, l’onestà e così via. Non quanta bellezza esteriore un individuo possa mostrare.