Mezza Italia si ritrova a letto con febbre, tosse e dolori articolari, mentre il virus influenzale stagionale si avvicina al picco previsto tra metà e fine gennaio. La Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) sottolinea l’importanza di prevenzione e terapia mirata per affrontare l’attuale epidemia.
Il virus responsabile dell’ondata influenzale, l’A-H3N2 (noto come “Australiana”), si distingue per la capacità di eludere le difese immunitarie e per sintomi più aggressivi rispetto ad altre varianti. A complicare la situazione, si aggiunge la persistente circolazione del SARS-CoV-2 e di altri agenti patogeni respiratori, come il virus respiratorio sinciziale e i virus parainfluenzali. Questa combinazione rende spesso difficile distinguere le diverse infezioni senza il ricorso a tamponi antigenici rapidi.
Nonostante l’alta diffusione del virus, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) si attesta attualmente su livelli inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 10 casi ogni mille assistiti rispetto ai 18,4 del 2023. Secondo la SIMG, questo offre ancora una finestra di opportunità per sensibilizzare i cittadini sull’adozione di comportamenti preventivi e l’uso corretto dei farmaci.
La vaccinazione antinfluenzale rimane una delle principali strategie di prevenzione. Sebbene la campagna sia in corso da mesi, è ancora possibile sottoporsi al vaccino presso gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri. La SIMG sottolinea l’urgenza di farlo il prima possibile per garantire una copertura adeguata.
Altre misure preventive includono il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine, soprattutto nei luoghi affollati o in presenza di persone fragili. Lavarsi frequentemente le mani e mantenere una buona igiene personale sono ulteriori accorgimenti fondamentali per limitare la diffusione del virus. Anche una dieta equilibrata e un’adeguata idratazione giocano un ruolo chiave nel rafforzare le difese immunitarie.
I sintomi più comuni dell’influenza includono febbre, mal di gola, tosse, raffreddore e dolori articolari, che possono durare diversi giorni e, in alcuni casi, protrarsi per settimane. Secondo la SIMG, la febbre alta non deve necessariamente preoccupare, poiché rappresenta una risposta naturale del corpo all’infezione. Tuttavia, una febbre persistente o refrattaria ai comuni antipiretici richiede sempre una valutazione medica.
Per alleviare i sintomi, il paracetamolo è raccomandato come antipiretico e analgesico, grazie alla sua efficacia e alla ridotta incidenza di effetti collaterali. Gli antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene, ketoprofene o aspirina, possono essere utilizzati per ridurre infiammazioni e dolori, ma devono essere scelti tenendo conto del profilo clinico del paziente, in particolare per chi ha rischi cardiovascolari, renali o gastrici.
In caso di tosse persistente, gli antitussivi possono offrire sollievo, mentre i decongestionanti nasali sono utili per ridurre la rinorrea. La SIMG sconsiglia invece l’uso di cortisonici, che potrebbero indebolire il sistema immunitario, e ricorda che gli antibiotici non sono indicati per infezioni virali, a meno che non ci siano complicazioni batteriche accertate.
I medici pongono particolare enfasi sui pazienti fragili e sugli anziani, che rischiano complicazioni più gravi in caso di infezione. In queste categorie, è cruciale monitorare attentamente i sintomi e considerare il test per il SARS-CoV-2, soprattutto per accedere tempestivamente a trattamenti antivirali specifici.
La SIMG invita tutti a informarsi e a seguire le raccomandazioni per affrontare in modo consapevole questa stagione influenzale. Con il picco imminente, prevenzione e terapie mirate possono fare la differenza nel contenere i disagi e ridurre il carico sui sistemi sanitari.