A volte dopo l’estrazione di un dente possono nascere dei problemi, che a prima vista non sembrano correlati a questo. Dopo un tempo, anche relativamente lungo, può succedere che la persona inizi a soffrire di uno strano fastidio, una sensazione di testa vuota, non una vera e propria vertigine, diciamo più una sensazione simile a ciò che si proverebbe camminando sulle nuvole. Niente di invalidante, solo un po’ fastidioso ma tollerabile. Magari in seguito potrebbe soffrire di mal di testa, quello sì molto fastidioso, ma che in ogni caso si curerà buttando giù una pillola di antidolorifico. Oppure potrà iniziare ad avere male al collo, si sentirà sempre contratto e darà la colpa alla postura che tiene davanti al computer (o in macchina o a letto o ovunque gli capiti di trascorrere la maggior parte del suo tempo).
Che è successo? Come è possibile che la semplice perdita di un dente possa causare così tanti fastidi o problemi, anche in zone distanti dalla bocca? C’è una branca della odontoiatria che si occupa in maniera specifica di questi argomenti, si chiama gnatologia, e determina una fattiva collaborazione dello specialista con medici che si occupano di svariate problematiche.
A causa della perdita del dente, i denti dell’arcata opposta, non trovando più il contatto con il dente mancante, hanno iniziato pian piano ad allungarsi, mentre i denti vicini alla zona della estrazione hanno iniziato a spostarsi verso lo spazio vuoto. Insomma, si altera il piano di chiusura dei denti, e i denti toccano fra loro o troppo prima o comunque male. Quindi il contatto dei denti in chiusura, che avviene una volta a minuto quando inghiottiamo la saliva, e che deve durare una frazione di secondo, inizia a durare tempi sempre più lunghi. Per cui i muscoli della chiusura rimangono via via sempre per più tempo in tensione, contratti, e alla lunga creeranno uno stato di irritazione cronica. Succede un po’ come quando facciamo attività sportiva senza allenamento, l’acido lattico si accumula nei muscoli e sentiamo dolore, perché li abbiamo sforzati troppo. Ecco spiegato il meccanismo della comparsa della sintomatologia.
L’alterazione della chiusura dei denti si ripercuote anche sulla posizione della mandibola, che essendo in diretta relazione col cranio tramite l’articolazione temporo mandibolare (ATM), questa si sposta dalla sua posizione normale, portandosi verso l’alto e all’indietro. Questo determina una compressione dall’esterno a carico delle strutture dell’orecchio, con comparsa di dolore senza segni di otite, prurito interno e senso costante di orecchio ovattato. Oppure di vertigini.
Ecco perché, dopo aver consultato il proprio medico di base prima, e lo specialista al quale questo lo ha indirizzato dopo, in presenza di dolori cranici o fastidi nella zona del collo o delle orecchie, che non hanno ottenuto beneficio dalle terapie effettuate, può essere utile consultare un odontoiatra che si sia perfezionato in gnatologia. Sarà magari lui a risolvere il caso allontanando i fastidiosi sintomi, che pur non essendo legati a gravi patologie, troppo spesso portano a un uso eccessivo di farmaci e comunque a uno stato di sofferenza facilmente eliminabile.
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