In occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down, l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) lancia un nuovo spot per sfidare gli stereotipi e promuovere l’inclusione.
Lo spot è un cortometraggio che ribalta le percezioni comuni sulle persone con sindrome di Down. La protagonista, Moira Oliverio, una giovane donna con sindrome di Down, si rivela una premurosa vicina di casa, capace di prendersi cura di un bebè con affetto e competenza.
Un messaggio di speranza e di rottura con il passato: “Come associazione, sappiamo quanto sia falso e ingiusto considerare le persone con sindrome di Down come eterni bambini”, afferma il presidente nazionale di AIPD Gianfranco Salbini. “L’obiettivo è di metterli nelle condizioni di poter essere indipendenti, autonomi e gratificati nel rendersi utili agli altri.”
Un’indagine condotta da AIPD e Censis rivela che quasi il 45% degli over 45 con sindrome di Down non ha attività lavorative o sociali, a causa della carenza di servizi e risorse adeguate. Inoltre, il 53,3% dei caregiver intervistati ritiene che la cosa più importante per la società sia promuovere l’autonomia e l’inserimento sociale e lavorativo di queste persone. La sfida è dunque quella di creare una società più inclusiva, che offra opportunità concrete di crescita e realizzazione personale a tutti.
Lo spot di AIPD è un invito a guardare oltre gli stereotipi e a riconoscere le potenzialità e i talenti delle persone con sindrome di Down. Un messaggio importante, che ci ricorda come la vera inclusione passa dalla valorizzazione delle differenze e dalla costruzione di una società più giusta e solidale.
In occasione della Giornata Mondiale, l’AIPD Oristano sarà presente in Piazza Roma, sotto la torre di Mariano, il 23 e 24 marzo per sensibilizzare la comunità sulle tematiche legate alla sindrome di Down. Saranno organizzati momenti di incontro, confronto e informazione, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione e la valorizzazione delle persone con sindrome di Down.
Oltre allo spot, AIPD ha diffuso un decalogo per smantellare i 10 stereotipi più comuni sulla sindrome di Down. Un invito a conoscere e a comprendere meglio questa realtà, per abbattere le barriere della discriminazione e costruire un futuro di pari opportunità per tutti.
Ecco i 10 stereotipi da sfatare:
- Sono tutti uguali: Le persone con sindrome di Down sono diverse l’una dall’altra, con caratteristiche e personalità uniche.
- Sono sempre felici: Come tutti, vivono emozioni diverse, legate al loro carattere, ambiente e relazioni.
- Esistono forme lievi e gravi: Il grado di ritardo mentale non dipende dal tipo di trisomia, ma da fattori individuali.
- Non vivono a lungo: L’aspettativa di vita è aumentata considerevolmente, con molti individui che raggiungono i 55-70 anni.
- Possono solo fare lavori semplici: Le loro capacità lavorative sono spesso sottovalutate, con esempi di inserimenti lavorativi complessi e gratificanti.
- Sono ipersessuati o privi di interessi sessuali: Vivono la pubertà e l’affettività come gli altri coetanei, con desideri e fantasie proprie.
- Hanno genitori anziani: attualmente il 75% circa dei bambini con sindrome di Down nasce da coppie con meno di 35 anni.
- Non hanno relazioni interpersonali: Possono stringere amicizie, fidanzamenti e matrimoni come tutti.
- Non sanno di avere una disabilità: Capiscono la propria diversità e sviluppano un’autostima realistica con il supporto dei familiari.
- Devono sempre vivere con la famiglia: Desiderano autonomia e opportunità di vita indipendente, come comunità alloggio o case famiglia.